Si rinnova l’appuntamento con le eccellenze dell’enogastronomia italiana, con la presentazione delle guide per il 2014 dei Ristoranti d’Italia - giunta alla trentaseiesima edizione -, e dei Vini d’Italia - alla tredicesima -, entrambe curate dagli esperti dell’Espresso, ormai un punto di riferimento per tanti, italiani e stranieri, alla ricerca della qualità di cibi e vini. A dare il benvenuto al gotha di ristoratori e produttori di vino, i vertici di Pitti Immagine, e il Sindaco Matteo Renzi, visibilmente fieri di ospitare, nello storico complesso della ex Stazione Leopolda, quelle che sono autentiche eccellenze del made in Italy, esponenti di un settore che, assieme al turismo, potrebbe facilmente diventare uno strategico strumento di inversione della crisi, e contribuire al risollevamento dell’economia italiana, dal momento che il comparto industriale nazionale subisce ogni giorno perdite ingenti, vuoi per cessazione d’attività, vuoi per acquisti da parte di proprietà estere.
Pertanto, artigianato, turismo, gastronomia ed enologia restano gli unici settori ancora in mano italiana, e nei quali godiamo ancora un buon margine di vantaggio sulla concorrenza straniera. Nodo della questione, la mancanza di un’attenta politica di tutela, valorizzazione e promozione di questo patrimonio; nello specifico, se monumenti e musei soffrono problemi di degrado, l’enogastronomia deve fare i conti con il mercato parallelo della contraffazione, che “brucia” guadagni per circa 62 miliardi di Euro. E il governo italiano, ribadiamolo, non riesce a far sentire la propria voce a livello internazione, per invocare leggi che garantiscano il made in Italy, e con esso il lavoro dei tanti addetti del settore, così importante per l’economia nazionale. Entrando nel merito delle Guide, da una prima analisi “empirica” dei tanti nomi elencati, si nota che il comparto resiste a una crisi che sta assumendo una dimensione endemica; a garantire la tenuta, non è però la domanda interna, in drastico, drammatico calo, quanto la clientela straniera, che vede in Italia un buona flusso turistico nei ristoranti, e all’estero un aumento delle esportazioni di vino, segno evidente dell’apprezzamento di cui gode l’Italia in terra straniera. All’origine della redazione delle guide, sta un lungo lavoro di ricerca e recensione; sono ben 25.000 i vini assaggiati, e oltre 2700 i ristoranti segnalati -, un lavoro caratterizzato da competenza e coerenza, e che rende le Guide dell’Espresso un testo di riferimento per tutti coloro che amano la qualità di vini e cibi, qualità che è un elemento imprescindibile del buon vivere. Come spiega Ernesto Gentili, curatore assieme a Fabio Rizzari della guida dei vini, quest’anno il numero complessivo de vini eccellenti - ovvero classificati con un punteggio di almeno 18/20 -, è il più alto di sempre: ben 272.
Numero dovuto non tanto a una maggior benevolenza dei recensori, quanto invece a una miglior qualità nella produzione enologica. Tre le ragioni fondamentali: una miglior preparazione tecnica degli enologi; il susseguirsi di più annate ottimali, dal punto di vista meteorologico; la definitiva entrata in produzione dei vitigni piantati a cavallo fra il vecchio e il nuovo secolo. Fra le tante eccellenze riconosciute dalla Guida, segnaliamo quelle che si sono distinti con il massimo dei voti: 20/20 per il Moscato di Pantelleria 2009 di Ferrandes, il Barbaresco Crichët Pajé 2004 di Roagna, e il Barolo Vigna Rionda 2007 di Massolino.
A livello regionale, il Piemonte conferma la propria leadership con 61 vini segnalati con cinque bottiglie, seguito dalla Toscana con 56. È importante segnalare che vino eccellente non significa necessariamente vino costoso, poiché oltre il 25% di questi è acquistabile in enoteca a un prezzo inferiore ai 15 Euro. Si può quindi bere, responsabilmente, senza eccessivi aggravi sul portafogli. A Enzo Vizzari, direttore delle Guide, il compito di illustrare il panorama della ristorazione. Crisi a parte, dall’esame dell’offerta nazionale si evince che in Italia non si è mia mangiato così bene come in questi ultimi anni, grazie alla riscoperta delle tradizioni gastronomiche e all’utilizzo dei prodotti del territorio, sapientemente abbinati, però, a influenze straniere, ovverosia al km zero si preferisce il km buono, nel senso che prima ancora della distanza di provenienza, di un prodotto si privilegia la qualità.
Con un occhio di riguardo, beninteso alle produzioni italiane. Ben 26 i ristoranti con tre cappelli, al vertice dei quali si posiziona l’Osteria Francescana di Modena, gestita dallo chef Massimo Bottura, che ha ottenuti 19,75/20. La regione con il maggior numero di tavole di qualità è la Lombardia, con 60, seguita dalla Campania con 44. Ma la geografia italiana vi è rappresentata tutta, a dimostrazione che la gastronomia è una cultura in ogni zona del Paese. Fra i premi speciali attribuiti in questo 2013, segnaliamo quello per la Pasticceria dell’Anno, andato al Ristorante Il Palagio del Four Season Hotel di Firenze, mentre il premio per la Qualità del made in Italy è andato al ristorante Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mn). Vini e ristoranti per tutti i gusti e tutte le tasche, accomunati però dalla qualità delle materie prime, e dalla passione che produttori ed esercenti mettono ogni giorni nel proprio lavoro, un modo per sostenere l’economia del Paese, ma anche per tramandare nel tempo una sapienza e una cultura che affondano nei secoli le loro radici. Niccolò Lucarelli