Riportare l'attenzione sullo stato di salute del fiume, mettere a punto una strategia d'intervento. Questa è la richiesta fatta dalla portavoce dell'Opposizione in Consiglio Regionale Stefania Fuscagni: "un Progetto Arno". "Serve che la Regione faccia qualcosa in più e lo metta al centro di una strategia complessiva dove le parole d’ordine siano: sicurezza, opportunità, coordinamento delle competenze, risorse spese e spese bene. Da fiorentina prima che da toscana - dice la Fuscagni - mi ribello a pensare all’Arno solo quando fa o può fare paura e non come una potenzialità”. “I problemi, dal punto di vista regionale, sono tre - sintetizza l'esponente Pdl - Quello della sicurezza che non riguarda solo le fasi di rischio acuto ma la tenuta complessiva del territorio sotto l’aspetto idrogeologico, quello della valorizzazione e quello delle risorse.
Sulle risorse, purtroppo, da anni la strategia ambientale è la cenerentola del bilancio toscano e non fanno eccezioni le voci di bilancio dedicate all’Arno. Ricordo solo che poco più di un anno fa le risorse regionali ‘residue’, cioè non spese, ammontavano ad oltre 50 milioni di euro e questo non è segno di buon governo. Non possiamo – prosegue Fuscagni- lasciare i Comuni, le Province e l’Autorità di Bacino da soli né possiamo tollerare oltre lo scontro sulle competenze che vede protagonisti, anche in queste ore, il Comune e la Provincia di Firenze.
Serve uno sforzo comune e servono impegni precisi da prendere con una visione d’insieme. Questo è compito della Regione. Senza allarmismi né polemiche inutili è tempo che la Regione ci dica quale strategia ha per l’Arno e si prenda l’onore di costituire una cabina di regia che, nel rispetto dei ruoli, abbia come obiettivi accelerare i tempi di soluzione dei problemi e individuare percorsi di valorizzazione”, conclude la portavoce dell'Opposizione. Secondo Nicola Nascosti (Pdl) "Sulla riqualificazione dell’Arno la Regione deve fare di più, occorre ed è prioritario chiudere la realizzazione delle casse di espansione dei Renai, di Figline e di Fibbiana, tutte opere già finanziate e previste nei vari progetti.
Milioni di euro già spesi, ma che per colpa della stazione appaltante non hanno permesso la chiusura di queste importanti opere di messa in sicurezza. Occorre che si arrivi al più presto ad una conclusione, al fine di garantire i territori interessati”.