E' successo a molti: ti viene recapitata a casa una lettera di Publiacqua in cui l'azienda ti avverte che c'è una morosità pendente, se non verrà colmata entro una certa data il servizio idrico verrà sospeso all'intero condominio. In realtà sei in regola con le bollette ma qualcuno nel tuo condominio non lo è, oppure il cliente 'moroso' non esiste proprio perché ha disdetto il contratto da tempo ma nel database quel nome c'è sempre e quella lettera minacciosa viene inviata a ripetizione, e ripetuti sono pure gli improperi via telefono ai malcapitati centralinisti di Publiacqua.
Vivere in condominio a Firenze è anche questo. Rivedere le procedure relative alle morosità delle utenze dell’acqua al fine di ridurre al minimo i casi di sospensione del servizio idrico alle famiglie fiorentine, questo quanto richiesto dal consigliere del PdL Emanuele Roselli oggi nella conferenza stampa in cui ha presentato la sua proposta attraverso una mozione che sarà presto all’attenzione del Consiglio Comunale. “Publiacqua fornisce acqua ad oltre 52mila utenti in città: unità abitative e condomini, ma troppo spesso si verificano sospensioni del servizio a danno di famiglie che non solo sono in regola con i pagamenti, ma vantano anche il credito rappresentato dalla caparra cauzionale.
Basti pensare ad esempio che Publiacqua ha ancora un deposito residuo di oltre 2,2 milioni di euro, con una media di oltre 230 euro a bolletta”. “Questo problema purtroppo riguarda centinaia e centinaia di cittadini perché – spiega Roselli – Publiacqua si interfaccia all’utente ‘condominio’ dove la morosità di una solo persona rischia, come purtroppo è accaduto, di lasciare senza acqua decine e decine di famiglie. E’ un problema annoso e diffuso: basti pensare che nel 2012 il rubinetto è stato chiuso ad oltre 630 utenze, 76 delle quali erano condomini in cui risiedono mediamente 20 nuclei familiari.
Siccome i pagamenti attraverso RID sono una minima parte, solo il 23% dell’utenza, possono verificarsi situazioni non solo di morosità, ma anche di ritardi o di mancato pagamento". In tal caso la proposta di Roselli è di utilizzare le caparre versate dall’utente a temporanea compensazione di quando dovuto così da permettere all’utenza si riallinearsi avendo più tempo a disposizione, rispetto agli attuali 90 giorni scaduti i quali scatta la chiusura dei rubinetti. “Ma non è tutto – osserva Roselli: in molti condomini sono le società letturiste che si rapportano direttamente con l’utenza o l’amministratore condominiale, ma evidentemente non vi è una buona sinergia con Publiacqua e questo danneggia non tanto le società, bensì l’utente finale, il cittadino. Un maggior coordinamento rispetto ad alcune procedure, come ad esempio la verifica dell’effettiva morosità, o gli avvisi di ‘cassettinaggio’ dei solleciti, permetterebbe di ridurre in modo significativo i casi di sospensione del servizio, evitando così disagi e forti preoccupazioni”. Da parte loro, le società intermedie di servizio, presenti alla conferenza stampa con i rappresentanti dell’ADECA, hanno sottolineato la loro disponibilità a collaborare fin da subito, ritenendo prioritario garantire ai propri clienti una continuità del servizio idrico. Il presidente di Adeca Mauro Massini e il rappresentante dell’associazione David Bartolini hanno anche portato alcuni significativi esempi, dall’intimazione della chiusura del servizio per un condominio di 14 famiglie a fronte del mancato pagamento di una fattura di 47 euro, al condominio a rischio per una morosità di 429 euro, nonostante il deposito cauzionale ammonti a oltre 3.000 euro. Publiacqua rigetta ogni responsabilità e replica che i problemi dipendono dalla mancata collaborazione di amministratori di condominio e ditte esattrici ingaggiate dai condomini.
"Publiacqua è impegnata da tempo a ridurre al minimo i casi di sospensione dell’erogazione dell’acqua per permettere a chi ha pagato la bolletta il sacrosanto diritto ad averla in casa o in ufficio. Abbiamo già chiesto all’Autorità idrica toscana di valutare la possibilità di evitare le sospensioni riducendo invece il flusso di acqua in caso di reiterati mancati pagamenti della bolletta. Va chiarito che chi non può pagarla per difficoltà economiche improvvise o strutturali (famiglie Isee o con licenziati, cassaintegrati, separati etc.) viene aiutato dall’azienda con un fondo speciale, quest’anno raddoppiato ad 1 milione di euro, che Publiacqua, prima azienda idrica italiana, ha attivato aiutando nel 2012 circa 5.000 utenti. Da tempo sono stati attivati, oltre alle procedure previste dal Regolamento varato dall’Autorità idrica (passano circa 3 mesi con lettere raccomandate e sollecitazioni) che l’azienda è tenuta a rispettare prima di procedere alla eventuale sospensione, anche il cassettinaggio con volantini lasciati nelle cassette postali dei condomini e telefonate all’utente e all’amministratore o al responsabile condominiale per evitare la messa in mora.
Ma anche al termine di queste azioni, in caso di mancanza di risposte, Publiacqua contatta nuovamente per evitare l’interruzione del servizio. Una delle difficoltà che occorre superare alla svelta dipende dall’organizzazione condominiale e dalla triangolazione con ditte esattrici selezionate dallo stesso condominio. Come noto, in diversi casi Publiacqua ha un rapporto con il condominio (contatore generale) e non con il singolo utente e non può entrare in eventuali contenziosi interni.
La proposta avanzata dal consigliere Roselli circa l’incasso del deposito cauzionale per coprire eventualità morosità ci vede concordi ma purtroppo è vietata dalla impossibilità di poterlo utilizzare prima della cessazione del contratto con l’utente, come prescrive il Regolamento dell’Autorità di Ambito di cui fanno parte i 49 Comuni per cui gestiamo il servizio (oggi Autorità Idrica Toscana). Da tempo chiediamo – e questo è un vero problema e dispiace che i rappresentanti dell’Adeca sostengano il contrario - collaborazione da parte delle ditte esattrici che ormai da anni si rifiutano persino di comunicare i nomi degli amministratori di condominio.
Basti pensare che ad oggi solo 395 condomini su 23.000 a Firenze (1,72%) ci hanno comunicato il contatto dei propri amministratori. E’ chiaro a tutti che solo con la massima trasparenza sarebbe molto più semplice gestire anche le eventuali morosità all’interno di contesti condominiali con decine di utenti. Infine, è importante precisare che nel 2012, rispetto a quanto accadeva in passato, le chiusure a Firenze grazie ai cassettinaggi sono diminuite vistosamente e su 8.494 casi di mancati pagamenti è stata effettuata la chiusura allo 0,79% in 76 casi.
La procedura adottata ha evitato disagi e problematiche. E anche in casi di sospensione, tutto si è risolto nel giro di poche ore".