Grazie al Centro Studio e Sperimentazione delle Arti Teatrali di Firenze ci aspettano due fine settimana da non perdere: entrambi guidati dalla regia di Renata Menicatti. Domenica 2 giugno alle 21.00 Erica Traversi, Claudio Guidotti, Chiara Del Corona, Vanessa Tonarelli, Massimiliano De Micco, Ambra Pacini, Andrea Zoncheddu, Laura Mazzocchitti, Andrea Giuseppe Ercole e Gian Luca Agus daranno vita, con tanto divertimento e passione, a 4 buffe storie accadute più di cento anni fa in 4 salotti diversi.
Coriste ingenue, speranzose, sognatrici, credulone fino al midollo che si innamorano sempre dell’uomo sbagliato; truffatrici furbette, deliziose, abilissime ed intriganti; mariti in cerca di avventure piccanti che finiscono per nascondersi in armadi fra piume di struzzo e cappelloni di paglia. Questo e tanto altro condito da personaggi che vivono al limite tra realtà e follia. Sabato 8 giugno, sempre alle 21.00, Laura Manselli, Gian Luca Agus, Andrea Giuseppe Ercole, Tommaso Maiorelli, Mara Caruso, Matteo Giannoni e Giulia Casagli ci condurranno nella nostra adorata Toscana del 1918 ma in un'atmosfera di pettegolezzo, perbenismo, superstizione, mistero e "oscure presenze". Con due opere diverse, ma ben portate in scena, il Centro Studio e Sperimentazione delle Arti Teatrali di Firenze, ha cercato di sviluppare la commedia intorno ad un fondamento della vita senza il quale la vita non potrebbe esistere: l’amore.
L’amore tra fratello e sorella, che cresce, si alimenta, anche attraverso le diversità di carattere e buffi battibecchi, l’amore di una donna nei confronti di un figlio non suo ma, accolto, cresciuto e vissuto come prezioso ed unico bene al mondo; l’amore tra due giovani sposi che sembrava finito e che invece essi riscoprono ancora più forte e sincero. L’ amore infinito, generoso, donato, vissuto. L’ amore che la vita non scalfisce, l’amore che è di tutti, per tutti, ma per tutti diverso, l’amore che si trasforma ma che non svanisce col passare degli anni. Due serate da gustare per ridere ma anche per riflettere: la forza della vitalità contrapposta alla fragilità umana.
L'importanza dell'apparire che viene preferito all'essere ed, infine, il forte desiderio di amare limitato dalla paura di farlo. Giuseppe Saponaro