Un grande artista, napoletano di estrazione, parigino di nascita, fiorentino di adozione, Silvio Loffredo è morto ieri. “Se ne è andato uno straordinario pittore fiorentino, uno dei più grandi del ‘900”. Così il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani ha espresso oggi il suo profondo cordoglio per la scomparsa del noto pittore “Sono triste- ha detto Giani-. Loffredo ci mancherà anche se rimangono per sempre i suoi “San Giovanni” e i suoi Gatti, espressione di un talento unico nella cultura artistica fiorentina.
Loffredo amava Firenze e Firenze gli ha conferito il Fiorino d’Oro nel 2010. La sua bontà rimarrà per tutti quelli che lo hanno conosciuto ricordo incancellabile”. Silvio Loffredo nato a Parigi nel 1920 da genitori italiani. Riceve i primi insegnamenti dal padre, Michele Loffredo pittore e dalle frequentazioni dei corsi di disegno e di nudo alla Grand Chaumiere a Parigi. Dopo la parentesi bellica che lo vide prestare servizio nei reparti italiani affiancati alla VIII Armata, seguì gli studi all'istituto di Arte di Siena, all'Accademia di Belle Arti di Roma e all'Accademia di Firenze; in quel periodo, a Firenze, frequenta Ottone Rosai.
Parallelamente alla sua attività pittorica, fa parte come regista della Cooperativa del Nuovo Cinema Indipendente di Roma: realizza numerosi film a passo ridotto, per cui viene invitato ad importanti rassegne di Cinema d'Artista. Ha realizzato anche dei grandi pannelli murali commissionatigli prima in Francia e poi in America, a Boston. Nel 1973 è invitato dall'istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze per commemorare, con un gruppo di opere, il V centenario della nascita di Copernico.
Si tratta di venti lavori - dipinti, disegni e incisioni - che rimarranno esposti, in permanenza, in un apposita sala del Museo. Segue nel tempo l'acquisto delle sue opere da parte dei musei di New York, Parigi, Bruxelles, Milano, Pisa, mentre due autoritratti vengono collocati alla Galleria degli Uffizi. Dal 1973 al 1990 e titolare della cattedra di pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Agli anni dal 1996 al 1997 risalgono alcune sue collaborazioni con il Comune di Pontassieve. Nel 1996, infatti, ha esposto nei locali della Biblioteca comunale di Pontassieve con una mostra di incisioni dal t itolo “Stelle – Piante - Animali”.
Nel 1997, nell’ambito del progetto “Ecco l’Euro”, ha realizzato il progetto grafico dal titolo “Anche Pinocchio a Pontassieve per l’Euro”. Nel 2001 il Museo Italo-Americano di San Francisco organizza una mostra delle opere di Kokoschka, Loffredo e Sassone, presentata anche in Italia a Pietrasanta nel 2003. Nello stesso anno espone a Pisa, al Museo Nazionale di S. Matteo, il ciclo di cinquanta incisioni Le bateau ivre di Arthur Rimbaud. Sono gli anni in cui affronta l'incontro di meraviglia, malinconia e di rapimento con la poesia e con il poeta Mario Luzi.
Sempre nel 2003 partecipa anche alle importanti esposizioni in Polonia, a Varsavia e a Cracovia. L’artista viveva tra Trebbiano-La Spezia (dove abita sua moglie, Susanne Newell, anche lei pittrice) e Firenze dove lavorava nello studio in Piazza Santa Croce. Alla soglia dei novanta anni Pontassieve ospitò nella sala delle colonne la mostra dal titolo “Non dire gatto” che ancora una volta fa emergere la sua genialità e conferma la capacità di stupire che lo contraddistingue da sempre, racchiudendo anni di carriera. “In quell’anno – ricorda il Sindaco Marco MAIRAGHI – il 9 ottobre, in occasione del suo novantesimo compleanno, la città di Pontassieve lo ha omaggiato con il suo massimo riconoscimento, il Ponte Mediceo.
Il Maestro Loffredo vantava un curriculum da grande autore, una carriera costellata da successi e da continua ricerca e vide in Pontassieve la sua vetrina per una mostra che racchiudeva moltissimi anni di carriera. Per noi fu un onore”. “Lo ricordiamo con stima e affetto – afferma l’Assessore Alessandro SARTI. È innegabile che un personaggio dello spessore artistico di Silvio Loffredo abbia portato un grande contributo a Pontassieve e non solo per quello che ha rappresentato con il suo lavoro nella storia e nello sviluppo stesso della cultura della nostra città”.