Tutto è pronto per i lancio di Gran Prato, il pane di Prato a km 0. Una vera e propria celebrazione della virtuosità della filiera corta: dal grano alla bozza, tutto made in Prato, con produzione regolata da un ferreo patto tra produttori di grano, mugnai e fornai. Giovedì sera (26 luglio), al Giardino Buonamici (dalle 18.30), ci sarà la presentazione del marchio e del progetto con la degustazione del pane - che sarà commercializzato da settembre - in abbinamento a prodotti tipici locali (dagli affettati ai formaggi, con vini e birre tutte assolutamente prodotte a Prato). Si parte con una produzione di circa 600 kg alla settimana.
L’iniziativa nasce grazie a una sinergia positiva tra Associazione Parco Agricolo di Prato, la Provincia, il Comune di Montemurlo, CIA, Coldiretti e Confartigianato e vede – in primo piano – la professionalità e la passione di un gruppo coraggioso nella sperimentazione composto da fornai, agricoltori e gestori di molini. “E’ una filiera modello che diventa elemento di sviluppo”, ha affermato, questa mattina, l’assessore provinciale all’Agricoltura, Stefano Arrighini, presentando il progetto insieme all’assessore alla promozione del territorio e dell'economia del comune di Montemurlo, Gianluca Giancaterino, il presidente dell’Associazione Parco Agricolo di Prato, David Fanfani, i presidenti di Confederazione italiana agricoltori e Coldiretti, Fedele Raho e Maurizio Fantini e Francesca Grillo per Confartigianato.
Protagonisti del progetto i forni Fogacci, Cocciardi e Guasti di Prato, Montagni e Matti per il pane di Montemurlo e i molini Bardazzi e Mugnaioni. Con loro le aziende agricole Marcello e Marco Boretti, Raugei, Paolo Colzi, Rossi, Menicacci, Marcello Ceri. Il pane verrà commercializzato anche da Cortaggio e dal mercato di filiera corta Terra di Prato. Il logo di Gran Prato è stato realizzato da Mail Boxes. “Sostenere e mantenere sul territorio pratese una attività agricola efficiente sul piano economico e protagonista nel mercato locale”.
Questo, secondo David Fanfani, l’obiettivo del progetto. Grande l’attenzione del comune di Montemurlo che, come ha ricordato l’assessore Giancaterino, “’è stata la sede di un vero e proprio laboratorio progettuale dove si è concretizzata l’iniziativa”. “Con Gran Prato si dà certezze a chi consuma e, al tempo stesso, si mettono a valore le aree a seminativo presenti nel territorio della piana pratese che superano i 3000 ettari”, ha messo in evidenza Maurizio Fantini. La filiera corta locale delle produzioni cerealicole ed in particolare del pane, è in grado di incontrare la crescente domanda di qualità alimentare espressa dai consumatori.
Secondo Fedele Raho siamo di fronte a “un progetto pilota, senz’altro una positiva esperienza da replicare con altre filiere”. Il progetto, che secondo Francesca Grillo di Confartigianato “ha il merito di coniugare innovazione tradizione”, si fonda su un ferreo accordo di filiera che individua requisiti produttivi fondamentali ed irrinunciabili: il grano utilizzato per la produzione di pane e farina deve provenire dal territorio provinciale pratese; la produzione agricola deve rispettare un disciplinare definito - con la consulenza di esperti del comitato tecnico scientifico dell’ associazione - sulla base di buone pratiche agronomiche rispettose di requisiti ambientali, riducendo al minimo apporti chimici e orientandosi anche a pratiche biologiche; macinatura e trasformazione devono rispettare anch’esse requisiti qualitativi finalizzati a mantenere le caratteristiche del grano originario, in particolare tramite l’impiego di lieviti madre e lievitazione naturale; il prezzo al consumo deve essere in grado di raggiungere un equilibrio fra adeguata remunerazione dei partecipanti alla filiera, requisiti qualitativi del prodotto e adeguatezza del prezzo medesimo per i consumatori; trasparenza e controllo costante del mantenimento dei requisiti dell’accordo fra i vari partecipanti. Siamo adesso nella fase di start-up.
Si prevede poi di aprire l’accordo di filiera ad altri soggetti agricoli e artigianali. L’accordo di filiera prevede infine un progressivo miglioramento della qualità produttiva, in particolare di quella cerealicola. Anche introducendo la coltivazione di grani tradizionali (Verna, Gentile Rosso, Sieve, Senatore Cappelli, etc.) che bene si coniugano con pratiche di tipo biologico ed obiettivi di salubrità e sicurezza alimentare. Il pane pratese fin dall’antichità era apprezzato e richiesto in tutta la Toscana.
Si racconta che fosse un fornaio di Porta Santa Trinità, sulle mura più esterne della città, il fornitore della villa medicea di Poggio a Caiano quando vi dimoravano i Medici.Il dotto pratese Giovanni Miniati, nella sua Narrazione e disegno della terra di Prato di Toscana del 1596, racconta che al mercato della Serenissima a Firenze i venditori ambulanti di pane e salumi reclamizzavano i prodotti con le grida: Prato! Prato! Prato! a significare la loro notorietà.