«Siamo dinnanzi a due ricostruzioni diverse dei fatti: una delle due evidentemente non risponde al vero. A questo punto non è più procrastinabile un confronto tra la Giunta regionale, i direttori generali della Giunta - Barretta e Pelini - e lo stesso Zita alla presenza dei Consiglieri regionali» così Stefania Fuscagni, consigliere regionale del PdL e Portavoce dell’Opposizione a commento del memoriale a firma di Fabio Zita, annunciando di aver richiesto al presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci di valutare la possibilità di creare le condizioni per un confronto tra i protagonisti di questa vicenda .
«Il punto politico da capire è: perché Zita è stato trasferito? Perché era un “lavativo” che lavorava “in una situazione di palese illegalità e di violazione della legge”, come afferma il Presidente Rossi? Va capito – incalza Fuscagni – perché da qui passa un pezzo importante della vicenda TAV anche giudiziaria. Una vicenda oscura pure sotto l’aspetto politico, segnata da tanti dubbi a partire dalle deleghe ritirate all’Assessore Bramerini, alla “sparizione” politica dell’Assessore Ceccobao.
Se Zita era così inefficiente perché lo si è lasciato lavorare per decenni promuovendolo e dandogli importanti incarichi? Ci dica l’allora direttore generale Valerio Pelini se mai aveva riscontrato che Zita fosse un “fannullone”, e ci dica l’Assessore Bramerini se Zita era considerato uno lento. Dove sarebbero i richiami scritti che un funzionario così descritto non potrà che avere ricevuto negli anni? Possibile che solo con la vicenda TAV Zita si sia rivelato un incapace?», prosegue la portavoce dell’Opposizione. «Registro poi, e lo faccio da antica sindacalista, che le accuse mosse dal Presidente Rossi a Fabio Zita legate alla sua professionalità sono di una tale gravità che imporrebbero da parte dei sindacati, spesso giustamente molto solerti, una presa di posizione esatta perché o il “vero” Zita è quello che ha descritto il Presidente Rossi anche su indicazione di Barretta - e allora non si capisce perché Martini, Pelini e poi Bramerini lo abbiano non tollerato ma valorizzato e promosso per anni col massimo dei voti –, oppure il vero Zita è quello che emerge dalla carte che noi abbiamo ricevuto .
E allora la vicenda richiede approfondimenti ulteriori da parte del Consiglio e, viste le implicazioni giudiziarie, forse non solo da parte del Consiglio», conclude Fuscagni.