“Certificazione molecolare sulla frutta e la verdura prodotta in Toscana. Per dimostrare che la produzione da filiera corta non solo è più buona, ma fa anche bene.” Questo l’annuncio dell’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, che stamani è intervenuto alla manifestazione promossa da Coldiretti per la difesa del “made in Tuscany” dalla contraffazione dei prodotti agroalimentari. Dopo l’intervento in strada, fra le centinaia di coltivatori convenuti da tutta la Toscana in via Cavour a Firenze, Salvadori ha partecipato alla conferenza stampa tenuta nella sala del Gonfalone del Consiglio Regionale, dove era stata allestita una mostra di prodotti agroalimentari “tuscan sounding”, come il “finocchiono” prodotto in Usa o i “macaroni” fabbricati in Romania.
“Stiamo lavorando alla certificazione molecolare – ha detto – per ora siamo partiti in maniera sperimentale sulla frutta e la vedura toscane che vengono distribuite da qualche settimana, grazie al protocollo d’intesa che abbiamo siglato, nell’ospedale Cisanello di Pisa, in quello di Lucca e a Livorno. Speriamo di avere risultati per fine settembre. Vogliamo dimostrare che la produzione da filiera corta non solo è più buona, ma fa anche bene alla salute.” Salvadori ha inoltre ribadito l’appoggio della Regione a Coldiretti e a quanti si battono per la difesa della produzione toscana e per la salvaguardia della tracciabilità ed ha ringraziato le forze dell’ordine che operano i controlli e intervengono a stroncare le frodi alimentari.
“Le istituzioni – ha detto – saranno al loro fianco in questa battaglia che noi vogliamo vincere. E questo sarà anche il nostro contributo per battere la crisi.” Il capogruppo della Lega Nord Toscana in Regione, Antonio Gambetta Vianna, ha partecipato alla manifestazione indetta da Coldiretti davanti a Palazzo Panciatichi per tutelare e valorizzare i prodotti toscani e la filiera corta. «La Lega Nord – spiega Gambetta Vianna, che è membro della II commissione “Agricoltura” – da sempre è impegnata per la valorizzazione dei prodotti locali e della filiera corta perché nel nostro cibo c’è la radice dei nostri popoli.
Noi vogliamo portare avanti questa battaglia che non è solo degli agricoltori, ma di tutti i cittadini». Secondo il leader del Carroccio in Palazzo Panciatichi, «bisogna salvaguardare i prodotti toscani e del resto del nostro Paese visto che sono i più imitati nel mondo. Infatti, a giro per il pianeta si possono acquistare salami toscani made in New York, il vino Chianti e il Sangiovese made in California, il parmigiano made in Usa e in Germania, la passata di pomodoro piccante made in Usa, il pesto alla genovese made in Romania.
È molto difficile trovare questi prodotti contraffatti sugli scaffali dei nostri supermercati e delle nostre botteghe, ma l’estero ne è pieno con grave danno per il nostro export e, quindi, per le nostre aziende». Ma Gambetta Vianna ritorna anche sugli 80.000 quintali di olio extravergine fasullo sequestrati dalla Guardia di Finanza di Siena lo scorso mese a Monteriggioni. «Questo – spiega – ha arrecato un danno incredibile all’agricoltura e alla Toscana. Noi della Lega abbracciamo la causa della Coldiretti perché bisogna mettere prima la Toscana». Trasparenza, chiarezza ed etichette leggibili da tutti. In nome del consumatore ed in difesa della filiera dell’olio.
La Toscana dell’olio d’extravergine dopo gli ultimi scandali pretende la “Legge Salva Olio” per limitare al minimo i tentativi d’imitazione, taroccamento e contraffazione. Ci sono ragioni ovviamente anche economiche: la concorrenza sleale che danneggia pesantemente le imprese che fanno della qualità una ragione di mercato. La tutela dell’extravergine d’oliva che ha contribuito a disegnare il paesaggio toscano, uno dei principali motori economici dell’agroalimentare regionale (70 mila aziende, 15 milioni di piante, 100 milioni di euro di produzione), è il motivo principale che ha spinto Coldiretti a prendere la strada della piazza portando questa mattina, martedì 24 luglio, di fronte al Consiglio Regionale della Toscana circa un migliaio di agricoltori.
La leva è trovare il sostegno bipartisan da parte del Consiglio Regionale della Toscana e sollecitare l’individuazione di un iter e di modalità che possano condurre ad una rapida approvazione del disegno di legge in discussione al Senato ma inspiegabilmente fermo in un cassetto. I recenti sequestri nel senese di 8 mila tonnellate di olio d’oliva ottenuto da illecita miscelazione con materie prime di categoria inferiore o con altra provenienza geografica, e tanti altri casi di imitazioni, sono lì a dimostrare che l’extravergine toscano è in pericolo.
Secondo Coldiretti infatti, 4 bottiglie di extravergine su 5 vendute nei supermercati contengono miscele di diversa origine, ma la provenienza delle olive da cui nascono è praticamente illeggibile. “Pur essendo obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009, sulle confezioni ottenute con l’impiego di prodotti stranieri, nella stragrande maggioranza dei casi, diventa difficile se non impossibile decifrare la scritta “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatoria per legge nelle etichette dell’olio di oliva.
La dicitura – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende poco visibile”. Il sostegno al percorso proposto da Coldiretti è stato sottolineato questa mattina durante la presentazione degli inganni a tavola che danneggiano il Made in Tuscany dall’Assessore Regionale all’Agricoltura, Roberto Salvadori, il Presidente del Consiglio Regionale, Alberto Monaci e il Vice Presidente, Giuliano Fedeli, il Presidente della Commissione Agricoltura, Loris Rossetti e numerosi consiglieri regionali di tutti i gruppi. Contro questa mancanza di chiarezza Coldiretti ha presentato la proposta di legge salva-olio Made in Italy, giàsottoscritta da numerosi deputati, ancora in attesa appunto di approvazione.
Parte non a caso dalla Toscana la fase di pressing politico decisiva che dovrà portare, in tempi brevi ad una svolta: “Il sostegno del Consiglio Regionale – conclude Marcelli – può essere un elemento determinante nella conclusione positiva dell’iter di approvazione che non è più rimandabile”.