Avviate una settimana fa, questa mattina le operazioni per lo smantellamento del campo rom dell’Olmatello sono entrate nel vivo. Le ruspe hanno infatti iniziato la demolizione delle strutture ancora presenti nell’ormai ex insediamento di viale XI Agosto. Un momento storico, che sancisce la definitiva chiusura del campo sorto abusivamente alla fine degli anni 80 e “istituzionalizzato” nel 1997. All’intervento erano presenti il sindaco Matteo Renzi, l’assessore al welfare Stefania Saccardi, la comandante della Polizia Municipale Antonella Manzione, i rappresentanti delle cooperative Il Cenacolo e del comitato di gestione presso il Quartiere 5.
“Oggi si conclude un’esperienza iniziata ben 26 anni fa – ha dichiarato il sindaco Renzi –. Quando questa Amministrazione si è insediata nel 2009 in questo campo vivevano 140 persone; oggi siamo qui per assistere al definitivo smantellamento. In questi tre anni è stato avviato e portato a compimento il percorso naturale per un’Amministrazione solida e solidale, ovvero un percorso di coinvolgimento e integrazione sociale all’interno delle regole. Possiamo quindi dichiarare chiusa l’esperienza del campo dell’Olmatello e con i servizi tecnici demolire le strutture ancora presenti”.
La chiusura del campo comporta per il Comune un risparmio di circa 300mila euro all’anno. Nell’occasione il sindaco Renzi ha risposto anche alle polemiche e alle accuse di interventi tardivi di una parte di opposizione. “Quando siamo arrivati a Palazzo Vecchio abbiamo trovato il progetto di realizzare un altro insediamento per ospitare le famiglie dell’Olmatello in via Lorenzini. Un progetto che abbiamo azzerato perché la nostra idea di integrazione non prevede né la riedizione di insediamenti ad hoc né percorsi privilegiati.
La chiusura di oggi, frutto di un grande lavoro dei servizi sociali e che si è svolta senza l’intervento delle forze dell’ordine, è l’ulteriore dimostrazione che questa Amministrazione lavora e le cose le fa davvero a differenza di altri che invece si limitano a parlare”. Anche l’assessore Saccardi ha sottolineato come “la dismissione del campo sia avvenuta senza l’intervento delle forze di polizia, ma attraverso un paziente lavoro fatto con i servizi sociali, con il comitato di gestione presso il Quartiere 5, la cooperativa Il Cenacolo.
Attraverso gli anni sono stati attivati percorsi di inclusione sociale e autonomia e lentamente le famiglie sono state sistemate. Dalle 140 persone del 2009, a gennaio di quest’anno erano rimaste 13 famiglie per un totale di 54 persone di cui 23 minori. In sei mesi abbiamo trovato una soluzione per tutti e quindi siamo riusciti a dismettere il campo rom con un anno e mezzo di anticipo rispetto alla scadenza che ci eravamo prefissi, ovvero la fine della legislatura”. In dettaglio delle 13 famiglie, quattro famiglie (15 persone) sono risultate assegnatarie di alloggi Erp secondo la graduatoria ordinaria; due nuclei familiari (8 persone) sono stati accolti in strutture della cooperativa in attesa di assegnazione di alloggio Erp, sempre sulla base della graduatoria ordinaria; quattro famiglie (14 persone) sono entrate nel circuito ordinario di accoglienza coordinato dalla Asp Montedomini con la collaborazione di associazioni del Terzo Settore; due nuclei familiari (11 persone) hanno trovato la casa sul libero mercato; una famiglia (6 persone) è stata accolta, in qualità di rifugiati politici, al Centro Paci.
“Questo intervento si inserisce perfettamente nella linea adottata da questa Amministrazione per quanto riguarda le occupazioni e gli sgomberi – ha aggiunto l’assessore Saccardi –: massimo rigore nel rispetto delle regole e massima attenzione ai diritti e ai bisogni della persone, soprattutto quelle più deboli come le famiglie con bambini. Nessun intervento di polizia, ma percorsi di accoglienza e di integrazione senza procedure privilegiate. Il che vuol dire anche superamento dell’assistenzialismo puro per favorire percorsi di autonomia nei quali ciascuno deve fare la sua parte e parteciparvi attivamente.
Si tratta di una vera politica di sinistra perché non fa ricorso alla forza pubblica ma soltanto a percorsi di inclusione sociale, peraltro senza privilegi: le famiglie che sono state inserite negli alloggi Erp erano infatti regolarmente in graduatoria”. Dal punto di vista dell’intervento coordinato dai servizi tecnici, i lavori prevedono la demolizione e lo smaltimento in discarica autorizzata di tredici case mobili, di un centro sociale, di quattro gruppi di servizi igienici in muratura, di due gruppi docce e di un locale portineria.
La gara di appalto è stata vinta dalla ditta Capaldo Giacinto di Firenze con un’offerta per lavori a netto di 50.237 euro.