Report della Cia Toscana sulle singole colture presenti nel territorio regionale. Documento inviato all’assessore Gianni Salvadori in vista dell’incontro del 5 settembre convocato dal Ministro Mario Catania Estate tragica per l’agricoltura toscana. Avversità climatiche – come ha scritto la Cia Toscana all’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori in vista dell’incontro del 5 settembre convocato dal Ministro Mario Catania – manifestate nel corso della primavera/estate del 2012, che si sono concretizzate con un prolungato periodo di assenza di precipitazioni, unite a temperature eccezionalmente alte, hanno provocato in tutte le coltivazioni agricole e zootecniche situazioni molto gravi con perdite rilevanti di produzione. REPORT SULLE DIVERSE COLTURE DELLA TOSCANA Pomodoro da industria – Per il pomodoro da industria - di cui è in corso la raccolta -, si stanno registrando cali di produzione dal 25 al 30% rispetto ai quantitativi attesi in fase di semina.
Così come si registrano perdite di prodotto, perché non conferito alle industrie, a causa della qualità scadente. La minore qualità incide anche sul prezzo di liquidazione del prodotto, in quanto viene pagato sulla base di prestabiliti parametri qualitativi e, dai primi dati disponibili, si può affermare che, oltre alla conferma della contrazione media delle rese, sono in discussione a ribasso, i termini contrattuali relativi ai prezzi di liquidazione Ortofrutticoli freschi - La perdita della produzione oscilla dal 20 all’80 % a secondo delle specie coltivate e di quelle che hanno minore esigenze di irrigazione, mentre si registrano forti carenze qualitative su tutte le produzioni, con ripercussioni sulla commercializzazione e soprattutto sui prezzi di vendita.
Cereali - In alcuni territori tradizionalmente dediti alla produzione di mais è perfino in dubbio che venga fatta la raccolta in quanto la produzione è praticamente inesistente. Altre produzioni cerealicole – girasole – sono nella stessa condizione; perdita di produzione stimabile dal 60 all’80%. Olivicoltura - In molte zone c’è ormai la certezza della perdita di produzione fino anche al 50% perché si è verificata la caduta massiva delle olive, mentre per la restante parte c’è l’incertezza dell’andamento del clima delle prossime settimane.
Ovviamente anche la qualità probabilmente ne risentirà. Viticoltura – La vendemmia è in corso e già è riscontrabile una perdita di prodotto dal 20 al 30%, con l’aggravante dei requisiti qualitativi delle uve che daranno luogo probabilmente ad un vino con dei tassi alcometrici eccessivi. Zootecnia e foraggere – In questo settore il danno è più difficile da stimare, tuttavia alcuni aspetti sono assai evidenti. Perdita di produzione del latte sia bovino che ovino a causa della mancanza di foraggio fresco di stagione in quanto è andato perso il secondo taglio.
Gli allevatori sono stati costretti ad alimentare gli animali con i mangimi (che oltretutto a causa di ciò sono anche aumentati di prezzo) – per cui le aziende hanno avuto un aumento di costi a fronte di un risultato produttivo inferiore sia per il latte che per la carne. Si è inoltre registrata la difficoltà per l’abbeveramento degli animali, a causa della mancanza di acqua, a cui si è dovuto sopperire con sistemi di emergenza che però hanno avuto un costo ulteriore per le aziende. Florovivaismo - Si sono registrate perdite di prodotto e qualità scadente, nonché aumenti dei costi di produzione per l’irrigazione.
Inoltre, sempre a causa delle alte temperature, sono saltate le programmazioni delle produzioni, ovvero la messa a dimora dei bulbi e talee per le produzioni autunnali e invernali. «Infine – sottolinea Alessandro Del Carlo, Cia Toscana -, occorre rilevare l’aumento dei costi che molte aziende hanno dovuto sopportare nel tentativo di salvare le produzioni attraverso lavorazioni e interventi particolari non previsti, nonché i tentativi di irrigazione di soccorso laddove è stato possibile.
Pertanto – aggiunge -, le imprese toscane si aspettano il riconoscimento dello stato di calamità da parte del Ministro con l’attivazione di misure adeguate, e relative risorse, per sostenere le imprese in questa fase delicata di aumento dei costi, oscillazione dei prezzi dei prodotti agricoli con conseguente contrazione dei redditi».