Luglio 2011, policlinico delle Scotte a Siena. Luglio 2012, ospedale di Careggi a Firenze: Giugno 2013, ospedale Versilia di Lido di Camaiore. E ora, con Grosseto dove ieri un paziente è deceduto, ecco allungarsi la catena toscana di tragedie legate a trasfusioni di sangue sbagliate. «Che ci siano da rivedere i protocolli di sicurezza?», si chiede oggi il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) alla luce dell’ennesimo lutto e dopo aver ricostruito anni di estati – chissà poi perché questa coincidenza – segnate da errori fatali negli ospedali. E mentre prepara un’interrogazione, Mugnai è a guardia alta: «Anche questa volta la Asl ha già attivato la debita inchiesta interna – osserva – mentre la procura ha disposto l’autopsia e poi valuterà per proprio conto il da farsi.
Per parte nostra continuiamo ad attendere risposte dalla giunta regionale su come sia possibile un simile susseguirsi di errori e scambi di sacche che costano la vita ai pazienti. Uno sarebbe già troppo, ma questa serie davvero lascia sconcertati». “Voglio esprimere le mie più sentite condoglianze alla famiglia del paziente deceduto a Grosseto in seguito a una trasfusione sbagliata. Ma voglio anche tranquillizzare i cittadini toscani sulla sicurezza del nostro sistema sangue. La Asl 9 di Grosseto ha già avviato la sua indagine per ricostruire la sequenza dei fatti e capire come sia stato possibile l’errore.
Come Regione, noi vogliamo valutare se questi eventi possono esprimere un’eventuale criticità del sistema su cui poter intervenire. Sono stati convocati per una verifica congiunta e per discutere del buon uso del sangue i direttori sanitari delle Aziende e i responsabili di tutti i Centri trasfusionali toscani, in quanto responsabili del governo clinico del sangue e delle procedure trasfusionali. Sottoporremo il nostro sistema a un audit, al quale inviteremo anche il Centro Nazionale Sangue e il Centro Regionale gestione rischio clinico.
Purtroppo l’errore umano, come in questo caso, può capitare e non è del tutto eliminabile, ma i dati ci dicono che il nostro sistema trasfusionale è sicuro”. Così l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni commenta la notizia della morte di un paziente avvenuta ieri sera all’ospedale Misericordia di Grosseto, dopo che gli era stato somministrato sangue destinato a un altro ricoverato. “Indipendentemente dalla frequenza casualmente ravvicinata degli accadimenti, gli eventi di questo tipo verificatisi nella nostra regione rientrano in un range di valori in linea con le statistiche nazionali e internazionali.
In ogni caso – aggiunge l’Assessore – con serietà e come atto di responsabilità e di sensibilità nei confronti dei cittadini, abbiamo cercato di mettere a punto procedure sempre più sicure. Con lo stesso senso di responsabilità stiamo già procedendo a fare ulteriori approfondite verifiche”. Il consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri effettua un focus sulla situazione toscana: "La Regione Toscana con la delibera 1235/2012 ha previsto la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, sostenendo di mettere in atto interventi mirati per rafforzare il welfare territoriale.
Andando a vedere la delibera, l'intervento di maggiore rilevanza è la riduzione dei posti letto che, secondo le prime stime dell’assessore Marroni, sarebbe stata di 2.000 posti letto in Toscana. Come? Attraverso l’abbassamento del parametro dei posti letto ogni 1.000 abitanti (inclusa riabilitazione e lungodegenza) dai 3,7 previsti dal decreto Balduzzi ai 3,15 individuati dalla Regione. Una riduzione che andrà a colpire le strutture con un tasso di occupazione dei posti letto inferiore all’85% che, secondo i dati della stessa Regione Toscana, sarebbero la maggioranza dei presidi ospedalieri. «Il taglio dei posti letto – afferma il consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri – è una misura che incide pesantemente sul territorio e che non può essere assunta se non nella profonda convinzione che sia un intervento veramente efficace, che vuol dire una sanità migliore ai cittadini della Toscana.
Io credo che con questo intervento tutti siano consapevoli che non si rafforza il welfare territoriale perché si vuole unicamente ridurre i costi. Ma mi chiedo: si riducono davvero i costi oppure non si riesce nemmeno a raggiungere questo risultato? Analizziamo per esempio l’ospedale di Careggi dove i posti letto ordinari sono 1232, per un tasso di occupazione degli stessi nel 2012 dell’83%. Quindi, secondo il parametro fissato dalla Regione Toscana, ci saranno sicuramente dei tagli. Analizziamo, allora, alcuni dati dei costi parziali della struttura riferiti al 2012: - totale costi della struttura 618.784.000 euro di cui: - prodotti farmaceutici 67.950.000 euro; - personale sanitario 208.712.000 euro; - personale ruolo tecnico 42.438.000 euro; - personale ruolo amministrativo 15.576.000 euro; - cancelleria e supporti informatici 930.000 euro; Andando ad una valutazione sul livello qualitativo dei servizi erogati nell’ospedale, ogni anno il Laboratorio Management e Sanità (Mes) redige per la Regione una sorta di pagella delle strutture sanitarie.
Secondo gli ultimi dati in nostro possesso per questa indagine il presidio presenta alcune criticità. Citiamo per esempio alcuni parametri ritenuti non soddisfacenti dal Mes: - percentuale di pazienti in codice giallo visitati entro 30 minuti: Careggi si colloca in fascia pessima con il valore di 47,58 % a fronte di una soglia regionale di 82,793 % - consumo di antibiotici nei reparti: a fronte di una soglia regionale 1,429 sopra la quale non si dovrebbe l’Aouc di trova a 1,70 in fascia pessima - percentuale di parti indotti: l’azienda ospedaliera universitaria si trova in fascia scarsa con un valore sintetico di 21,43 rispetto alla media regionale di 18,30 che non andrebbe superata - percentuale di ricoveri ripetuti chirurgici (per la stessa patologia) entro 30 giorni: Careggi ottiene un valore di 3,19 rispetto al limite regionale di 2,25 . - sepsi post-operatoria per chirurgia programmata: nuovamente l’Aouc si trova a 2,62 a fronte di una media regionale 1,26, una soglia che non andrebbe superata. Quanto sopra sintenticamente rappresentato a nostro avviso dà una risposta chiara: il taglio dei posti letto non migliorerà i parametri negativi di cui sopra e non offrirà una sanità migliore, ma, vista la natura dei costi degli ospedali, il taglio dei posti letto non comporterà un risparmio significativo dei costi.
Ripeto – conclude Lazzeri –, con il taglio dei posti letto avremo una sola certezza: che quando ne avremo bisogno, ci mancheranno i posti letto»