Il Trasporto pubblico locale (TPL) proveniente da tutte le province della Toscana si è fermato stamani a Firenze, in via Cavoiur tra la sede del Consiglio regionale e della Prefettura. I sindacati hanno effettuato una manifestazione per denunciare la grave crisi che ha investito il comparto. Cigl, Cisl e Uil, più Faisa e Ugl chiedono a gran voce la gara regionale perché in essa sono contenute delle norme necessarie per tenere in vita il settore sempre più precarizzato e razionalizzato come spiega Leoni della Faisa che segue le vicende di ATAF, da gennaio BusItalia: "Più di 300 famiglie non mangiano più da Ataf, questo perché si è pensato che il privato fosse la scelta migliore, in realtà il privato fa i suoi interessi e se pensa di poter ottimizzare riducendo il personale lo può fare". "Dall’1 gennaio 2013 - ricorda Boni della Cisl - è stato istituito a livello nazionale il "Fondo nazionale per il TPL, Gomma e Ferro", il quale ha vincolato circa 5 miliardi di euro da destinare al comparto tramite le Regioni; mancherebbero all’appello, le risorse del "Fondo perequativo" alimentato dalla fiscalità Regionale (IRAP), storicamente attribuite al comparto per un totale di poco più di 1,4 miliardi di euro.
Il Fondo Nazionale non è stato ratificato dal Governo in carica e lo stanziamento a carico delle Regioni non è ancora stato definito. In questa situazione di estrema incertezza e dopo 5 anni di contratto scaduto, si mette in dubbio la possibilità di continuare il confronto con le associazioni datoriali Asstra e Anav, settore pubblico e privato, gettando nel panico circa 116.000 lavoratori a livello nazionale, circa 6.000 in Toscana". A spiegare le problematiche nel concreto è sempre Leoni: "A Firenze introitiamo il 35% del fabbisogno aziendale attraverso i biglietti, siamo forse gli unici in Italia visto che dalla toscana in giù questo è praticamente impossibile.
A Firenze siamo quasi 400mila, se solo cambiassimo le regole potremmo colmare quel gap che porterebbe ad avere quei 30 milioni di euro che uniti ai 35 milioni dei biglietti, più i 35 messi dalla Regione compongono i 100 milioni necessari a proseguire l'attività di pubblico servizio. Purtroppo le regole non cambiano". Nello specifico "Un biglietto costerebbe, di costi vivi, 3,60 euro. Noi abbiamo proposto di portare l'attuale titolo di viaggio da 1,20 ad 1,50 e già sarebbe una boccata di ossigeno, ma non possiamo pesare cos sulle famiglie e quindi occorre inserire delle correzioni come ad esempio il chilometraggio affinché il ragazzo che fa 4 fermate per arrivare a Scuola non spenda quanto chi arriva in centro partendo da Calenzano ad esempio" Ma ci sono anche altri aspetti tecnici che spesso vengono tirati in ballo e poi cadono nel vuoto: "Corsie preferenziali ce ne sono poche e se devo prendere un mezzo pubblico che va a 5km orari allora è meglio andare a piedi.
Se avessimo una velocità operativa di 30km orari il problema sarebbe superato da tempo, altro che ottimizzazione, invece non solo si va piano, si tagliano le corse e si riducono gli autisti, ma dove vogliamo andare?" Le necessità: - denunciare la stretta connessione tra la vertenza nazionale di settore e le vertenze aziendali e territoriali che ormai registrano rischi concreti di tenuta occupazionale; - evidenziare come la vertenza del rinnovo del CCNL deve coinvolgere tutti i livelli Istituzionali: Governo, Associazioni datoriali Asstra e Anav e soprattutto le Regioni, alfine di individuare bene i soggetti preposti a garantire il finanziamento del settore; - sensibilizzare i cittadini, le associazioni dei consumatori e i comitati dei pendolari, per evidenziare come la vertenza di settore punti a contrastare l’ulteriore riduzione e peggioramento dei servizi; - costituzione reale del Fondo nazionale del TPL e quello della certezza dei fondi a carico delle Regioni alfine di stabilizzare i finanziamenti e garantire certezza dei flussi finanziari in modo da dare stabilità, sviluppo e futuro occupazionale nonché servizi di qualità ed efficienti ai cittadini. Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta sia dal Prefetto di Firenze che dall'Assessore ai Trasporti della Regione Toscana dove sono state illustrate le motivazioni a base della vertenza.