L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, facendo seguito a notizie di stampa, precisa di avere approvato, nel luglio dello scorso anno, alcune significative modifiche statutarie per rendere ancora più trasparenti le sue procedure di governance. Lo scopo era anche adeguare il testo ad alcuni cambiamenti normativi ed alle esigenze poste dall’attuale momento sociale ed economico, portando a compimento un percorso già iniziato sotto la precedente presidenza di Michele Gremigni. Questo anche per recepire le indicazioni contenute nella Carta delle Fondazioni, un ''codice di riferimento volontario’’, ma condiviso da tutte le Fondazioni bancarie, che indica alcune linee guida etiche e comportamentali, approvato nell’aprile 2012 dall' Assemblea dell'Acri (l'organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio Spa e le Fondazioni di Origine Bancaria). Una commissione di esperti di altissimo profilo, su incarico del Comitato di Indirizzo e del Consiglio di Amministrazione, ha elaborato il testo delle modifiche che è poi stato fatto proprio dal Consiglio ed approvato dal Comitato di indirizzo su parere favorevole dell’Assemblea dei Soci.
Tra le modifiche introdotte, quella per cui i Consiglieri in carica che non avevano potuto avvalersi, nel primo mandato, di un prolungamento dello stesso da 3 a 5 anni (deciso nel 2008 con apposita modifica statutaria approvata dal Ministro dell’economia e delle finanze), avrebbero potuto recuperare i 2 anni mancanti in coda al secondo mandato. Tale modifica riguarda anche l’attuale Presidente (che altrimenti sarebbe rimasto in carica per soli 14 mesi) ed è stata ritenuta opportuna non solo per allineare la durata dei mandati dei consiglieri in carica, ma anche per dare continuità al progetto di rinnovamento avviato dal nuovo Consiglio di amministrazione.
Il testo è stato tempestivamente inviato al Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) nella sua funzione di Organo di Vigilanza, per l’ottenimento della necessaria approvazione. Il Ministero ha fatto trascorrere i 60 giorni previsti dalla Legge per il silenzio/assenso ed ha inviato (in ritardo) una nota interlocutoria alla quale l’Ente Cassa ha risposto fornendo le precisazioni richieste. Successivamente, non avendo ottenuta alcuna indicazione dal Ministero, l’Ente Cassa ha sollevato formalmente la questione del decorso del termine per il silenzio/assenso, pur dando disponibilità a intervenire per migliorare il testo delle modifiche statutarie proposte, dove fosse possibile, in accordo con lo stesso MEF. La risposta del Ministero è stata l’assunzione di un provvedimento in "autotutela", con il quale ha ritenuto di annullare il provvedimento tacito di approvazione formatosi con il decorso dei 60 giorni. Benchè i rilievi ministeriali riguardino solo cinque profili, a fronte di una revisione che ha investito la quasi totalità dello Statuto, l’annullamento è stato esteso all’intero testo.
L’Ente Cassa, convinto della piena legittimità delle modifiche apportate e della necessità di difendere quel principio di autonomia organizzativa e normativa interna che gli viene riconosciuta dalla Legge e che è stato ribadito anche dalla Corte Costituzionale, ha dunque presentato ricorso al TAR della Toscana contro il provvedimento del Ministero, chiedendo l’immediata sospensione del provvedimento.