Siena, 15 maggio 2013– La Deputazione Generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena nella seduta odierna, dopo un’approfondita analisi delle proposte pervenute e un dibattito protrattosi per diverse riunioni, ha concluso i lavori di revisione del nuovo statuto della Fondazione e approvato il testo che verrà inviato al Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’analisi e la definitiva approvazione come prevedono le norme. Una volta arrivato il via libera dal Ministero i contenuti del nuovo Statuto saranno illustrati dettagliatamente.
Da sottolineare l’ampia consultazione con la comunità di riferimento che ha preceduto l’approvazione dello Statuto. Una bozza con le modifiche ipotizzate, anche con l’apporto di un consulente esterno, è stata messa on line sul sito fin dal 12 marzo scorso, consentendone la libera consultazione e invitando tutti gli Enti pubblici e privati radicati sul territorio senese ad avanzare le loro proposte di modifica. La Fondazione si è poi resa disponibile per incontri di approfondimento sulle ipotesi di revisione, incontri che, tra gli altri, si sono svolti con gli Enti nominanti, con i capigruppo della Provincia di Siena, presso la Camera di Commercio con le categorie economiche, con i sindacati, con la Consulta Provinciale del Volontariato, con i sindaci dei comuni della nostra provincia, con il Magistrato delle Contrade.
Un confronto dunque quanto mai esteso e di cui la Deputazione Generale ha tenuto conto nel giungere poi alla decisione definitiva di sua competenza, approvando oggi il nuovo statuto della Fondazione. Nel corso dei mesi di aprile e maggio 2013 sono state eseguite sul Mercato Telematico Azionario operazioni di cessione di complessive n. 58,37 milioni di azioni Banca Mps, pari a circa lo 0,50% del capitale sociale della Conferitaria, ad un prezzo netto medio di € 0,2142 per azione.
Le azioni cedute facevano parte della quota dello 0,67% iscritta nell’Attivo Circolante e libera da vincoli. Tali vendite sono state finalizzate esclusivamente alla costituzione di un adeguato livello di liquidità, in modo da salvaguardare l’equilibrio finanziario dell’Ente nel medio termine. Il Consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena Spa ha nominato ieri, su proposta dell’amministratore delegato e direttore generale Fabrizio Viola, Arturo Betunio quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, con decorrenza dalla data di assunzione dello stesso (10 giugno 2013) nel ruolo di responsabile dell’area Amministrazione e bilancio.
Fino a tale data, l’incarico di dirigente preposto sarà ricoperto dal Chief Financial Officer di BMps, Bernardo Mingrone. Arturo Betunio, 48 anni, formatosi all’Accademia della Guardia di Finanza e laureatosi successivamente in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Pavia, in Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria all’Università degli Studi di Roma e in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Trieste, è attualmente direttore centrale dell’Agenzia delle Entrate dove ricopre il ruolo di responsabile della Direzione normativa.
In precedenza, dopo oltre 10 anni di permanenza come ufficiale nel corpo della Guardia di Finanza, ha ricoperto ruoli di rilievo in aziende di elevato standing quali Unicredit, Capitalia, Poste Italiane, Ina. Betunio è altresì revisore legale dei conti nonché abilitato all’esercizio della professione forense. Il Consiglio regionale della Toscana impegna la Giunta ad attivarsi affinché il Governo italiano promuova una riforma normativa volta ad affermare la separazione tra Banca Commerciale e Banca d’Affari, secondo i principi ed il modello della legge Glass-Steagall.
Tutti i consiglieri presenti hanno votato a favore della mozione, ad eccezione di Marco Taradash (PdL), che si è astenuto. Con la legge del 1933, voluta dal presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, si sanciva la netta divisione tra le banche dedicate al credito alle famiglie, da un lato, e le banche che giocano in borsa con i soldi degli investitori, dall’altro. La separazione serviva ad evitare che il fallimento dell’intermediario comportasse altresì il fallimento della banca tradizionale, impedendo di fatto che l’economia reale fosse esposta direttamente al pericolo di eventi negativi prettamente finanziari.
Nella mozione si ricorda che il Testo Unico Bancario del 1993 ha abolito la Legge Bancaria del 1936, con cui fu introdotto in Italia lo standard americano della legge Glass-Steagall. Le leggi successive (Amato nel 1992; Draghi nel 1998) hanno poi permesso alle banche di eliminare le specializzazioni e diventare universali, cioè fare tutto, compresa l’attività d’affari. “Nessun prezzo è stato chiesto alle banche fonte di crisi – si legge nel testo – ed i meccanismi speculativi non sono stati bloccati e nemmeno arginati”.
Per questo è auspicabile che il Governo italiano “conferisca alla Banca centrale europea il potere di fissare regole, che distinguano tra investimenti utili all’economia reale e quelli ad elevato rischio, connessi ad operazioni finanziarie di natura speculativa”. Soltanto i primi sono, infatti, “da favorire”, mentre i secondi devono essere utilizzabili “solo in un segmento specifico del mercato finanziario, in cui ogni investitore sia responsabile di ciò che rischia”. Secondo Marco Taradash i toni usati nel testo sono spesso eccessivi: “le banche di investimento non sono un male”, ha osservato.
A giudizio di Mauro Romanelli (gruppo Misto), invece, è importante che il Consiglio regionale si esprima in materia, perché “i tagli ed i sacrifici sono imposti al Paese dall’Europa e dal sistema economico-finanziario”. Gabriele Chiurli (gruppo Misto), primo firmatario della mozione, ha ricordato che la legge Glass-Steagall ha permesso agli Stati Uniti d’America di uscire dalla crisi del ’29.