Su ordine della Procura della Repubblica di Prato sono in via di esecuzione, in città e a Massa Carrara ,14 perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di 12 imprenditori cinesi del settore tessile-abbigliamento ritenuti responsabili di reati valutari e tributari. Le attuali indagini costituiscono lo sviluppo di una grossa investigazione, condotta da tempo dal Nucleo di Polizia Tributaria, che ha avuto lo scopo di fare piena luce su flussi finanziari che dal distretto economico pratese si avviavano verso l'Oriente. La Guardia di Finanza, da sempre, presta una particolare attenzione al circuito "money transfer" nella consapevolezza che questo utile e dinamico sistema di trasferimento di denaro, frutto della globalizzazione dei mercati, possa talvolta celare, dietro un apparente schermo di regolarità, un sistema di illegale esportazione di valuta, frequentemente provento di illecite attività economico-commerciali. E' proprio su questo scenario che si collocano le odierne operazioni delle Fiamme Gialle pratesi che, attraverso un'attività tipica di polizia giudiziaria fatta di appostamenti, pedinamenti ed indagini tecniche sul luogo, sottoponevano ad attenzione una agenzia di money transfer situata nella Via Pistoiese, uno dei cui titolari - tra l'altro - risultava già indagato per reati analoghi. Fin dalle prime battute, i finanzieri notavano movimenti sospetti di cinesi che, nei pressi dell'agenzia, consegnavano denaro a persone le quali, successivamente, si recavano all'interno del locale per fare versamenti. I sospetti venivano avvalorati dalla vera e propria ispezione antiriciclaggio che confermava la criticità degli episodi.
Infatti, veniva scoperto come molti imprenditori, al fine di aggirare le norme valutarie, consegnavano denaro a complici che, a loro volta, si recavano presso il money tranfer e, fornendo generalità false di mittenti, o talvolta intestando l'operazione a soggetti del tutto ignari, trasferivano denaro in Cina mediante importi unitari al di sotto della soglia di 1.000 Euro imposta dalla legge, attuando così il c.d. metodo di "smurfing", cioè del frazionamento delle cifre. Le Fiamme Gialle accertavano così che, attraverso 2.500 operazioni contabili circa, in un arco temporale di 17 mesi, veniva realizzato un trasferimento illegale di valuta per quasi 10 milioni di Euro perpetrato dai 12 imprenditori i quali, in ragione dei riscontri effettuati, venivano denunciati per i reati di cui all'art.
12 quinquies D.L. 306/92, trasferimento fraudolento di valori, e art. 55 D.Lgs. 231/07 inottemperanza agli obblighi antiriciclaggio, oltrechè per vari reati tributari di cui al D.Lgs. 74/2000. Il meccanismo fraudolento si rivelava sempre lo stesso: frazionamento di grosse somme e trasferimento all'estero attuato con la connivenza, più o meno consapevole, di prestanome e di una agenzia di servizi. Le contestazioni mosse ai sensi della legge valutaria inducevano a chiudere i battenti i 2 titolari dell'esercizio commerciale che venivano denunciati anche per il per il reato di riciclaggio, art.648 bis, oltre che per i già detti reati valutari e fiscali. Ciò, tuttavia, non è stato ritenuto sufficiente dagli inquirenti che stanno ora proseguendo gli accertamenti nella prospettiva di far chiarezza sulla provenienza del denaro trasferito al fine di valutare la consistenza strutturale e sostanziale del riciclaggio e dell'esportazione illegale della valuta. Torna domani, sabato 13 luglio, a partire dalle 11,30, in piazza Duomo, il gazebo informativo sulle tematiche della contraffazione organizzato dalla Polizia municipale.
Il personale del Reparto Nuclei Speciali di piazza Macelli sarà a disposizione dei cittadini che vorranno informarsi sulle problematiche connesse alla sicurezza dei prodotti ed alla tematica della contraffazione dei marchi. Sarà presente l'assessore alla Sicurezza Aldo Milone.