Il Centro Studio e Sperimentazione delle Arti Teatrali di Firenze, dopo il successo di domenica scorsa con 4 salotti per una sera, sarà di nuovo in scena alle 21.00 di sabato 8 giugno, al Teatro San Martino di Sesto Fiorentino. Il classico, che questa volta porta la firma di Luigi Pirandello, è Così è (se vi pare). Interpreti Gian Luca Agus, Laura Manselli, Andrea Giuseppe Ercole, Tommaso Maiorelli, Mara Caruso, Matteo Giannoni, Giulia Casagli per la regia di Renata Menicatti. Una storia scritta nel 1917 ma incredibilmente attuale nei suoi risvolti psicologici e sociologici.
Il tutto si snoda attorno alle scelte di vita di tre persone scampate al terribile terremoto della Marsica del 1915 e giunte, da poco, in una cittadina toscana dove sperano di trovare un po' di sollievo dopo i lutti e le disgrazie patite a causa del sisma. La piccola città borghese, perbenista, prevenuta e bigotta , dove sono capitati, gli accoglie invece con una serie infinita di maldicenze e pettegolezzi. Una verità celata, il rapporti familiari ed il mistero che porta la trama a risultare avvincente e imprevedibile.
Sullo sfondo, i grandi temi di Pirandello, le sue maschere e il richiamo al destino come naturale mezzo per arrivare alle risposte della vita. Teatralmente parlando, piacevolissima la simbologia messa in atto per rappresentare la verità: un volto coperto da un pesante velo nero ad evidenziare che non è possibile svelare la verità oggettiva perchè essa non esiste a beneficio di quella soggettiva adattabile a quanto ognuno crede e pensa. Personaggi forti, intensi, ma anche fragili e delicati quelli pirandelliani che il Centro Studio e Sperimentazione delle Arti Teatrali di Firenze ha cercato di far rivivere anche sviluppando la commedia intorno ad un fondamento della vita: l'amore.
L'amore fra fratello e sorella che cresce, si alimenta, anche attraverso le diversità di carattere e buffi battibecchi. L'amore di una donna nei confronti di un figlio non suo, ma accolto, cresciuto e vissuto come prezioso ed unico bene al mondo. L'amore fra due giovani sposi che sembrava finito e che si riscopre più forte e sincero. Tutto nella forza e nella vitalità dell' emotività caratteriale contrapposta alla fragilità umana: da questo raffronto, scaturisce l'importanza dell'apparire che viene, sovente, preferito all'essere, ed, infine, il forte desiderio di amare limitato, troppo spesso, dalla paura di farlo.
Uno spettacolo da non perdere per capire, forse, anche un po' più di noi stessi. Giuseppe Saponaro Nella foto un momento delle prove dello spettacolo