Sono oltre 25 mila i lavoratori delle Cooperative sociali della Toscana. Una realtà che è cresciuta nell’ultimo decennio a ritmi da new economy e che nei servizi agli anziani, all’infanzia, nel settore educativo e di inserimento lavorativo ha consentito, con grandi sforzi e dedizione di chi vi opera, la tenuta dei servizi alla collettività, spesso a salari ridotti e a situazioni di flessibilità organizzativa pesantissimi. Ma negli ultimi mesi qualcosa si sta inceppando e monta la tensione fra i soci lavoratori e i dipendenti delle centinaia di Cooperative della Regione. Prima la disdetta dell’Accordo integrativo regionale, che garantiva mediamente un premio annuo di circa 300 euro ai lavoratori full time, poi la provocazione delle Centrali Cooperative di disdettare anche l’Accordo sull’Iparsa, un’indennità specifica per chi lavora nelle RSA all’assistenza e che in Toscana, grazie ad un Accordo di sistema che vide garante anche la Regione, assicura un trattamento minimo complessivo agli addetti delle Coop pari a quello dei CCNL di riferimento del settore.
Nel corso degli anni, dal 2006 ad oggi, i lavoratori hanno così potuto beneficiare di una cifra aggiuntiva sulle proprie buste paga che mediamente ha assicurato oltre 1.000 euro l’anno (su un lordo complessivo di 15-16 mila). “Adesso Confcooperative Legacoop e Acgi – precisa Roberto Carletti, Segretario Regionale Cgil Funzione Pubblica- sulla scorta dell’ atteggiamento più arrogante di certa imprenditoria del Paese, spingono approfittando delle criticità del settore per tagliare salari dei lavoratori di per sé già esigui, e tutto questo a pochi mesi dall’ entrata in vigore dell’ultimo aumento del rinnovo del Contratto collettivo nazionale” “In altre parole – prosegue Fabrizio Grassi della Uil Toscana- con una mano si dà e con l’altra si riprende, in una logica di gioco delle tre carte in cui si fa passare un messaggio di responsabilità rispetto alla sottoscrizione di rinnovi e aumenti contrattuali a livello nazionale, mentre si approfitta del momento per mettere mano a precedenti conquiste che qualcuno aveva mal digerito”.
“Le Organizzazioni Sindacali sul problema –sottolinea Marco Bucci, Segretario Generale Cisl Fp Toscana- non hanno mai negato o sottovalutato la criticità di questa fase, in ordine anche alla tenuta delle risorse per garantire i servizi; avevamo fra l’altro promosso incontri con le Istituzioni (Regione in testa) per individuare forme di garanzia e copertura delle risorse anche a sostegno del costo contrattuale. Si era inoltre aperto a un percorso di rivisitazione del precedente accordo, chiedendo nel contempo lo spazio necessario entro la fine dell’anno per predisporre una piattaforma sostituiva che contemperasse i diritti dei lavoratori e le esigenze delle imprese cooperative.” “Purtroppo l’arroganza delle Centrali –dice il segretario della Fisascat Cisl Gianfranco Mazza- ha ad oggi prodotto uno strappo inaccettabile al sistema delle relazioni sindacali, con la disdetta unilaterale di 2 Accordi regionali integrativi che fra l’altro, a parare degli stessi sindacati e di autorevoli giuristi, mantengono a tutt’oggi il carattere di ultrattività fino a eventuale nuova intesa.” Si apre così una vertenza molto dura sia da un punto di vista politico-sindacale che giuridico, a fronte della quale si potrebbe arrivare, nei prossimi mesi, ad acuire il clima di lavoro interno e a compromettere la tenuta stessa della qualità dei servizi, in un momento in cui sarebbe viceversa auspicabile un atteggiamento di dialogo e grande responsabilità da parte di tutti.