Famoso in patria e all´estero, lodato da critici come Giuseppe De Robertis e Giovanni Papini, vincitore di premi prestigiosi, Bruno Cicognani è stato una figura di primo piano della letteratura italiana fra gli anni Venti e Cinquanta. I suoi lavori, divenuti ormai introvabili come del resto la letteratura critica su di lui, tornano finalmente in libreria nella collana «Biblioteca di Letteratura» dell´editore Mauro Pagliai, che ha affidato la direzione scientifica del progetto al professor Marco Dondero, tra i massimi esperti dell´opera dello scrittore fiorentino.
Il 15 gennaio saranno in libreria le Novelle, uscite nel 1955 per Vallecchi e finora mai ripubblicate. Sono state divise secondo un ordine cronologico in due volumi: il primo, con i racconti del periodo 1915-1929 (pp. 416, euro 25) è curato da Alessandra Mirra, mentre il secondo, che copre l´arco temporale 1930-1955 (pp. 376, euro 24) è opera di Valerio Camarotto. Bruno Cicognani (Firenze, 1879-1971), ha scritto raccolte di racconti come Sei storielle di nuovo conio (1917), Gente di conoscenza (1918), Il figurinaio e le figurine (1920) e romanzi come il super best seller La Velia (1923), Villa Beatrice (1931), e l´autobiografico L´età favolosa (1940).
La sua narrativa si rifà al gusto del bozzettismo tipico della tradizione toscana di Fucini e Pratesi, introducendo però una nuova inquietudine, una partecipazione sofferta alle sventure dei personaggi. Le opere più tarde sono orientate verso lo spiritualismo cristiano: Viaggio nella vita (1952), La nuora (1954). Cicognani ha scritto poi anche lavori teatrali, come Yo, el Rey (1957). Caratterizzate da una forte vena realistica e sostenute da una forte tensione morale, le Novelle costituiscono senza dubbio uno dei migliori frutti della sua produzione letteraria.
Nella nuova edizione, i brani sono corredati per la prima volta da annotazioni al testo, e preceduti da un ampio saggio critico nel quale sono messi in rilievo i principali nodi critici, oltre ad approfondire i punti salienti della poetica dello scrittore fiorentino. "La capacità di scolpire un carattere", spiega Marco Dondero, "e la profonda partecipazione umana al destino delle creature cui le sue pagine danno vita, sono certamente i tratti migliori del Cicognani novelliere, quelli che lo salvano - e su questo i giudizi sono unanimi - dal puro bozzettismo toscano fine-ottocentesco, cui pure le sue raccolte, specialmente le prime, guardano con una non celata ma fuorviante attenzione". Gherardo Del Lungo