L'ultimo, a lungo atteso, incontro tra il commissario straordinario Francesco Bianchi e le parti sindacali si è concluso con un rifiuto da parte di Bianchi delle proposte alternative ai licenziamenti dei ballerini del Maggio Danza, avanzate dai lavoratori. Proposte basate su ammortizzatori sociali come i contratti di solidarietà e riduzione di indennità contrattuali per un totale di un risparmio di 1,5 milioni, cifra ancora troppo bassa per Bianchi chiamato a rimettere in sesto i conti di una Fondazione con un debito gigantesco.
L'assessore al Lavoro Gianfranco Simoncini ha richiesto insieme all'assessore alla Cultura Cristina Scaletti che il tavolo venga al più presto riaperto per cercare una soluzione concordata. All'incontro in Regione alla presenza dei sindacati c'erano anche per il Comune di Firenze l’assessore al lavoro Sara Biagiotti e il presidente della Provincia Andrea Barducci. Al contempo Simoncini e Scaletti hanno ribadito la necessità di aprire una discussione a livello governativo su tutte le fondazioni liriche, colpite da una crisi debitoria generalizzata che sta mettendo in discussione la sopravvivenza stessa di un settore centrale della cultura nazionale. Domani 4 giugno è previsto un altro confronto, che a questo punto sarà risolutivo, tra Commissario e organizzazioni sindacali che ci riproveranno presentando un altro piano di ristrutturazione.
Domani si capirà se ci saranno i margini per una discussione o se si dovrà procedere con il piano di Bianchi, che prevede 119 esodi (75 uscite e 44 cause pendenti). I tagli preventivati dal commissario puntano infatti a un risparmio dai 3 a 4 milioni; unica soluzione pare perché il Maggio possa evitare la liquidazione. Bianchi ha poco tempo per decidere: entro giugno dovrà presentare il bilancio della fondazione al Ministero. Il piano Bianchi prevede il licenziamento di tutto il corpo di ballo e degli artigiani dei laboratori di scenografia, per un totale di 119 dipendenti.
Per Rifondazione Comunista non c'è dubbio trattasi di "macelleria sociale", i consiglieri provinciali Calò e Verdi ma anche il capogruppo della Lega Cordone chiedono conto alla Provincia di Firenze che fino al commissariamento faceva parte del CdA della Fondazione su quale posizione assumerà nel caso in cui Bianchi confermasse gli esuberi.