I tempi per la realizzazione delle opere di rinnovamento dell’ospedale di Santa Maria Nuova, nel centro di Firenze? Se andrà tutto liscio, 18 anni contro i 7 e mezzo previsti all’inizio: quanto quelli impiegati all’alba del 1400 per realizzare la cupola del Brunelleschi sopra il duomo di Santa Maria del Fiore. I costi? Sempre se andrà tutto liscio, si finirà con un incremento del 189,43% rispetto alle previsioni iniziali, con un salto da 20.141.819,06 euro (allora erano 39 miliardi di vecchie lire) agli attuali 58.296.156,17 euro tra cui trovano posto oltre 4 milioni tra consulenze esterne e incarichi.
I modi? Il bando del 2000 viene vinto dalla Romagnoli & Ciotola con un ribasso di quattro punti oltre la soglia di anomalia. Nel 2005, poi, fa il suo ingresso nello scenario toscano un nuovo soggetto professionale – l’architetto Lapi con il suo studio, mai lavorato prima in Toscana – che subentra nell’opera come progettista della variante con affidamento diretto dell’incarico, niente selezione pubblica. Lapi subentra a Icilio Lanini che, dimessosi dalla direzione lavori, viene però anche rimosso dalla progettazione della prima variante: malgrado ciò, in quell’anno ottiene il premio di produttività più alto della sua carriera.
Alla direzione dei lavori arriva quindi lo stesso Lapi, con un bando aperto venerdì 12 agosto 2005 e chiuso alle 12 del martedì 23 agosto successivo. Totale, 5 giorni lavorativi. Partecipante unico lo stesso architetto Lapi a cui va, ovviamente, l’incarico. I dubbi? Li solleva per prima, nel 2004, l’Autorità Nazionale di Vigilanza sulle opere pubbliche che apre un procedimento sulla condotta del cantiere dell’ospedale fiorentino; procedimento chiuso senza colpo ferire nel 2005, dopo che sostanzialmente tutta l’opera passa nelle mani dello studio Lapi.
Oggi, però, a sollevarne è il gruppo regionale del Pdl. E’ stato il Consigliere regionale Giovanni Donzelli che, attraverso un paziente lavoro di ricerca, recupero e investigazione degli atti, ha ricucito tra delibere e determine dirigenziali il burrascoso e nebuloso iter attraversato dal cantiere di Santa Maria Nuova dal 1995 ad oggi. E stamani Donzelli – insieme al suo Capogruppo Alberto Magnolfi, al Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai e ai Consiglieri regionali fiorentini Stefania Fuscagni (Portavoce dell’opposizione), Paolo Marcheschi e Nicola Nascosti – ne ha illustrati gli esiti in una conferenza stampa svoltasi in Consiglio regionale.
Su questi fatti, Donzelli e i suoi colleghi hanno presentato otto interrogazioni (allegate al comunicato assieme a una ‘guida’ alla consultazione) in cui invitano la giunta regionale a rispondere in forma scritta sulle diverse questioni. «Noi – ha spiegato Donzelli – mettiamo in discussione la correttezza nella gestione pubblica di milioni di euro. Coloro che dovranno dare spiegazioni – sottolinea ancora – sono i protagonisti assoluti di questa vicenda. Infatti dal 2004 il direttore generale della Asl 10 di Firenze è stato Luigi Marroni, da poco assessore regionale alla salute; sempre in quegli anni l’assessore regionale alla sanità era invece Enrico Rossi, oggi presidente della Regione». Il capogruppo Magnolfi è tranchant: «Questo non è che un esempio – afferma – di come è gestita la sanità in Toscana.
Siamo dinanzi a una tempistica incredibile ma soprattutto a questioni procedurali che presentano aspetti delicati che con ogni probabilità richiederanno di essere valutati anche in sedi diverse dal Consiglio regionale dal momento che si tratta di fatti di evidente ed esplicita pesantezza che mettono sempre più a nudo il sistema sanitario regionale». «Quello che si delinea sui fatti che riguardano Santa Maria Nuova – osserva Mugnai – è un quadro a cui purtroppo ci siamo quasi abituati; ma qui siamo in Toscana, e la sanità regionale ci è stata raccontata per anni in tutt’altro modo.
Oggi i cittadini si trovano a soffrire il blocco di un mese o più della chirurgia programmata, e la giunta fa ricadere ogni responsabilità sulla spending review. Ma anche l’incremento dei costi di quest’opera del 189% sono risorse che mancano. Anche gli oltre 4 milioni di consulenze sono risorse che potevano forse essere risparmiate dato che al 31 dicembre 2010 la Asl 10 contava 6.556 dipendenti con le più svariate professionalità, i cui stipendi ammontano complessivamente a 328 milioni di euro annui.
Eppure si è fatto ricorso a personale esterno».