Il Consorzio di Bonifica n. 3 – Medio Valdarno richiede il pagamento del contributo annuale che grava sui titolari di diritti reali di beni immobili, terreni o fabbricati attraverso l’attività di riscossione svolta dall’Ufficio Servizi su tributo e catasto consortile del Consorzio. In caso di mancato pagamento, la SORIT di Ravenna (Società Servizi e Riscossioni Italia S.p.A.), è incaricata a procedere al recupero delle somme dovute e può avvalersi del cosiddetto “fermo amministrativo”, atto con il quale le amministrazioni o gli enti competenti (Comuni, INPS, Regioni, Stato, ecc.), tramite i concessionari della riscossione, ‘bloccano’ un bene mobile del debitore iscritto in pubblici registri (ad esempio autoveicoli o motoveicoli) o dei coobbligati, al fine di riscuotere i crediti non pagati.
Una recente sentenza della Commissione tributaria di Ravenna, che fa seguito ad una analoga dello scorso anno, ha annullato il preavviso di fermo amministrativo che la Sorit aveva trasmesso ad un contribuente di Vicchio (FI) per i reclamati contributi di bonifica relativi agli anni 2009-11. Il Giudice Tributario, nell’accogliere le tesi del ricorrente, ha riconosciuto l’illegittimità dell’atto per difetto di motivazione in quanto, tra la somma reclamata dalla Sorit ed il valore dell’automezzo che si intendeva colpire, è stata ritenuta sussistente una ingiustificabile sproporzione in relazione alla quale non erano state neanche indicate le ragioni che avrebbero condotto alla scelta di tale misura cautelare.
“Sono sempre più le sentenze che stanno riconoscendo l’invalidità e l’illegittimità di simili azioni di riscossione che sono condotte, come nel caso di Vicchio, in maniera del tutto sproporzionata” commentano i consiglieri del Gruppo Regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, Paolo Marcheschi e Marina Staccioli che hanno presentato un’interrogazione alla Giunta regionale nella quale chiedono di sapere “se sia a conoscenza di questa incresciosa circostanza e se non ritenga che questo comportamento da parte dell’agente della riscossione possa essere definito poco corretto e, infine, se abbia intenzione di intervenire per far correggere un modus operandi che comporta un senso di frustrazione e notevoli disagi per i cittadini”.
Secondo i consiglieri “i diritti dei contribuenti sono troppo spesso violati senza alcun motivo se non per costringere a pagare subito soldi non dovuti, come quelli ai consorzi di bonifica che pretendono di imporre tributi senza documentare, come richiede la legge, tutti i motivi dell’eventuale debito. Nei mesi scorsi avevamo già denunciato la scarsa correttezza e trasparenza da parte dei consorzi riguardo alla mancata comunicazione degli interventi effettuati sugli immobili per i quali si esigeva il tributo.
Ora, una nuova beffa generata da comportamenti negligenti di enti pubblici o a rilevanza pubblica che finisce, non di rado, per pregiudicare le esigenze familiari o lavorative dei cittadini”.