"Prima di procedere all'approvazione di un progetto definitivo, è necessario vagliare tutte le ipotesi, i costi e le criticità relative alla realizzazione della nuova pista dell'aeroporto fiorentino di Peretola". Lo dichiara, in una nota, Cinzia Niccolai, Resposabile Organizzazione Idv Toscana. "Proprio per questo, noi di Italia dei Valori, pur condividendo la necessità di un adeguamento dello scalo fiorentino capace risolvere i problemi legati alla sicurezza e di renderlo un vero city airport in stretta sinergia con Pisa, abbiamo sottoposto ai nostri partner di governo in Regione Toscana una serie di punti e di questioni che consideriamo imprescindibili: garanzia di un percorso partecipato, tutela della salute pubblica e ambientale, contenimento dei costi.
Condividendo l'esigenza che venga assicurata la monodirezionalità della pista, consideriamo quanto mai necessario effettuare uno studio approfondito sull’impatto acustico e ambientale e sui rischi che con la nuova infrastruttura si potrebbero avere su Firenze e gli altri centri abitati". "I problemi della Piana, le ripercussioni che la nuova pista rischia di avere su Firenze e Prato, l'effettiva portata di passeggeri e velivoli - continua Niccolai - sono infatti questioni dirimenti per realizzare una struttura davvero efficiente, integrata a pieno nel sistema Toscana e capace anzi di rappresentarne un punto di forza". "Dispiace soltanto - argomenta Niccolai - che, in contesto tanto fluido, la posizione critica, seppur propositiva, di Italia dei Valori e la richiesta di approfondimenti da parte dell'Assessore Anna Marson siano stati subito e tanto facilmente tacciati come spinte anti-sviluppo, come freni alla crescita infrastrutturale della Toscana e non come un contributo propositivo teso a realizzare un'opera funzionale e coerente.
Guardiamo pertanto con favore questo acceso dibattito interno venutosi a creare in seno al Partito Democratico, dalla Provincia di Firenze ai Sindaci della Piana, perché ci rafforza nella convinzione, troppo spesso messa a tacere, che soltanto dal confronto si possano davvero prendere decisioni utili alla collettività e allo sviluppo della nostra regione". "Noi di Italia dei Valori, dunque, invitiamo tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Giunta regionale della Toscana, a vagliare ogni approfondimento tecnico teso a fugare qualsiasi dubbio sulla realizzazione, sull'impatto sociale, sanitario e ambientale, e sull'effettiva operatività della nuova pista dell'aeroporto di Peretola". Alessandro Cresci: “Non possiamo non concordare con il Presidente della provincia Barducci sulle mezze verità che Rossi cerca di propinarci e le gravi mancanze sullo studio di Enac.
E procedere senza una Vis sarebbe un atto grave di cui pagheremo le conseguenze in futuro. Ogni progetto previsto sull'aeroporto privo di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica che questa infrastruttura avrà sul territorio, sarebbe devastante. Sapete perchè non la vogliono e Rossi si è preso le competenze in materia della Bramerini? Perchè metterebbe fine a ogni progetto di ampliamento, la qual cosa non ci farebbe che piacere”. Così Alessandro Cresci, capogruppo IdV Provinciale in una nota: “E' pacifico che l'ampliamento di Peretola porta con se un aumento esponenziale dei voli con aerei più grandi e più impattanti trasformando la Piana in una camera a gas più di quanto già non lo sia e lo sarà con l'inceneritore.
In particolare per quanto riguarda le emissioni gassose di CO2 che interesseranno una vasta zona densamente abitata, compresa la città di Firenze come ieri è stato dimostrato. Voglio ancora ricordare l'esempio di Malpensa, altro aeroporto che si vorrebbe ampliare, dove uno studio ha analizzato i dati clinici di 12 anni (1997-2009) e ha registrato un aumento della mortalità per malattie respiratorie del 54,1% e un balzo nei ricoveri ospedalieri pari al 23,8%, contro medie per tutta la provincia del 14 e del 7,8%.
Sappiamo che Rossi si è esposto troppo per tornare indietro ma la sua miopia politica sta mettendo a rischio la legislatura oltre a una profonda spaccatura istituzionale senza contare quella interna al Pd”.