FIRENZE – AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie): due sigle che in sostanza sono le colonne portanti della riorganizzazione della sanità territoriale; gli aspetti salienti degli accordi firmati in questi giorni dall’assessore al diritto alla salute con i rappresentanti dei medici: ieri con specialisti ambulatoriali, veterinari e altre professioni sanitarie ambulatoriali (biologi, psicologi, chimici), oggi pomeriggio con i medici di medicina generale (o medici di famiglia).
I contratti nazionali prevedono che si possano effettuare accordi integrativi a livello regionale. Per ora la Toscana ha stipulato quelli con medici di famiglia e specialisti ambulatoriali convenzionati, mentre è in fase di definizione quello con i pediatri. Questi due accordi sono i primi in assoluto in tutta Italia stipulati a seguito delle legge Balduzzi sulle cure primarie. Entro il 31 marzo, ogni Asl stipulerà l’accordo integrativo aziendale. I due accordi si inseriscono nel progetto di riorganizzazione del sistema sanitario toscano avviato con la delibera di fine anno.
Pochi giorni fa la giunta ha stanziato 20 milioni da destinare alle aziende sanitarie per attuare la riorganizzazione. Ora, i due accordi prevedono le iniziative specifiche da attuare sul territorio. La delibera di riorganizzazione del sistema sanitario toscano varata lo scorso 28 dicembre affida un ruolo fondamentale all’assistenza sul territorio: per essere più vicini alla salute dei cittadini e anche per evitare i ricoveri impropri in ospedale. Il territorio – si dice nella parte introduttiva dell’accordo integrativo regionale con i medici di famiglia – deve essere messo in grado di “operare aumentando la sua capacità di intercettare, prendere in carico e dare risposta ai bisogni assistenziali dei cittadini”. AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale).
E’ un insieme di professionisti, tutti della stessa professionalità, riuniti in un territorio omogeneo e coordinati da uno di loro (eletto dagli altri) che si interfaccia tra loro e l’azienda sanitaria per il governo delle cure primarie sul territorio e i rapporti con l’ospedale. Ai medici delle AFT sarà affidata la tutela della salute della popolazione di riferimento. Si prevedono circa 100 AFT in tutta la regione. Ogni AFT avrà un bacino di circa 30.000 abitanti, circa 20-25 medici di medicina generale (Mmg) e 5-6 medici di continuità assistenziale (meglio conosciuti come guardia medica: i medici che entrano in funzione negli orari lasciati scoperti dai medici di medicina generale). In via sperimentale, i medici di continuità assistenziale potranno effettuare attività per gli anziani, i cronici, ecc.
nelle ore diurne, mentre tra la mezzanotte e le 8 del mattino (ore in cui la richiesta è minore) le vere urgenze verranno affidate al 118. Nelle AFT sarà possibile anche sperimentare la piccola diagnostica o diagnostica leggera, per esaurire quanto più possibile il problema di salute di un cittadino all’interno dell’AFT: questo porterà a un minor ricorso all’ospedale, inteso come diminuzione di accessi impropri al PS e ricoveri impropri. UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie). In Toscana si identifica con il sistema delle Case della Salute.
E’ un’aggregazione strutturale multi-professionale, di cui fanno parte i Mmg (ed eventualmente i pediatri di famiglia) insieme ad altri operatori del territorio: infermieri, specialisti, amministrativi, personale sociale. Opera nell’ambito dell’organizzazione distrettuale, con l’obiettivo di effettuare in maniera integrata tutte quelle attività utili ad affrontare prima di tutto la cronicità in tutte le sue varianti. La sede unica consente di offrire sul territorio un luogo riconoscibile per le necessità assistenziali dei cittadini.
Attualmente le UCCP sono 20 in tutta la regione, dovrebbero salire a 30 nel 2013 e arrivare e 45-50 nel 2014. Sanità di iniziativa. Anche questa è prevista dagli accordi. Quanto fatto finora in via sperimentale nei prossimi tre anni vedrà l’ingresso a regime per tutta la popolazione toscana, secondo il Chronic Care Model. Nel 2013 si prevede la copertura del 60% della popolazione, nel 2014 dell’80%, nel 2015 il 100% della popolazione toscana. I Mmg avranno degli obiettivi e verranno pagati in base ai risultati ottenuti.
La sanità di iniziativa è quella che non aspetta il cittadino sulla soglia dell’ospedale (sanità di attesa), ma gli va incontro prima che le patologie insorgano o comunque si aggravino, facendo anche opera di prevenzione e di educazione. Il riferimento è ilChronic Care Model, basato sull’interazione tra il paziente, reso esperto da opportuni interventi di formazione e addestramento, e il team multiprofessionale composto da Mmg, infermieri e operatori sociosanitari. La sperimentazione di questo modello, avviata nel 2009 ed estesa oggi a circa il 40% della popolazione toscana, ha dimostrato di produrre notevoli miglioramenti nella qualità dei servizi territoriali: il 67% dei pazienti intervistati in una recente indagine sulla soddisfazione degli utenti, ha dichiarato di aver riscontrato dei benefici sul proprio stato di salute da quando è stato introdotto il nuovo modello, e l’86% di essi ha rilevato un miglioramento complessivo dell’assistenza. Appropriatezza prescrittiva e contenimento delle liste di attesa.
Per ridurre le liste di attesa della medicina specialistica, l’accordo prevede un protocollo operativo che contempla: l’aumento delle prestazioni erogate con ore aggiuntive di attività programmata (le aziende possono prevedere un pacchetto aggiuntivo di ore di cui disporre in caso di superamento dei tempi di attesa) e interventi finalizzati all’appropriatezza delle prestazioni (programmi di formazione/informazione rivolti ai medici prescrittori – medici e pediatri di famiglia – finalizzati alla ricerca dell’appropriatezza nella domanda specialistica). L’accordo con i medici prevede anche l’istituzione del Centro Toscano di Formazione e Ricerca in Medicina Generale, per la formazione pre e post-laurea, la formazione continua e la ricerca e sperimentazione in medicina generale e cure primarie.