Stefania Valbonesi, autrice de "Lo strano caso del Barone Gravina" incontra i lettori di Nove da Firenze. Lo scenario è quello delle Murate, l'ex monastero e carcere fiorentino oggetto di riqualificazione urbanistica che ha mantenuto tutto il fascino e l'austerità della sua drammatica storia, legata oramai indissolubilmente con le radici di Firenze. In questo luogo che ancora racconta nelle sue nicchie e negli anfratti storie perdute e nascoste, la giornalista e scrittrice illustra il suo romanzo dalle forti connotazioni noir.
Il protagonista non è il commissario. Anzi l'ordine costituito in questo romanzo ha un ruolo quasi marginale, come fosse una medusa che ha voglia di posare i suoi tentacoli ovunque, di allungarsi nell'acqua, ma si ritrova sopraffatta dalle onde. Il protagonista è un barone, che probabilmente non si è mai guadagnato il presitigio d'esser visto e trattato come un 'signore' ma che ha ereditato la sua vita con malcelata indifferenza e disprezzo, pur sapendone trarre il buono per se stesso.
Il protagonista è Gravina, un filosofo, un pensatore, un padrone da rispettare senza stima, ma potrebbe essere chiunque con i suoi difetti, le sue complessità e quel maniacale senso oscuro d'ironia. Una delle tante ombre che si muovono senza attirare l'attenzione, vita concentrata tra vite distratte. Gravina, infastidito dagli altri quanto da se stesso, sembra braccato dalla paura di essere amato, marcato a fuoco dall'etichetta dell'uomo buono che teme il dover essere indispensabile a qualcuno. I personaggi che si muovo all'interno del romanzo sono pochi, descritti nei loro accenti essenziali, talmente familiari però da poterli riconoscere mano a mano che si scorre nella lettura.
Una lettura appassionata, che non lascia spazio a vie di fuga, che inchioda ogni tassello al proprio posto, quasi che un filo sottile, consunto, intriso di un odore intenso e spaventoso debba passarci attraverso intrecciandosi fino a poter formare quella che sarà.. l'ultima pagina. Si tratta di un libro agghiacciante, dove la semplicità gioca il ruolo della sorpresa e qualsiasi stanza sceglierete per iniziare la lettura, sarà sempre troppo chiusa per aver voglia di uscire. AntLen Edito da Romano Editore