Questo l’intervento dei consiglieri del Gruppo PdL: “Lo smantellamento del campo rom dell’Olmatello è una vittoria della città, soprattutto per i bambini che vivevano tra i rifiuti. E’ anche una vittoria politica del PdL che ha portato tv e stampa nel campo per mostrare a tutti che cos’era l’Olmatello, oltre a produrre atti su atti, negli anni, per spingere l’amministrazione comunale ad agire. Amministrazione che invece ha speso più di 4,5 milioni di euro, investiti nel tempo su un campo che è rimasto nello stesso identico stato di degrado iniziale.
La stessa giunta Renzi ci ha messo 750mila euro, soldi andati per dare lavori ai residenti del campo, pseudo lavori come portierato e altri servizi. Al contempo, gli abitanti del campo hanno sfruttato la legge regionale che trasforma la condizione di nomade in un vantaggio in termini di punteggio per ottenere una casa in Erp (per l’inidoneità degli alloggi, le condizioni igieniche ecc.). Ci auguriamo che la stagione del peggiore assistenzialismo della sinistra a Firenze sia finita, e comunque non possiamo non notare che la famosa integrazione la si è fatta unicamente regalando lavori e facilitando l’assegnazione di case. Ci resta la domanda, visti i toni trionfali utilizzati per descrivere l’operazione da parte della giunta e dallo stesso sindaco Renzi, sul perché ci siano voluti 3 anni per portarla a termine e non 3 mesi, che davanti a una volontà politica chiara sarebbero stati più che sufficienti”. Questo l’intervento del consigliere Eros Cruccolini: “La chiusura e demolizione del campo dell’Olmatello rappresenta una svolta importante.
È la dimostrazione concreta che in questi anni si è lavorato per una reale integrazione dei rom, e occorre fare un plauso all’assessore Saccardi che, senza neppure farsi troppa pubblicità, ha lavorato per chiudere questa esperienza, che a sua volta ha risposto a un’emergenza negli anni passati (tanto che era impensabile solo due anni fa l’idea di chiudere il campo), ma che, diciamocelo sinceramente, non poteva dare risultati concreti sul fronte dell’integrazione, chiudendo le persone dentro una realtà che restava – nonostante gli interventi per lavoro e scolarità – comunque ai margini della città. All’assessore Saccardi riconosciamo inoltre il merito di aver saputo chiudere l’ex Meyer senza far ricorso alla forza pubblica, ma battendo la strada del dialogo con le associazioni sul territorio.
Si deve proseguire sul solco di queste esperienze per riportare Firenze ai livelli che gli competono, come città europea e internazionale per accoglienza e integrazione. Notiamo, inoltre, come il binomio di deleghe sociale-casa, assunto da Saccardi, sia l’occasione per far sì che l’emergenza abitativa non finisca sempre agli onori delle cronache per i problemi che si pongono, ma possa contribuire a far sì di riuscire a governare i fenomeni con puntualità ed efficacia. Dalla sinistra fiorentina, prodiga di critiche verso il sindaco Renzi e l’operato della sua giunta, stavolta, di fronte a un esempio di buongoverno del centrosinistra abbiamo sentito un silenzio assordante. Bene dunque, che si realizzino interventi concreti come questo, anche se occorre essere anche consapevoli che il processo di integrazione del popolo rom a Firenze non si chiude certo qui: molto resta da fare, a iniziare dalle soluzioni da dare agli altri campi presenti sul nostro territorio, e pensiamo innanzitutto ai villaggi del Poderaccio”.