Il Presidente del Consiglio provinciale Piero Giunti, unitamente al Presidente della Giunta Andrea Barducci, ha convocato un Consiglio provinciale straordinario mercoledì 31 luglio 2013 presso il carcere di Sollicciano, "per fare il punto in merito alle competenze dell'Ente in relazione alla vita del pianeta carceri, ai programmi svolti e all'attività delle associazioni del volontariato carcerario in essi coinvolti: competenze che a volte sfuggono, ma che hanno rilevanza nel mondo degli istituti di pena". La seduta è in programma alle 15 ed avrà all'ordine del giorno la discussione della situazione della struttura di detenzione fiorentina.
Si tratta della prima seduta di questo genere per il Consiglio provinciale e ad essa prenderanno parte 150 detenuti. "Parleremo del sovraffollamento, delle carenze strutturali di Sollicciano, e di come attuare politiche attive di formazione per il reinserimento sociale dei detenuti", spiega Giunti. Oltre alla stampa sono state invitate numerose personalità politiche, tra le quali anche Marco Pannella, che ha già dato la sua adesione e parteciperà ai lavori. Il gruppo consiliare del Pdl in Provincia di Firenze non parteciperà al Consiglio provinciale fissato per oggi presso il carcere di Sollicciano.
E' una decisione maturata all'interno del gruppo del Pdl "dopo i fatti accaduti durante i lavori della Quarta Commissione preparatori al documento da approvare al Consiglio Provinciale eccezionalmente organizzato dentro il carcere di Sollicciano". Le intenzioni del Pdl sono state inizialmente quelle di arrivare ad un documento di sintesi che "rispecchiasse le diverse sensibilità culturali e politiche che si registrano inevitabilmente di fronte ad una tematica delicata come quella sullo stato delle istituzioni penitenziarie nella Provincia di Firenze, ed anche con riferimento al problema del sovraffollamento". Il Pdl, come partito di Centrodestra, nell'ambito dei problemi del sistema delle carceri italiane, ritiene prioritario rivolgere l'attenzione al personale penitenziario che risulta insufficiente rispetto a quanto stabilito con il decreto ministeriale dell'8 Febbraio 2001, senza trascurare l'apparato amministrativo e sanitario. Questo punto, oltre al principio costituzionale di "una maggiore umanizzazione della pena" erano stati accolti come emendamenti in commissione, ma "lo scontro duro è arrivato sulla questione delle associazioni dei familiari delle vittime".
Infatti, a tale proposito, il Pdl aveva proposto il coinvolgimento dei rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime territorialmente rappresentative "al fine di perseguire l'obiettivo di una giustizia sensibile e presente anche verso coloro che hanno subito il reato e verso i quali lo Stato non può arrecare ulteriore offesa". Su questo punto che il Pdl ritiene "fondamentale ed irrinunciabile sul piano legislativo e morale, la maggioranza non ha voluto sentire ragioni, ed ha respinto con veemenza questo emendamento". Anche il progetto del 'Piano carceri', sul quale il Pdl "ha sempre creduto e portato avanti con convinzione, non ha trovato una adeguata risposta dalla maggioranza, mentre per noi è fondamentale realizzare nuove strutture penitenziarie per risolvere il problema strutturale del sovraffollamento". Sulla base di queste motivazioni, il gruppo del Pdl ha deciso di non partecipare alla seduta straordinaria del Consiglio Provinciale fissata per oggi pomeriggio, ritenendo il problema carcerario "così complesso e delicato da non volerlo trasformare e risolvere in un evento mediatico, magari anche in un possibile spot elettorale per una futura candidatura di qualcuno a Garante dei Detenuti". Il Consiglio straordinario di oggi è "un evento gestito solo dalla sinistra, a favore delle sue posizioni parziali che non danno ascolto a coloro i quali, come le associazioni delle vittime, hanno il diritto di ottenere ragione e giustizia dalle nostre istituzioni". Non esisterebbero infine "degli impegni concreti verso la tematica sullo stato delle istituzioni penitenziarie, ma solo impegni politici e propagandistici, per un Ente come la Provincia che, fra l'altro, non ha competenze proprie su questo argomento". Calò e Malpezzi invitano i cittadini a firmare per la campagna "3Leggi" promossa dall'associazione Antigone su tre progetti di leggi di iniziativa popolare: "Dopo la visita effettuata dal Ministro della Giustizia Cancellieri al carcere di Sollicciano è il momento del Consiglio Provinciale di Firenze.
Nel carcere fiorentino, dove il sovraffollamento raggiunge livelli altissimi, per gli effetti pratici e devastanti prodotti dai provvedimenti legislativi della legge Bossi-Fini che ha costituito il reato di clandestinità e quella Fini-Giovanardi sulle droghe, qualunque provvedimento volto a migliorare le condizioni dei detenuti, senza cancellare queste mostruosità legislative, non avrà che un labile effetto e non riuscirà ad impedire che la situazione precipiti nuovamente a livelli impietosi nel giro di pochissimo tempo". Cordone (Lega Nord): “Sui rapporti tra Provincia e sistema carcerario, ribadisco che la priorità del Governo e di tutte le altre Istituzioni non può essere il sovraffollamento carcerario ma la certezza e l'effettività della pena perchè i criminali devono stare in galera.
Promuovo per questo Ferragosto uno sciopero della fame e della sete a sostegno della causa delle vittime della criminalità “. La commissione consiliare Politiche sociali del Consiglio provinciale di Firenze ha approvato a maggioranza una proposta di mozione sullo stato delle istituzioni penitenziarie nella Provincia di Firenze.
"Il presente documento, che il Consiglio provinciale approva in questa seduta straordinaria, ha come obiettivo l'individuazione di elementi di politica amministrativa relativi ad alcuni dei tanti problemi del sistema penitenziario ed è il frutto unitario del lavoro della Quarta commissione della Provincia a seguito di un lungo periodo di approfondimento, pur mantenendo i gruppi presentatori del documento in Consiglio Provinciale posizioni, sensibilità e idee diverse rispetto alle modalità di soluzione e di proposta programmatica rispetto alle politiche carcerarie; il Consiglio Provinciale Evidenzia le condizioni degli istituti di pena in Italia contrarie allo spirito della riforma penitenziaria del 1975, ispirata a una maggiore umanizzazione della pena, e lo stesso enunciato dell'art.27 della Costituzione italiana; denuncia il grave sovraffollamento, le carenze di risorse economiche, la scarsità di personale di Polizia Penitenziaria e sanitario, lo stato di degrado strutturale in cui versano, a livello generale, gli istituti di pena della Regione Toscana. Nelle carceri toscane, secondo gli ultimi dati diffusi dal "Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale", relativi al 31dicembre 2012, sono presenti 4.148 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 3.261 con un tasso di sovraffollamento del 127,2%; le donne sono 152, gli stranieri 2.286; Richiama la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo, pronunciata l'8 gennaio 2013, c.d.
sentenza Torreggiani, che costituisce una pesante condanna nei confronti dell'Italia e del suo sistema penitenziario, giacché condanna il nostro Paese per violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea ovvero la proibizione di trattamenti inumani e degradanti; Ricorda che nel territorio della provincia di Firenze sono siti cinque istituti di pena di vario livello amministrativo: la casa circondariale di Firenze "Sollicciano", l'istituto a custodia attenuata di Firenze "Gozzini", l'istituto penitenziario minorile di Firenze "Meucci", l'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo e l'istituto a custodia attenuata "Pozzale" di Empoli; Ringrazia il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria (PRAP) e la direzione del N.C.P.
Sollicciano per aver coadiuvato e attivamente collaborato alla decisione dell'amministrazione provinciale di Firenze di convocare il Consiglio Provinciale all'interno della struttura penitenziaria di Sollicciano; Saluta gli ospiti presenti al Consiglio Provinciale a Sollicciano e li ringrazia; Prende atto, con dispiacere, delle dimissioni di Alessandro Margara, Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, e lo ringrazia per il prezioso lavoro svolto; Richiama le deliberazioni di Consiglio Provinciale n.97 del 27/6/2011 e n.135 del 22/11/2012; Richiama le competenze della Provincia di Firenze in materia di formazione professionale e educazione scolastica; competenze importanti per definire politiche attive sul territorio con la finalità di stabilire un nesso tra Istituti penitenziari e società attraverso un trattamento del detenuto finalizzato alla rieducazione e al reinserimento; Ricorda il lavoro di approfondimento svolto dalla Quarta Commissione Consiliare (sociale, lavoro e formazione) della Provincia che, in numerose sessioni di lavoro, ha incontrato, a volte direttamente all'interno degli istituti penitenziari, alcune direzioni amministrative penitenziarie (Sollicciano e OPG di Montelupo), le Istituzioni comunali di Firenze, Empoli e Montelupo, gli operatori del volontariato carcerario, i sindacati di Polizia Penitenziaria, il Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze al fine di valutare, in maniera priva di pregiudizi e scivolamenti ideologici, le possibilità reali per il ripristino di una soglia minima di umanità carceraria e di normalità nella funzione della giustizia; Ricorda che, secondo un'indagine voluta dall'Agenzia Regionale di Sanità (Ars) che ha coinvolto quasi i tre quarti dei detenuti toscani, il 33,2% di costoro soffre di patologie psichiatriche, fra le quali si segnalano disturbi derivati al consumo di stupefacenti (12,7%) e le nevrosi (10,9%), frequentemente legate al difficile adattamento alla reclusione; Ricorda inoltre un'indagine voluta dall'Agenzia Regionale di Sanità (Ars) nel 2012 con la quale si rende evidente che oltre il 70% della popolazione detenuta nelle carceri toscane (età media 38,5 anni, con basso livello di istruzione, composta per la metà da stranieri e per la quasi totalità - 96,5% - maschile) sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell'apparato digerente. Considera gravemente insufficiente l'attuale numero di unità operative di Polizia penitenziaria, di unità amministrative e di educatori presenti all'interno delle strutture penitenziarie della Provincia di Firenze, così come considera deficitaria l'assistenza psicologica, a cominciare da quella legata alle attività di osservazione e trattamento dei detenuti, per cui si rende necessario l'adeguamento degli organici del personale penitenziario e amministrativo, nonché dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli educatori e degli psicologi, non solo per ciò che concerne la loro consistenza numerica, ma anche per ciò che riguarda la promozione di qualificazioni professionali atte a facilitare il reinserimento sociale dei detenuti e per garantire adeguata tutela della loro salute; Considera seriamente insufficiente l'attuale numero di unità operative di Polizia penitenziaria, alla luce di quanto stabilito con il decreto ministeriale 8 febbraio 2001; Considera positivamente il lavoro svolto dalle numerose associazioni di volontariato nel carcere senza le quali le condizioni di vita all'interno delle strutture penitenziarie sarebbero in condizioni peggiori di quelle, già gravissime, attuali; Valuta il sovraffollamento, la mancanza di spazi, l'inadeguatezza delle strutture carcerarie, la mancanza degli organici e del personale civile, lo stato di sofferenza in cui versa la sanità all'interno delle carceri, una situazione contraria ai principi costituzionali e alle norme del regolamento penitenziario impedendo il trattamento rieducativo e minando l'equilibrio psico-fisico dei detenuti, con incremento, anno dopo anno, dei suicidi e di gravi malattie; Deplora il ritardo nel superamento degli Opg, dovuto all'inerzia del Governo e a una legge di difficile attuazione, applicata poco agevolmente nelle parti relative alle dimissioni "senza indugio" degli attuali internati, per inadempienze delle Regioni e delle Asl/Dipartimenti di salute mentale".