Il sindaco di Firenze, perché a lui compete la concessione dell’uso delle sale monumentali di Palazzo Vecchio, "ha concesso per domenica 19 gennaio all’associazione omofoba Manif Pour Tous di poter tenere un convegno contro i diritti delle persone omosessuali e “per difendere la famiglia naturale” nel Salone dei 500. L’associazione francese sta facendo anche in Italia una campagna a difesa della cosiddetta famiglia naturale come “fulcro di procreazione, crescita e formazione di ogni essere umano”, come recita il volantino che invita all’evento fiorentino" commentano Ornella De Zordo e Tommaso Grassi.. "Riteniamo gravissimo che venga concesso all’interno di Palazzo Vecchio uno spazio di così alto valore anche simbolico per la propaganda omofoba e discriminatoria per cui è nota l’associazione francese, la cui portavoce Frigide Barjot che ha organizzato la grande manifestazione di Parigi nel gennaio 2013 si definisce “l’addetta stampa di Gesù” e definisce il matrimonio “ non un patto d’amore, non un contratto di unione ma di filiazione”. Qui non si tratta di libertà d’opinione, perché l’obbiettivo di questo tipo di manifestazioni è, al contrario, quello di togliere la libertà e i diritti a una parte della popolazione che viene discriminata.
Perché dare spazio a una delle componenti più retrograde del nostro contesto culturale? Perché concedere l’uso di Palazzo Vecchio? Il sindaco Renzi risponda di questo, senza nascondersi dietro allo schermo di una presunta apertura verso tutte le posizioni. Presenteremo su questo una domanda di attualità lunedì in Consiglio ma chiediamo fin da ora che venga revocata la concessione del Salone. Invitiamo a partecipare alla manifestazione che le associazioni LGBT fiorentine hanno promosso domenica mattina sotto Palazzo Vecchio". Il Movimento LGBTI* della Toscana – fatto di associazioni, gruppi informali e singol* attivist*– non rimarrà in silenzio e promuoverà una contromobilitazione.
Riteniamo necessaria una risposta pacifica di quella parte della città che crede realmente nel valore delle differenze e del rispetto della dignità umana. «Partendo da un sentimento di amore per ogni persona», Manif Pour Tous vuole potere continuare a discriminare gay, lesbiche, bisessuali, trans* ed intersessuali, smerciare odio sociale a basso costo e avvelenare gli animi arrivando a dipingendoci come soggetti pericolosi. Partendo dall’amore, insomma, arrivano direttamente a spacciare paura. In condizioni ottimali, di piena tutela dei diritti e di eguaglianza tra persone, uno Stato non solo negherebbe le proprie sedi istituzionali per iniziative come questa, ma difenderebbe i propri cittadini dai discorsi di odio e dai fiumi di violenza verbale che si riversano quotidianamente contro lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersessuali. Invece, mentre noi lavoriamo ogni giorno nelle scuole per prevenire violenza e bullismo, Manif Pour Tous si attrezza per impedirci di prendere parola.
Mentre cerchiamo di essere cittadine e cittadini a pieno titolo, con pari diritti, Manif Pour Tous pretende che continuiamo ad essere cittadini a metà. Mentre noi stiamo a contare i nostri morti uccisi dall’odio e dalla violenza, Manif Pour Tous fa bella mostra di sé in un salone rinascimentale. Inoltre, l’iniziativa di Firenze si affianca a un’iniziativa simile a Roma e segue quelle di Verona, Brescia e Perugia dello scorso autunno. Si inserisce, inoltre, in un percorso quasi intimidatorio che contesta la Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), approvate dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
Per di più, gode di numerosi appoggi politici, come dimostra la presenza di rappresentanti del Governo quali il ministro Quagliarello e il sottosegretario Toccafondi. Chiediamo al Comune di Firenze di astenersi dal concedere una sala di alto valore simbolico come il Salone dei Cinquecento o il Salone dei Ducento. Per questo, domenica, non staremo a guardare, a lasciare che passi anche questa, nell’indifferenza generale. Vogliamo sapere da che parte sta il Comune di Firenze? Da che parte sta il Sindaco di Firenze e Segretario nazionale del Partito Democratico Matteo Renzi?" “Stride il contrasto tra la frequenza di gravi eventi umani, dolori di persone e famiglie, persecuzioni e suicidi, causati da odio, violenza, esclusione sociale, ignoranza e fobia del diverso e l’imperterrita organizzazione di iniziative che pur presentandosi con l’ affermazione di voler garantire la libertà di espressione per tutti in realtà puntano a portare nelle piazze d’Italia cittadini per risvegliarne le coscienze in merito a contrastare leggi che stabiliscano diritti per le persone lesbiche, gay, bisesex, transessuali.
Conosciamo l’associazione Manif Pour Tous che nasce in stretto legame con l'omonima realtà francese". E' quanto affermano Susanna Agostini presidente della Consulta fiorentina per i diritti delle persone LGBTI e il contrasto all’omotransfobia e il consigliere del Pd Andrea Vannucci che segue da tempo le iniziative della Consulta stessa. "Non può non venire il dubbio che la scelta dell’uso del Palazzo comunale, sia stata fatta per cercare di avere una “grancassa” di risonanza in un momento delicato della scena politica nazionale.
Non sfugge che il sindaco Renzi si è esposto visibilmente su queste tematiche in direzione opposta, cioè in favore dei diritti per le coppie omosessuali. L’autorizzazione all'uso del Salone è stata chiesta da un collega consigliere e da un gruppo che avevano annunciato un’iniziativa istituzionale, ma così non è. Infatti gli uffici preposti, acquisito il programma, hanno subito attivato le giuste norme di affitto della sala e per motivi di sicurezza assegnato uno spazio differente da quello richiesto.
E’ giusto e comprensibile che le associazioni cittadine abbiano fatto e facciano sentire la propria voce. Anche noi faremo le nostre comunicazioni in aula lunedì, non soltanto in merito a questo evento - concludono Agostini e Vannucci- , ma anche per raccontare ai colleghi ed alla città le belle cose che in un anno di attività la Consulta fiorentina sta facendo, anche in collaborazione con la Fondazione Kennedy. Le dieci sigle di gruppi e associazioni che ne fanno parte, confermano sempre più il bisogno crescente di far conoscere storie e persone che quotidianamente hanno sulle proprie spalle il peso dell’odio e della violenza gratuiti, costruiti su pregiudizi che ormai anche la Tv pubblica cerca di contrastare, per costruire insieme un percorso all'insegna dei diritti" Questo l’intervento del consigliere di Forza Italia Jacopo Cellai: “Tanto per cambiare la sinistra si fa paladina della libertà, del confronto e della democrazia finché restano nel perimetro che loro pretendono e decidono di stabilire.
Tutto il resto non è noia come diceva una celebre canzone ma è qualcosa da proibire. Da isolare. Da evitare. E quindi ecco che De Zordo e Grassi, colleghi di Consiglio della sinistra, hanno già chiesto al Sindaco di revocare la concessione del salone de’ Dugento per il dibattito previsto domenica 19 gennaio sul tema “Proposta di legge Scalfarotto: quali criticità per la costituzione, le politiche minorili ed i mass media?" Tema già svolto a piacimento da Grassi e De Zordo che lo hanno già inquadrato come “manifestazione omofoba” e “convegno contro i diritti delle persone omosessuali”.
Evidentemente la sinistra è così avanti che sa già come sarà l’iniziativa. Una profezia che sta tra il bizzarro e il fantasioso dal momento che la presenza di Ministri, esponenti di Governo, giuristi e professori universitari di fama difficilmente può far credere di qualificare un convegno su questo tema come un dibattito contro i diritti delle persone omosessuali. De Zordo e Grassi inoltre si sono confusi in merito agli organizzatori del dibattito in Palazzo Vecchio, che non hanno a che fare con l’associazione Manif Pour Tous che organizza insieme a “Sentinelle in Piedi” una manifestazione che si terrà in piazza San Firenze sempre domenica 19 gennaio a partire dalle 9,30. La richiesta di revoca del Salone di conseguenza si commenta da sola.
Se poi fosse stata la stessa Manif pour tuor ad organizzare cosa sarebbe cambiato? Non si può dare la sala a chi difende l’unicità del matrimonio tra uomo e donna ed il diritto ad avere un padre e una madre perché a Grassi e De Zordo, la sinistra e company non sta bene? Il sottoscritto, che ha dato una mano ai promotori, invita i fiorentini a partecipare al dibattito previsto per le ore 11, per interessarsi ad una proposta di legge già approvata dalla Camera dei Deputati ma non ancora al Senato, tema di grande importanza di cui si è parlato troppo poco e in modo confusionario. Le parole dei due colleghi della sinistra confermano a pieno i timori di tutti coloro che guardano con preoccupazione alle conseguenze della legge qualora fosse approvata definitivamente.
Oggi una semplice discussione diventa in un attimo un’iniziativa omofoba contro qualcuno. Domani una semplice affermazione della propria idea di famiglia e di matrimonio, una libera opinione potrebbe essere trasformata in qualcosa contro qualcuno e di conseguenza perseguita. E a chi gioverebbe?”