Lo sgombero di via de' Servi che ha fatto riaccendere prepotentemente i riflettori sull'emergenza abitativa a Firenze, per voce di Lorenzo Bargellini, leader del Movimento di Lotta per la Casa, non è stato dei più partecipati e violenti. "Ne abbiamo vissuto uno all'alba nel centro storico dove veramente ce la siamo vista brutta, con cassonetti rivoltati, tute scude e manganelli e parecchi spintoni". "Cosa devono fare quelle persone che restano senza un tetto sopra la testa? L'Amministrazione ce lo ha ribadito chiaramente, al momento non ci sono soluzioni alternative".
Mancano i posti, molto spesso capita che le destinazioni siano diverse e quando il nucleo famigliare viene diviso, la rabbia cresce. "Non è possibile continuare in questo modo, io voglio che siano chiarite le cose: altrimenti qui si vedono sempre buoni e cattivi. Molte volte allo sgombero non segue nulla. Niente. Ci sono stabili dove alcune famiglie si erano rifugiate che sono stati liberati, murati e lasciati lì nell'abbandono. E' normale? Non è forse degrado anche questo?".
Siamo in piena emergenza. Non si realizzano nuove abitazioni, non si recuperano le vecchie, come dobbiamo fare?" conclude Bargellini. Nel 1979 l’assessore Marino Bianco si recava immediatamente nello stabile occupato, lo stesso del tentativo di occupazione in via de' Servi, parlava con gli occupanti, garantiva che non ci sarebbe stato nessuno sgombero e verificava lo stato dell’immobile. Grazie a questa forte presa di posizione la proprietà non sporgeva denuncia anzi si dichiarava immediatamente disponibile ad una trattativa con gli occupanti che portava dopo pochi mesi alla stipula di un contratto di affitto ad equo canone ad un prezzo ridotto per gli occupanti diventati affittuari.
Questa vicenda è stata vissuta da vicino da Vincenzo Simoni. Vincenzo Simoni, presidente nazionale dell'Unione Inquilini dopo anni di esperienza esprime tutta la propria amarezza: "Firenze vive una situazione difficile: non ci si vuole esporre direttamente. Ogni giorno arrivano alla mia porta padri di famiglia che hanno perso il lavoro. Non si sa più come pagare l'affitto. Qui siamo al punto di dover creare una tendopoli perché si tratta di una alluvione sociale. Certo è brutto per un sindaco ammettere uno tale stato delle cose, così come requisire gli stabili vuoti.
Al tavolo fissato con i vertici delle istituzioni cittadine, dal Tribunale al Comune chiederemo lo stato di calamità. Si facciano i container, le case prefabbricate" AntLen