Firenze 04.09.2013- I numeri continuano ad evidenziare un settore in profonda crisi che, anche nelle ultime rilevazioni, non accenna nessuna inversione di tendenza. La Toscana soffre, le imprese chiudono e la competitività si riduce, con il rischio di veder scomparire l'intero settore delle costruzioni. Nei primi sette mesi dell'anno le ore di cassa integrazione nel settore edile sono state 4.682.194, il 31,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2012; a livello nazionale seppur preoccupante, si registra un +11,9%.
Importante l'aumento in Toscana sia dell'utilizzo della cassa ordinaria (+34,09%) che della straordinaria (+38,66%). Mentre il dato sulla deroga è parziale visto il blocco delle autorizzazioni, le domande sono comunque moltissime e se non ci sarà velocemente uno sblocco dei fondi nei prossimi mesi ci troveremo a dover far fronte ad un livello di emergenza sociale ancora più grave. A livello provinciale il dato peggiore in termini % di incremento è quello Pisano con +122% seguito da Lucca +60% e Pistoia +58,4%.
Mentre un calo lo registriamo a Massa Carrara (-51,7%) e ad Arezzo (-14%). Quest'ultimo dato però non è assolutamente tranquillizzante infatti a fronte di una riduzione della richiesta di ammortizzatori queste due provincie registrano un pesante calo degli addetti nell'ultimo anno anche rispetto al già preoccupante crollo del 12,3% su base Regionale. Complessivamente in Toscana confrontando i primi semestri dell'anno 2012/2013 oltre 5.000 lavoratori sono usciti dal settore edile. “Spero che qualcosa per il settore si stia muovendo” sostiene Giulia Bartoli della Fillea Toscana, “penso, per esempio, allo stanziamento di risorse sull'Edilizia Scolastica e ai, seppur pochi per gli interventi necessari, 10 milioni assegnati alla Regione Toscana, o all'introduzione di meccanismi di semplificazione, l'approvazione del piano regionale integrato infrastrutture e mobilità e infine vedremo quali interventi potranno essere messi in campo in Toscana fra quelli in discussione al Tavolo dell'edilizia”.
“Occorrerà verificare cosa queste iniziative determineranno in termini di ripresa”, aggiunge Bartoli. “L'edilizia”, conclude, “è un settore che quando riparte non produce i sui effetti nell'immediato così come più tardi di altri comparti ha risentito della crisi. In compenso i benefici sono a lungo termine ed è per questo che sono necessari interventi straordinari non legati alla temporalità. Non rinviabile per una ripartenza del settore l'allentamento del patto di stabilità per investire su piccole e grandi opere infrastrutturali”.