Equivoci, passioni e traversie della corte di Mantova del 1500 approdano per la prima volta a Torre del Lago, omaggio del 59° Festival Puccini ai 200 anni della nascita di Giuseppe Verdi che ricorrono proprio nel 2013. Sul palcoscenico del Gran Teatro all’Aperto, venerdì 19 luglio, saliranno il buffone Rigoletto, il Duca libertino e l’ingenua Gilda, protagonisti della seconda opera della trilogia del cigno di Busseto che vedrà in cabina di regia Renzo Giacchieri, specialista dell’opera verdiana e, sul podio, il maestro Boris Brott, direttore canadese anche lui al debutto in riva al Massaciuccoli. Un allestimento tradizionale con le scene di Alfredo Troisi, realizzate dalla Bottega Fantastica, con una regia che rispecchia fedelmente il libretto, il regista Renzo Giacchieri dice infatti che Rigoletto è un’opera in se “moderna” in ogni sua valenza e difficilmente consente all’intellettuale di oggi, che si cimenta con la messa in scena, di dedicarsi ad una operazione di stravolgimento per “demitizzare” e “attualizzare”, perché tale operazione è valida fino a che si limiti in generale a far giustizia di incrostazioni e mistificazioni, ossia di pseudo valori qui introvabili.
E cita al proposito anche Alberto Moravia: Verdi viene rappresentato e verrà sempre rappresentato perché la sua conoscenza dell’uomo risale all’epoca in cui per l’ultima volta l’uomo ebbe come fine se stesso, nient’altro che se stesso e niente meno di se stesso. Fra gli interpreti, il tenore sardo Francesco Demuro sarà il Duca di Mantova che brama la tenera Gilda (alias Ekaterina Bakanova), figlia segreta dello storpio buffone di corte Rigoletto, ruolo affidato al baritono fiorentino Devid Cecconi che tenterà inutilmente di proteggerla dagli ardori del nobile padrone.
Completano il cast Michail Ryssov, Chiara Chialli, Silvia Pasini, Choi Seung Pil, Angelo Nardinocchi, Mario Bolognesi, Francesco Musino, Valentina Boi, Massimiliano Damato e Atsuko Koyama Ma l’appuntamento con Rigoletto non sarà l’unico omaggio della Fondazione Festival Pucciniano al bicentenario verdiano: l’associazione culturale Elephant Paname, infatti, ha incaricato l’ente lirico di allestire una grande mostra su Verdi a Parigi, in un palazzo storico a due passi dall’Opera Garnier.
L’esposizione aprirà il 26 settembre e sarà visitabile fino al 5 gennaio; alla sua realizzazione, curata da Corrado Mingardi ed Elena Formica, hanno collaborato prestigiose istituzioni come Casa Ricordi, il teatro Alla Scala e la famiglia Carrara Verdi, erede della fortuna del maestro e custode della splendida Villa Sant’Agata. Mercoledì 24 luglio, alle 21,30, in piazza del Comune, ad ingresso libero, si terrà lo spettacolo “Aspettando Rigoletto al Castello” ovvero "Il costume con la gobba", in cui quattro cantanti lirici (insieme ad un un attore ) eseguiranno le più belle arie ripercorrendo la storia dal 2010 ad oggi de "L'opera con tre soldi", formula che ha riportato la lirica a Prato.
Aspettando "Rigoletto" , nel bicentenario della nascita di Verdi, in programma il 30 e 31 luglio al Castello dell'Imperatore. “Rigoletto” nella Prato Estate al Castello quest’anno conta sulla regia di due professionisti che del progetto “L’opera con tre soldi” dell’assessorato alla Cultura, fanno parte fin dall’inizio dell’avventura che ha contribuito a riaccendere la passione dei pratesi per la lirica. Cristian Biasci è scenografo che lavora nei teatri più prestigiosi ( non solo italiani).
Per il Castello ha firmato le scene di Boheme del 2011 e di “All’alba vincerò” del 2012. Fabrizio Corucci è artista polivalente: prima di tutto cantante, baritono; poi attore di presenza scenica d’effetto, fa parte di cast di musical ( di recente al Politeama con “Il gobbo di Notre Dame” . Con l’opera a Prato è stato Schaunard in Boheme del 2011 e Ping nella Turandot del 2012 con un Pang e un Pong, ministri della Principessa pucciniana, tenori d’origine cinese. Biasci e Corucci firmano la regia e le scene di questa singolare proposta verdiana, inserita nel progetto “Prato-Verdi”, idea di Goffredo Gori.
E l’idea dell’allestimento di Biasci-Corucci è quella di un palcoscenico “con la gobba”: una struttura anomala come la gobba di Rigoletto, vertiginoso, in discesa verso un pianoforte a coda che si staglia su un bianco e nero, opposti come bene e male, come luogo aperto sulle rive del Mincio o come interno chiuso di un palazzo del Duca di Mantova, o il giardino-prigione di Gilda, unica innocente vittima de “La Maledizione”. I personaggi hanno i costumi (Studio Rami) con connotazioni moderna, ma rimaneggiata con segni storici.
Questa l’idea visiva del Rigoletto 2013 - Opera con tre soldi , “fabbicata” anche quest’anno da “Fabbrica d’Opera”.