FIRENZE – Screening per il tumore della cervice uterina: da dicembre in Toscana si passerà progressivamente dal Pap test, utilizzato finora, al test Hpv (Human papillomavirus) come esame di screening primario. Lo stabilisce una delibera approvata nel corso dell’ultima giunta, con la quale si dà l’avvio al nuovo programma di screening, secondo precise modalità previste da un apposito protocollo operativo. Secondo la delibera, il nuovo programma prenderà il via da dicembre nella sola Asl 10 di Firenze, per estendersi poi, dal 2013, prima ad altre tre aziende sanitarie, poi gradualmente a tutte le altre, per andare completamente a regime nell’arco di 4 anni.
Nella fascia di età 25-34 anni continuerà ad essere utilizzato il Pap test triennale, mentre nella fascia di età 35-64 il Pap test sarà sostituito dal test Hpv, da fare ogni 5 anni. “L’avvio del nuovo programma, primo in Italia e tra i primi in Europa, che prevede l’offerta del nuovo screening alla popolazione di un’intera regione – osserva l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – pone la Toscana all’avanguardia in Italia nell’innovazione, e trasferisce in un programma di screening anni di fruttuosa ricerca scientifica, in cui Ispo è stato protagonista.
L’avvio di questo programma rappresenta un prototipo a livello nazionale ed europeo e potrà costituire un’esperienza di riferimento anche per altre regioni”. Dal Pap test al test Hpv Come il Pap test, anche il test Hpv si fa con un prelievo vaginale. Le conoscenze tecnico scientifiche disponibili, frutto della stessa ricerca condotta anche dall’Ispo, indicano la necessità di utilizzare come test primario per lo screening cervicale il test Hpv nella fascia di età 35-64 anni. “Stanno uscendo su questo nuove linee guida europee – spiega Eugenio Paci, epidemiologo dell’Ispo – l’Hpv è un fattore causale del tumore alla cervice.
Il test Hpv dà un risultato equivalente a quello del Pap test, ma ha il vantaggio di dare una maggiore protezione, e di poter essere effettuato con una frequenza minore: ogni cinque anziché ogni tre anni”. Come mai per la fascia di età 25-34 si mantiene il Pap test? “L’Hpv è un’infezione sessuale – è ancora Paci che risponde – La fascia di età 25-34 è quella sessualmente più attiva. Nelle donne più giovani si possono riscontrare infezioni che oggi ci sono e domani invece spariscono.
Nelle popolazioni giovani ci sono molte Hpv, ma poche diventano persistenti e proseguono, trasformandosi poi in un tumore. Quindi, per quella fascia di età, è più attendibile il Pap test”. Dunque: - fascia di età 25-34 anni: resta il Pap test triennale - fascia di età 35-64: test Hpv ogni 5 anni E’ prevista una fase di transizione, che prevede il passaggio progressivo dal Pap test al test Hpv, a partire, appunto, dalla Asl 10, per estendersi poi a tutte le Asl toscane. Come per il Pap test, anche per il test Hpv le donne saranno invitate a fare lo screening dall’Ispo, attraverso la propria Asl. Le stime prevedono che con il test Hpv saranno screenate ogni anno circa 79.000 donne, mentre il numero di donne screenate con il Pap test sarà di circa 36.200 l’anno. “Questo cambiamento è importante – avverte Francesca Carrozzi, responsabile per Ispo del gruppo di lavoro per il Progetto Hpv della Regione Toscana – in quanto indispensabile dopo l’avvio della vaccinazione anti-Hpv, che in Toscana è offerta gratuitamente alle ragazze da 12 a 16 anni e sta raggiungendo buoni livelli di partecipazione.
E’ importante infatti che le donne, anche se vaccinate, pratichino lo screening con il test Hpv, perché, seppure con minore frequenza, il rischio di tumore della cervice parzialmente rimane”. Il ruolo dell’Ispo L’Ispo, in base alle indicazioni della delibera e secondo un programma graduale che nei prossimi 4 anni coinvolgerà tutta la popolazione femminile, coordinerà il programma di screening e provvederà all’esecuzione di tutti i test Hpv, con un processo di centralizzazione operativa, che sarà in grado di incidere fortemente anche sui costi del programma.
“Un aspetto non secondario in questo momento di difficoltà del servizio sanitario – sottolinea ancora l’assessore – e che dimostra che la risposta appropriata a queste difficoltà è solo una programmata ed efficace innovazione tecnologica”. “L’Ispo si candida sempre di più ad essere struttura di riferimento regionale per la prevenzione – dichiara Gianni Amunni, che dell’Ispo è il direttore – e ad essere lo strumento con il quale avviene la centralizzaizone degli screening.
Questo valore è riconosciuto anche a livello nazionale, con la conferma dell’allocazione presso l’Ispo dell’Osservatorio nazionale sugli screening. Accanto a questo, cresce e si avvalora il ruolo dell’Ispo come istituto di ricerca e innnovazione sul tema della prevenzione oncologica”. Il ruolo dell’Ispo nella prevenzione oncologica e nella ricerca è sottolineato anche da un’altra delibera, che approva i progetti strategici dell’istituto per gli anni 2012-2013: tra gli altri, oltre all’avvio del programma di screening Hpv, anche la centralizzazione degli screening oncologici regionali e l’avvio della centralizzazione nella gestione di immagini mamografiche e estensione del programma di screening alle fasce di età 45-49 e 70-74 anni.