La nuova gara per la gestione delle portinerie rischia di avere ricadute su 62 lavoratori impiegati nell'appalto a partire dal prossimo primo ottobre. A lanciare l'allarme è la Cgil: "La gara aggiudicata al ribasso contro i principi dell'ordinamento regionale, produce incertezza occupazionale, un taglio di oltre il 35% del salario ed un'anomalia contrattuale sul territorio fiorentino e toscano che non ha precedenti" questa la reiterata denuncia delle organizzazioni sindacali "Dopo lo sciopero di maggio siamo costretti a fermarci ancora.
Nella Spending Review il principio di equità deve essere essenziale, come siu può pensare allora di tagliare le retribuzioni di lavoratori che non raggiungono i 600 euro al mese?" "Gli scioperi intendono spingere su questo tasto ed uscire dal pasticcio apperentemente inestricabile per dare finalmente dignità ai lavoratori". Sulla questione interviene anche il consigliere regionale del Pdl, Tommaso Villa “Le persone non sono cedolini di buste paga, non rappresentano un mero valore economico.
Le modalità con cui è stata condotta la gara per l’affidamento del servizio di portineria della Regione Toscana, al contrario, non tengono conto della qualità del servizio, svilendo la professionalità dei lavoratori, e soprattutto scarica su di loro tagli che avrebbero potuto e dovuto essere indirizzati altrove”. "L’essere in tempi di revisione della spesa - prosegue Villa non può avere come conseguenza l’abbattimento dei tagli su chi ha una retribuzione già bassa. La gara al ribasso aveva una alternativa che avrebbe tenuto conto anche di altri parametri, oltre che quello del risparmio.
In Regione non mancano gli esempi di sprechi, ma cominciare dai decine di lavoratori che a fronte di lunghi orari di lavoro portano a casa stipendi non certo sostanziosi è una scelta che non condivido assolutamente".