Matteo Renzi e quella capacità innata di far discutere anche le pietre. A poche ore dalla 'liberazione' di San Lorenzo davanti alla facciata orfana delle bancarelle compaiono tanti tavolini usa e getta, compra e fuggi. A denunciarlo è Gianni Greco presidente di FirenzeRizzati, l'associazione cittadina che fotografa il degrado della città e lo rilancia sui Social Network dove i commenti fioccano numerosi. Qualcosa non ha funzionato? I commercianti lamentano da anni la presenza degli abusivi tra le intercapedini del Mercato Storico.
I cittadini di San Lorenzo chiedono da tempo di essere ascoltati perché il recupero del quadrilatero necessita di un intervento strutturale e mirato, di un programma articolato di iniziative volte a debellare il degrado nelle vie limitrofe alla Basilica che si ritrovano ad essere vespasiani h24. La concentrazione delle bancarelle in piazza del Mercato Centrale, attorno al monumento dedicato a Collodi ed al suo Pinocchio, a discapito dei dehor non piace, così come non piace lo stato in cui versano via Taddea e le strade attorno al rudere di Sant'Orsola, così come non piace quanto accade in via Nazionale dove Le Fonticine sono usate per lavarsi in pieno giorno, così come non piace che al posto degli ambulanti che pagano spazi e licenze siano ora in bella vista gli abusivi.
Toccherà metterci un altro presidio fisso di Polizia? Firenze però non merita lo scontro sociale. Peccato perché Renzi era stato convincente e con quel suo "L'avevamo promesso, lo abbiamo fatto" ha voluto metterci la firma nero su bianco sulla riqualificazione. "Non si può fare" è una delle frasi usate dal sindaco durante il discorso dell'11 agosto per la Liberazione di Firenze, rivolta urbi et orbi per ricordare anche a Roma che la generazione dei partigiani si è animata contro quel tremendo e fastidioso "Purtroppo.." che tante volte ha impedito all'Italia di crescere.
"Yes we can" è molto meglio. "Si può fare" ha ribadito Renzi. "Detto, Fatto" lo slogan previsto per settembre quando a Firenze compariranno i cartelloni dell'Amministrazione per comunicare il programma svolto in questi ultimi 4 anni di governo cittadino. Si può. Levare le bancarelle da una piazza dopo mesi e mesi di discorsi e proteste, di ricorsi e pugni in faccia figurati o meno, e pensare di aver operato una rivoluzione culturale. Si può, pensare di ridare lustro alla facciata della chiesa più rappresentativa della famiglia Medici.
Si può, tenere fede ad una richiesta, quella del Priore di San Lorenzo, Monsignor Livi ed aspettarsi un ringraziamento pubblico. Si può, credere che la Curia abbia oramai avviato una guerra contro Palazzo Vecchio e quindi un ringraziamento non arriverà mai. Si può. Certo che si può. E' Firenze, si deve. "Naturale che poi siamo noi che possiam cambiar tutto a patto che si lasci tutto come era" avrebbe detto Gaber. L'immobilismo degli ultimi anni è capace di far apparire qualsiasi passo avanti come un balzo sulla Luna.
Bella la copertina. Ma a Firenze serve sempre scrivere una pagina in più, perché ad ogni azione corrisponde sempre una reazione. AntLen