FIRENZE - "Lavorare e dormire in sicurezza": è questo l'obiettivo che il presidente Enrico Rossi ha indicato presentando oggi alla giunta regionale (che l'ha approvato) il piano straordinario di intervento nel territorio di Prato e dell'Area vasta Centro, a cui si è lavorato dopo la tragedia che è costata la vita a sette lavoratori cinesi morti nell'incendio di un capannone con annesso dormitorio. "Dobbiamo levare di torno i dormitori abusivi – ha detto Rossi - e costruire dormitori sicuri e igienici, dove si rispettino le norme senza mettere a rischio la vita dei lavoratori.
Questo è un problema di vita e di tutela dei diritti elementari delle persone. Rigireremo come un calzino i capannoni sotto il profilo della sicurezza". Per farlo il piano prevede l'assunzione con un contratto a termine per tre anni di 50 unità di personale destinato alla vigilanza con la qualifica di 'tecnico della prevenzione'. Questi cinquanta tecnici prenderanno in carico la zona pratese, mentre altri cinquanta verranno impegnati nelle altre zone dell'area vasta centro in cui esiste il fenomeno dei capannoni-domitorio.
Il piano prevede modalità di lavoro semplificate e più rapide di quelle consuete e il ricorso a mediatori culturali bilingue, per agevolare l'accesso alle aziende da parte degli addetti ai controlli e consentire una adeguata relazione con gli imprenditori ed i lavoratori. "I proprietari dei capannoni e gli imprenditori cinesi – ha proseguito il presidente – si frughino in tasca. Da parte nostra cercheremo di supportare le Procure per il lavoro amministrativo che deriverà dalle denunce delle irregolarità che verranno messe in luce da questa attività". Sono stati presentati questa mattina dall’assessore alla Polizia municipale Aldo Milone i dati relativi ai controlli effettuati nell’attività di contrasto all’illegalità.
I numeri resi noti si riferiscono sia all’anno 2013 che agli anni di attività della giunta Cenni, ovvero dal luglio 2009 ad oggi. Ammonta a 1.570 il totale delle imprese controllate nei 4 anni e mezzo dell’attuale amministrazione, mentre il numero dei macchinari sequestrati è pari a 27.622 e quello degli immobili raggiunge le 612 unità. Relativamente al 2013 le stesse voci assumono invece i seguenti valori: sono 344 le ditte su cui sono stati effettuati controlli, di cui 323 (il 94 percento) risultate irregolari, 5.538 i macchinari sequestrati e 100 gli immobili.
A questi ultimi nella maggior parte dei casi risulta attribuibile il reato di abuso edilizio a causa della destinazione di alcune parti a uso dormitorio. Riguardo a tale noto problema, l’assessore Milone ha commentato: "Invito il governatore della Toscana Enrico Rossi a visitare un capannone, anche con un suo tecnico al seguito. Vorrei che si rendesse conto del problema e mi spiegasse come è possibile legalizzare questi tipi di dormitori". Relativamente ai capi d’abbigliamento sequestrati, perché privi di etichetta, nell’anno 2013 sono stati 8.415, mentre nei 4 anni e mezzo di operato della giunta Cenni il totale di articoli è di 2.2271.
Per quanto riguarda le entrate provenienti dalle sanzioni relative alle violazioni riscontrate durante i controlli, il Comune di Prato nel periodo dal luglio 2009 a tutto il 2013 ha incassato un totale di 1.476.031 euro, di cui 448.084 nel 2013, contro i 215.674 euro degli anni dal 2006 al giungo 2009. Tale somma è entrata nel bilancio comunale ed è stata in larga parte destinata all’attività dell’amministrazione nel campo del sociale. L’assessore Aldo Milone ha parlato anche della tragedia di via Toscana dello scorso 1° dicembre e riguardo alle conseguenze dell’evento nella lotta all’illegalità ha dichiarato: "Mi aspettavo un aiuto concreto da parte delle istituzioni di più alto livello gerarchico, in primis la Regione, in tempi molto molto più brevi.
Stiamo ancora aspettando gli ispettori promessi da Rossi da almeno 2 mesi". Tra i dati presentati questa mattina, anche quelli relativi ai controlli effettuati all’indomani della tragedia, dal 2 dicembre 2013 ad oggi: 41 imprese controllate, 683 macchinari e 17 immobili sequestrati. Relativamente al lavoro svolto in questi anni nel contrasto all’illegalità, Milone ha commentato: "Era necessario tirare fuori tutto questo magma sommerso, farlo emergere. Non è accettabile di fronte a queste situazioni nascondere la polvere sotto il tappeto".