«No a una sanità governata a colpi di delibere della giunta regionale o dei direttori generali delle varie Asl»: a essersi stufato è il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) che dopo le dimissioni dell'assessore Scaramuccia ha visto svanire parte del lavoro svolto nei primi due anni di legislatura. Proprio Mugnai, nel corso della seduta di stamani della Commissione sanità, ha sollevato il dibattito su questo stato delle cose: «Sulla base della mia riflessione – racconta – le voci di insofferenza e disagio su come il governatore Enrico Rossi e l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni stanno gestendo la sanità toscana».
Non solo: «Apprendo anche – informa – di una lettera di identico duro tenore inviata proprio questa mattina a Marroni e a Rossi dal presidente della Commissione sanità Marco Remaschi del Pd». «Non è più tollerabile che la sola cornice di riferimento per il governo di un comparto che assorbe l’80 per cento del bilancio regionale interessando la carne viva dei toscani sia rappresentata da una delibera, la 1235 del dicembre 2012. Qui assessore, giunta e direttori generali delle Asl assumono decisioni apparentemente ‘a capocchia’, senza dichiarare le strategie e soprattutto senza i necessari passaggi di legittimazione democratica nell’aula del Consiglio regionale.
Si tratta di una situazione inaccettabile che va avanti ormai da troppo tempo, proprio mentre si vanno operando scelte di riorganizzazione strutturale dei servizi sanitari, con tagli che vanno a toccare la salute della gente senza il via libera dell’assemblea toscana». Mugnai: «Siamo ormai di fatto in presenza di una sanità commissariata dall’assessore e dai direttori generali delle Asl, che sul territorio fanno il bello e il cattivo tempo spesso a dispetto dei bisogni delle persone operando non solo in maniera amministrativa, ma anche in maniera politica, evidentemente con l’avallo dell’assessore regionale.
Forse è anche a questo che si deve lo stucchevole e gattopardesco valzer dei direttori generali, sempre gli stessi spostati da un luogo all’altro via via che sui territori la misura si fa colma». La grande battaglia è quella di ottenere finalmente un piano sanitario per la Toscana: «Alle scelte sanitarie più che ad altre – fa notare Mugnai – è indispensabile la copertura democratica. Invece l’iter per il nuovo piano sociosanitario della Toscana è bloccato al maggio 2012, dopo un lavoro anche di ascolto capillare dei territori che ad oggi è stato reso inutile da una giunta che ha preferito andare avanti a testa bassa senza un minimo di confronto e senza far tesoro del bagaglio di consapevolezze che la commissione aveva acquisito nell’arco di un lavoro di mesi». «Il quotidiano che la commissione vive – conclude Mugnai – è ormai fatto dalla registrazione di scelte annunciate e rinviate tra abolizione delle società della salute, riorganizzazione su area vasta delle centrali di 118, accorpamento di Asl e Estav, pagamento dei debiti verso i fornitori e via promettendo, oltre che di scelte fatte all’insaputa della commissione stessa, come quella sulla nuova classificazione degli ospedali.
Adesso basta». «Le nostre preoccupazioni sull’illegittimità politica delle scelte prese dalla Giunta in merito alla nuova sanità toscana sono state confermate oggi in commissione “Sanità” dai consiglieri e dalla lettera del presidente Marco Remaschi». È la dichiarazione del consigliere regionale del gruppo Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri, che arriva a margine della lettera indirizzata al governatore Rossi e l’assessore Marroni con la quale il presidente della IV commissione invita la Giunta a superare lo stallo sull’approvazione del Piano socio-sanitario.
All’origine del disappunto di Lazzeri e dei membri del consiglio regionale, il recente accordo fra Anaoo e Giunta sulla riorganizzazione delle strutture ospedaliere che prevederebbe un taglio fino a 1800 posti letto e il declassamento dei piccoli ospedali. «Alla Giunta Rossi – prosegue l’esponente di Più Toscana – manca il coraggio politico di portare in Consiglio regionale questo nuovo modello di sanità e, quindi, si va avanti a forza di presunte fughe di notizie e di delibere ad hoc.
Ma la fonte normativa è il piano socio-sanitario, scaduto da tre anni, con quello nuovo che, dopo un importante lavoro svolto dalla commissione, è stato bloccato sine die. Da mesi chiediamo che venga licenziato questo importante documento di programmazione sanitaria facendo assumere al Consiglio regionale tutta la responsabilità. Sono contento che il presidente Remaschi abbia raccolto l’invito da me lanciato pochi giorni fa quando provocatoriamente proposi di chiudere il Consiglio ormai ridotto a postumo mero ratificatore delle scelte della Giunta.
Un appello a cui si è aggiunta anche la denuncia del presidente dell’Uncem Oreste Giurlani che ha definito la nuova classificazione dei piccoli ospedali un “tradimento degli accordi presi con il territorio”. Finora confermo che perlomeno sul piano politico tutte le delibere della Giunta in materia sanitaria sono illegittime. Per questo – conclude Lazzeri – invito il governatore Rossi a trarre le dovute conseguenze. Adesso l’obiettivo deve essere uno solo: licenziare il piano socio-sanitario integrato e restituire al Consiglio il ruolo di indirizzo politico previsto».