Da mercoledì 3 aprile a domenica 7 aprile 2013, per 6 recite, ritorna al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino un capolavoro del grande repertorio classico della danza romantica (un vero e proprio ballet blanc), il balletto in due atti, La Sylphide, nella coreografia originale del 1836 di August Bournonville (1805-1879), su musica del danese Herman Severin Løvenskjold (1815-1870). La coreografia è stata ripresa fedelmente da Johnny Eliasen, con tutti i dettami classici e tradizionali, che rendono il titolo fra i più amati dal pubblico. Il Corpo di Ballo MaggioDanza, diretto da Francesco Ventriglia, accompagnato dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta da David Garforth, darà vita alla favola tragica ed estremamente romantica di una Silfide, ovvero una creatura alata capace di comparire in sogno. Accanto a Letizia Giuliani e Gisela Carmona Gàlvez, che interpreteranno il ruolo principale rispettivamente nel I e II cast, MaggioDanza annuncia il debutto, nelle vesti della Sylphide, di due ballerine del proprio corpo di ballo: Federica Maine e Susanna Salvi, nel III e IV cast; allo stesso modo, ad Alessandro Riga, étoile ospite residente, si alternerà nei panni di James, il giovanissimo Michele Satriano.
MaggioDanza continua a coltivare nuovi talenti e a dar loro la possibilità di debuttare nei ruoli più significativi del repertorio classico e di quello contemporaneo. La storia è quella narrata nel romanzo di Charles Nodier, Trilby ou Le Lutin d'Argail (del 1822), cui si era già ispirato, nel 1832, Filippo Taglioni, per un balletto La Sylphide, dedicato alla figlia Maria Taglioni, su libretto di Adolphe Nourrit e musica di Jean Madeleine Schneitzhoeffer, andato in scena nel marzo di quell’anno all'Opéra National de Paris.
August Bournonville volle riprendere l’esempio francese, ma con musiche del danese Herman Severin Løvenskjold ed un nuovo allestimento; di grande attualità risultano le parole di Bournonville, costretto a riadattare il balletto del suo predecessore, in quanto i costi per i diritti di riproduzione apparvero troppo elevati al Teatro Reale di Copenaghen: “Il soggetto, tratto da una ballata scozzese, fu inizialmente utilizzato da Taglioni per un balletto con musica di Schneitzhoeffer. La mancanza del materiale necessario per poter rimontare la produzione parigina de La Sylphide su un palcoscenico danese - sapendo per esperienza che un teatro più piccolo spesso ha dei vantaggi che, se ben sfruttati, compensano i difetti delle sue attrezzerie -, ha fatto sì che trattassi questo balletto in un modo estremamente originale, tanto da dare al mio lavoro quella freschezza che una copia non potrebbe mai possedere.
Poiché in tutti i campi artistici un problema può essere risolto in vari modi, ho dunque creato questo balletto seguendo un’idea francese, su una musica interamente nuova di un artista danese; la danza, i movimenti mimici, la formazione dei gruppi e un certo numero di cambiamenti nel soggetto sono mie invenzioni personali. Pertanto, pur ammettendo che questa più giovane Sylphide deve la sua esistenza a quella più vecchia, affido questa nuova produzione a quella gentilezza e a quella indulgenza del pubblico che hanno costituito fino ad ora lamia felicità e la mia ricompensa".