Risale a un paio di settimane fa la notizia delle allarmate osservazioni inviate in Comune da Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. Anche secondo Idra del resto “intervenire sulla collina che alimenta le sorgenti del giardino rinascimentale fra i più celebri del pianeta può rappresentare un fattore di rischio serio”.
Sotto la lente di Schmidt, i programmi di scavi e di ristrutturazione edilizia profonda nell’ex convento di S. Girolamo e S. Francesco in Costa San Giorgio (già Scuola di Sanità militare, Caserma “Vittorio Veneto”). Lì la proprietà ha proposto al Comune di Firenze la realizzazione di un grande albergo moderno a 5 stelle de luxe, completo di parcheggi e wellness, e Palazzo Vecchio ha accordato – come si legge nella Scheda norma di Variante al Regolamento Urbanistico - una destinazione turistico-ricettiva per l’86% dei 16.137 mq di superficie disponibili. “Una scelta – commentano i promotori del progetto partecipativo - che agli occhi dei più avvertiti suona – ancor prima che pericolosa per le trasformazioni richieste - anacronistica e improvvida”.
Nonostante le difficoltà create dalla pandemia nelle comunicazioni e nelle relazioni fra le persone, la cittadinanza attiva d’Oltrarno ha raggiunto in anticipo il traguardo delle 400 firme di residenti, che a questo punto, si sostiene entusiasticamente, “hanno maturato con nome, cognome e documento di identità il diritto alla partecipazione”.
Fra le personalità di rilievo che hanno sottoscritto il progetto “Laboratorio Belvedere” figurano Giovanni Pallanti, giornalista e scrittore, Giuseppe Cini, già direttore del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, Massimo Listri, fotografo, Adele Seniori Costantini, medico epidemiologo. Ma molti sono anche i fiorentini non residenti nel quartiere che hanno voluto manifestare il proprio sostegno all’iniziativa. Fra questi, Olivia Turchi, attiva nell’antiquaria Via Maggio, Marco Geddes da Filicaja, già assessore alla Sanità e servizi sociali a Palazzo Vecchio,Ubaldo Nannucci, già procuratore della Repubblica di Firenze.
Anche queste firme verranno consegnate, per il valore simbolico che rivestono, all’Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione, “ad attestare – scrivono da Idra - la vigilanza che i cittadini tutti stanno esercitando su un procedimento urbanistico che non è stato sottoposto né a un dibattito pubblico né a Valutazione Ambientale Strategica”.
Un procedimento, aggiungono, fortunatamente sospeso fra la fase dell’adozione e quella dell’approvazione (ancora tutta da calendarizzare) della variante urbanistica dedicata all’ex Scuola di Sanità militare. Ragion per cui “adesso tocca alla Giunta di Palazzo Vecchio intervenire nel processo partecipativo!”. La strada del resto è tracciata, ed è stata spianata dall’applicazione della normativa regionale toscana, vantata come una delle più avanzate d’Italia, che ha autorizzato il percorso di ascolto proposto “prevedendo l’erogazione delle risorse necessarie allo svolgimento del progetto”.
“Si potrà così porre rimedio – commentano da Idra - alle conseguenze gravi e irreversibili che potrebbero derivare dall’ennesima monocultura turistica, programmata per giunta in uno dei quadranti idrogeologicamente più fragili e delicati della città Unesco”. E sottolineano, correggendo informazioni recentemente circolate in città: “E’ questo infatti il cuore del problema: non il collegamento dell’albergo con Pitti e Belvedere, che si pretende tramontato e che è stato invece solo accantonato nella variante adottata a giugno dell’anno scorso e rinviato a un futuro ‘apposito atto separato’ (Relazione Urbanistica, pag.
23). Ben più gravi e definitivi sarebbero infatti gli impatti degli scavi, nel ‘Poggio delle Rovinate’, sull’approvvigionamento idrico di fonti, fontane e vasche di Boboli, come il direttore Schmidt giustamente paventa”.