Destinare una parte degli utili ricavati dalla vendita dei prodotti realizzati con materiali riciclati ad abbassare la bolletta dei cittadini, anche attraverso meccanismi premiali. E’ una delle proposte avanzate dalla Cisl, che oggi a Firenze, ha riunito i principali attori del settore per parlare della gestione dei rifiuti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, corrispondenti all’ATO Toscana-Centro. Il piano per i rifiuti varato dalla Regione Toscana nello scorso dicembre, è stato detto nel convegno, prevede che si arrivi ad una raccolta differenziata del 70%, con il restante 30% avviato a recupero energetico (20%) o in discarica (10%).
“Uno schema convincente –dice la Cisl- che ha come obiettivo quello di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente” puntando fortemente sul riciclo ed in cui “le discariche come le conosciamo ora non ci saranno più” e i termovalorizzatori “dovranno essere impianti altamente controllati” con il compito di recuperare energia dai rifiuti. Tutto a posto ? No, perché “per ora –nota la Cisl- siamo alla pianificazione”, mentre “bisogna passare agli atti concreti e rendere realtà le previsioni.” Quattro, in questo senso, i nodi fondamentali da sciogliere secondo la Cisl: Gli impianti: stop ai rinvii e via alla costruzione per i nuovi e all’adeguamento di quelli esistenti.
Gli impianti di termovalorizzazione costruiti con le attuali tecnologie sono indispensabili per gestire il ciclo dei rifiuti e il loro impatto, se realizzati e controllati come si deve, è senz’altro più sostenibile delle discariche come sono oggi. Il riciclo: se si vogliono riutilizzare le materie recuperate bisogna allargare il mercato. Le filiere legate al recupero di materie prime e seconde costituiscono oltretutto un’opportunità di crescita per le imprese toscane perché sono un settore trainante della green economy. Il gestore: bisogna andare verso un gestore unico che tenga al suo interno la quasi totalità delle lavorazioni così da evitare “spezzatini” penalizzanti per le condizioni di lavoro e per l’efficienza del servizio; e mettere fine alla moltiplicazione dei cda di nomina politica. Il lavoro: la qualità del servizio è strettamente collegata alla qualità del lavoro e alle condizioni dei lavoratori.
Non sarebbe accettabile la destrutturazione del lavoro e un peggioramento delle condizioni dei lavoratori. “Il lavoro – ha sottolineato Giovanni Ronchi, della segreteria Cisl di Firenze e Prato – è un fattore determinante per il raggiungimento degli obiettivi. Lo dimostra ad esempio la raccolta differenziata con il ‘porta a porta’: un sistema che utilizza più mano d’opera, quindi comporta un aumento dei costi, ma consente maggiori ricavi grazie alla cessione delle materie seconde di qualità, una riduzione dei costi dei trattamenti intermedi e di smaltimento finale, una riduzione del rifiuto ‘tal quale’ e la possibilità di introdurre un sistema di tariffazione puntuale che consenta di ridurre le bollette per chi ha comportamenti virtuosi.” Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti dell’Ato Toscana Sud, adottato questa mattina, giovedì 6 febbraio dal consiglio provinciale di Siena.
Il Piano coinvolgerà le province di Siena, Arezzo e Grosseto e sei Comuni della Val di Cornia, in provincia di Livorno, interessando, complessivamente, una superficie pari al 52 per cento della Toscana (11.982 kmq), 109 Comuni, 899 mila abitanti, oltre 600 mila tonnellate annue di rifiuti urbani e assimilati da gestire a cui si aggiungono 1.800.000 tonnellate di rifiuti speciali. L’adozione del Piano segue l’intesa preliminare sottoscritta lo scorso dicembre dai presidenti delle tre province interessate, rispettivamente, Simone Bezzini per Siena, Roberto Vasai per Arezzo e Leonardo Marras per Grosseto.
Gli obiettivi strategici del Piano. La programmazione prevista dal Piano punta a raggiungere entro il 2025 alcuni obiettivi strategici che conteranno su una crescente sinergia ed economicità fra i territori coinvolti, migliorando ed estendendo prestazioni ambientali che, come per la provincia di Siena, contano già su esperienze positive. Attraverso il Piano, infatti, le tre Province coinvolte puntano a raggiungere la completa autosufficienza nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, la riduzione della produzione di rifiuti e l’omogeneizzazione e l’integrazione dei sistemi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti urbani.
In vista di questo duplice traguardo, saranno estesi progressivamente i sistemi di raccolta domiciliare porta a porta e saranno incentivate ulteriori azioni di sensibilizzazione dei cittadini per raggiungere nel biennio 2018-2020 - quando il Piano andrà a regime - il 70 per cento di raccolta differenziata, con l'avvio a effettivo riciclo di almeno il 60 per cento dei rifiuti raccolti attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico - che non riguarderà più del 25 per cento dei rifiuti solidi urbani - e la riduzione dello smaltimento finale in discarica del 18 per cento. Un Piano per massimizzare il riciclo e senza realizzare nuovi impianti.
Le politiche di riduzione e gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dal Piano porteranno a nuovi investimenti in azioni di sensibilizzazione rivolte ai territori e alla progressiva dismissione di tre discariche esistenti, senza la realizzazione di nuovi impianti, con una riduzione dei trattamenti di selezione a vantaggio di trattamenti effettivi di recupero. “Il Piano interprovinciale per la gestione dei rifiuti - afferma il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini - è frutto di un lavoro di squadra con cui le tre Province coinvolte hanno accolto una sfida importante in risposta alla legislazione nazionale e regionale.
Aprire i confini provinciali e sviluppare sinergie nelle politiche ambientali e nelle buone pratiche di gestione dei rifiuti consentirà di mettere in rete gli impianti e di stimolare nuove azioni che punteranno a raggiungere gli obiettivi fissati nella raccolta differenziata, certamente ambiziosi e superiori agli standard europei, ma che non ci spaventano, forti di esperienze positive sviluppate finora nelle nostre realtà e, in particolare, in provincia di Siena”. “Il Piano - aggiunge Bezzini - è stato preceduto da un percorso di informazione e confronto che ha coinvolto i soggetti istituzionali, in primo luogo i Comuni e l’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani - ATO Toscana Sud, e i soggetti portatori di interesse: dalle associazioni di categoria ai rappresentanti del mondo economico e ambientale.
Il confronto proseguirà anche dopo l'adozione avvenuta oggi in consiglio provinciale, con la possibilità per tutti i soggetti interessati di presentare osservazioni e contributi formali al Piano e ringrazio gli uffici della Provincia che stanno lavorando su questo fronte, a partire dal Settore Politiche ambientali coordinato da Paolo Casprini”. “Il Piano interprovinciale dei rifiuti - spiega anche l’assessore all’ambiente della Provincia di Siena, Gabriele Berni - rappresenta uno strumento molto importante e guarda al futuro dei territori coinvolti anche quando le Province non esisteranno più.
Attraverso questa programmazione di area vasta che guarda al 2025, e grazie agli obiettivi di raccolta differenziata evidenziati, saremo in grado di mantenere l'autosufficienza nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti nel bacino delle tre province, che copre il 52 per cento del territorio regionale, ottimizzando gli impianti e dando nuovi input. Un vero e proprio atto di responsabilità delle Province verso i propri territori, a fronte della grande incertezza istituzionale che, con l’abolizione di questi enti, interesserà anche il settore delle politiche ambientali.
Per la Provincia di Siena - aggiunge Berni - questo Piano rappresenta uno degli obiettivi primari, insieme al raggiungimento dell’obiettivo Siena Carbon Free conquistato con largo anticipo, e sapremo portare un contributo significativo, forti di una raccolta differenziata che si attesta oggi intorno al 45 per cento, a fronte di una percentuale pari a circa il 34,7 per cento nell’area dell’Ato Toscana Sud, e di numerose azioni di sensibilizzazione che hanno favorito una crescente sensibilità su tutto il territorio”.