FIRENZE - La gestione del centro di telerilevamento delle emissioni nel sistema produttivo del comprensorio del cuoio è l'oggetto dell'accordo firnato oggi dall'assessore all'ambiente e energia della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini, insieme a Provincia di Pisa, ai Comuni di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli in Val d'Arno, San Miniato e Santa Croce sull'Arno e ad alcune ditte (Consorzio Aquarno, Consorzio Cuoiodepur, Organazoto, Idea verde, Consorzio SGS, Ecoespanso, Waste recycling, Prati bioenergia, Tecnoambiente, Consorzio conciatori Fucecchio).
L'accordo integra il protocollo d'intesa siglato nel settembre 2011. "L'accordo stipulato oggi - dichiara l'assessore Bramerini - risultato del rapporto di collaborazione tra amministrazioni pubbliche, associazioni imprenditoriali e sindacati che caratterizza il comprensorio del cuoio, ha come finalità l'implementazione del controllo delle pressioni ambientali della zona attraverso uno strumento di garanzia come il centro di telerilevamento delle emissioni, situato a San Romano presso il Dipartimento Arpat di Pisa". "In particolare - spiega l'assessore – l'accordo serve a disciplinare in dettaglio il coinvolgimento diretto delle aziende che intendono aderire al sistema di telerilevamento, finalizzato a prevenire le maleodoranze derivanti da quegli impianti che, per dimensioni, per attività svolte e per materiali/sottoprodotti/rifiuti trattati possono essere considerati a maggior potenziale di impatto ambientale in un territorio soggetto a pressioni ambientali quale è l'area del Comprensorio del Cuoio".
Un'area che si estende nella parte nord-orientale della provincia di Pisa con un raggio di circa 10 chilometri e in cui vivono oltre 100.000 abitanti. Qui viene effettuato circa il 35% della produzione nazionale di pellame ed il 98% della produzione di cuoio da suola. Le aziende del ramo sono circa 900 con oltre 10.000 addetti. Le aziende che aderiscono all'accordo, si legge nel testo firmato oggi, si impegnano a contribuire, attraverso l'acquisizione dei dati provenienti dal costante monitoraggio delle fasi più rappresentative dei propri cicli produttivi, non solo a evitare l'insorgere di problematiche ambientali, ma anche a individuare soluzioni gestionali/produttive in grado di mitigare ulteriormente il loro impatto sul territorio, con particolare riferimento a metodi innovativi di riduzione delle emissioni di COV e di polveri fini.
Alle prime adesioni se ne potranno aggiungere altre, dandone comunicazione al Comune competente entro una scadenza prefissata (il mese di ottobre dell'anno precedente a quello in cui inizieranno a partecipare). Quanto ai costi di gestione, stimati in 180.000 euro l'anno, sono stati così ripartiti tra i firmatari: a carico della Regione 80.000 euro, a carico dei comuni coinvolti 30.000 euro, suddivisi in base al numero degli abitanti, e a carico delle aziende 70.000 euro ripartiti in base a criteri, quali il numero dei sensori, la loro complessità, e l'impatto sul territorio degli impianti. Giovanni Barca, direttore generale di Arpat, ha illustrato le modalità di funzionamento che avrà il telerilevamento.
Presso le aziende che sottoscrivono l'accordo (al momento impianti di trattamento di reflui civili ed industriali, di trattamento di fanghi di trattamento/stoccaggio rifiuti, impianti produttivi e di produzione di energia da biomasse) sono collocati dei sensori (sonde) per la misura in aria o in fase acquosa di parametri chimico/fisici e/o concentrazioni (ad es. di idrogeno solforato) presenti negli insediamenti produttivi. Rispetto al passato sarà effettuata una revisione della parte strumentale installata presso gli impianti per rendere più efficace l'azione di prevenzione degli episodi di maleodoranze e contestualmente consentire una costante regolarità delle emissioni prodotte dagli stessi impianti. Il sistema di telerilevamento consente la ricezione per via telematica da parte di una postazione centrale di dati provenienti dai sensori presenti nelle aziende, che consentono di misurare in tempo reale principalmente parametri correlabili al rilascio anomalo di odori.
I dati raccolti sono controllati ed analizzati presso la sede ARPAT di San Romano. ARPAT provvederà ad effettuare una verifica giornaliera delle informazioni provenienti dagli impianti e, nel caso di anomalie, allo svolgimento dei necessari accertamenti da parte dei propri operatori per controlli più accurati e approfondimenti. ARPAT effettuerà anche verifiche periodiche della corretta funzionalità delle apparecchiature installate presso gli impianti e l'elaborazione dei dati acquisiti con analisi di trend settimanali e mensili dei parametri misurati.
Saranno prodotti quindi report analitici, con frequenza semestrale, delle risultanze delle attività di telerilevamento, per l'informazione agli enti locali interessati, che saranno resi disponibili anche sul Web.