FIRENZE- Si è insediato stamani il "Gruppo operativo per la predisposizione del piano attuativo di riordino organizzativo delle Centrali Operative 118", costituito con decreto dal direttore generale della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, Valtere Giovannini. La riunione si è svolta, nella sede dell'assessorato al diritto alla salute, via Alderotti, in un clima sereno e disteso, di piena collaborazione. La Direzione generale assume sotto la sua responsabilità la regìa complessiva di tutte le aziende sanitarie, adottando tutte le iniziative necessarie atte a ridisegnare l'assetto delle Centrali operative.
Su queste basi si svilupperà il futuro lavoro del neo costituito Gruppo operativo. I rappresentanti delle organizzazioni del volontariato e della Croce Rossa hanno rimarcato con forza la necessità di rispettare in pieno il dettato e lo spirito della delibera di Giunta regionale (n.1.117 del 16/12/2013), nonché della mozione del Consiglio regionale (n.748 del 14/01/2014), che indicano un percorso unitario, rispettoso degli equilibri e della partecipazione di tutti i soggetti interessati. Il Gruppo operativo ha poi costituito al proprio interno un gruppo di lavoro tecnico, coordinato da Daniela Matarrese, dirigente responsabile del settore programmazione e organizzazione delle cure, e costituto da Paolo Morello, in rappresentanza dei coordinatori di Area Vasta, Piero Paolini, coordinatore delle Centrali operative 118, e Gianluca Staderini, in rappresentanza delle organizzazioni del volontariato e della Croce Rossa, con il compito di predisporre i documenti tecnici necessari per la più veloce prosecuzione dei lavori, che dovranno concludersi entro 120 giorni dall'approvazione della delibera 1.117/2013, e cioè entro la metà di aprile. “Non c’è nessun accordo con la proprietà di Villa Ragionieri”.
Così l’assessore regionale alla Sanità Luigi Marroni ha risposto in aula ad un’interrogazione del consigliere Gabriele Chiurli (Gruppo misto) sull’ipotetico acquisto del centro oncologico Villa Ragionieri da parte della Regione Toscana. Nell’interrogazione il consigliere chiedeva conferma su indiscrezioni di stampa sull’imminenza di un accordo di passaggio da privato a pubblico della struttura sanitaria e i termini economici di questa eventualità. “Il polo oncologico – ha detto Marroni – ha visto un passaggio di proprietà lo scorso anno, con i nuovi proprietari ci sono stati contatti e sono state delineate alcune possibilità.
Ad oggi – ha chiarito l’assessore – ogni iniziativa nel rapporto pubblico privato viene regolata da procedure nazionali”. “Insoddisfatto” si è dichiarato il consigliere Chiurli, “perché – ha detto – non si parla di accordi ma di soli contatti. Il Consiglio non è però informato dell’indirizzo di questi contatti. Ricordo – ha concluso il consigliere – che siamo di fronte ad un buco di 13 milioni di euro”. «Caro Presidente Rossi, sento non più rinviabile l’urgenza di rappresentarti formalmente il disagio istituzionale per la perdurante assenza di un atto programmatorio obbligatorio e fondamentale quale il piano sanitario e sociale regionale integrato, la cui necessità in termini di fonte di legittimazione delle politiche regionali […] di settore è chiaramente desumibile dalla lettura del combinato disposto delle vigenti norme nazionali e regionali in materia di organizzazione del servizio sanitario».
Firmato: Alberto Monaci, Presidente del Consiglio regionale della Toscana che questa lettera l’ha inviata nei giorni scorsi al Governatore toscano Enrico Rossi. E scusate se è poco… «Con queste parole che giungono dal più altro scranno del Parlamento toscano – commenta il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI) – le considerazioni che noi andiamo portando avanti da anni acquisiscono ben altro spessore istituzionale. E come disconoscerle? E’ ridicolo: dopo quattro anni siamo ancora attaccati alla bozza di piano targata Scaramuccia, ormai lontana anni luce dalla realtà di adesso perché realizzata in un contesto del tutto differente.
E, di certo, pretendere oggi di procedere per proclami e atti resi tra loro spesso incoerenti dalla mancanza di cornice strategica che conferisca loro omogeneità fa precipitare la sanità toscana nell’illegittimità, oltre che nel caos. Proprio come afferma il presidente Monaci. E a poco varrebbe, se non a miscelare un’alchimia d’aula, modificare la bozza Scaramuccia con un maxiemendamento da approvare all’ultimo tuffo giusto per non far la figuraccia di chiudere il sipario sulla legislatura senza un Piano sanitario».
«La verità è che la sanità toscana non è governata, e prima di questa lettera lo hanno certificato i fatti, con sconcertanti stop and go decisionali e finanche deliberativi come quello avvenuto nel caso delle centrali del 118. Il comparto che assorbe i ¾ del bilancio regionale – continua Mugnai – è talmente ingovernato che persino fare opposizione nel merito diventa difficile, quando non impossibile. Proprio nel senso che non c’è alcun merito. Siamo davanti a un balletto stucchevole che non è figlio del fato, bensì delle evidenti divisioni che esistono in maggioranza e dell’incapacità di governo di un sistema complesso in un contesto complesso.
I tempi delle vacche grasse sono finiti, e la vis amministrativa che adesso dovrebbe emergere invece non c’è. Eppure, come ricorda Monaci nella sua lettera, Rossi è oggi presidente della Regione Toscana dopo essere stato per dieci anni assessore alla sanità di questa stessa Regione». Lo scacco sul piano sanitario rischia insomma di diventare per la giunta Rossi un cameo nero: «Si tratta – ricorda Mugnai – dell’atto principe tra quelli che il governo regionale deve produrre, talmente fondamentale che, a differenza degli altri atti gestionali, necessita dell’approvazione del Consiglio regionale.
Oltre alla questione legittimità, è comprensibile che si apra quella tutta politica di chi ritiene disdicevole esaurire la legislatura senza il piano sanitario. Ci permettiamo però di osservare che è già disdicevole assai aver lasciato passare quattro anni senza averlo fatto. Le elezioni si fanno per eleggere un governo. Affinché governi. E senza legare le mani ai governi futuri come un maxiemendamento dell’assurdo approvato a colpi di maggioranza in zona Cesarini rischierebbe di fare».