“Le strutture per la media e grande distribuzione potranno essere realizzate solo se localizzate, negli strumenti di governo del territorio, in relazione agli effetti territoriali, paesaggistici e ambientali oltreché economici”: così Anna Marson, assessore regionale con delega a urbanistica, pianificazione e paesaggio. “Siamo intervenuti per adeguarci al decreto Monti sulle liberalizzazioni e abbiamo scelto di farlo per salvaguardare il territorio toscano, nel quale c’è bisogno di equilibrio, armonia e senso del paesaggio”: così l’assessore Cristina Scaletti (commercio, turismo, cultura). Marson e Scaletti commentano una proposta di legge, approvata ieri in Giunta Regionale che introduce “disposizioni urgenti”, attuative dei decreti Monti, sulle leggi toscane in materia di commercio e di territorio. “In particolare – sottolinea Anna Marson – la proposta prevede una modifica all’articolo 48 della legge 1/2005 (le norme per il governo del territorio, ndr) circa i contenuti del PIT che, nel regime innovato, dovrà dettare criteri e direttive, sulla previsione delle medie e grandi infrastrutture di vendita, introducendo la verifica di sostenibilità sovra-comunale quale condizione necessaria per l’efficacia della pianificazione”. La titolare delle deleghe all’urbanistica/pianificazione/paesaggio fa inoltre presente come il nuovo testo, ora all’esame del Consiglio, definisca “procedure transitorie per l’attuazione degli strumenti vigenti e per la gestione di eventuali nuove previsioni prima dell’entrata a regime del nuovo sistema”.
Viene altresì previsto – conclude Marson – un “fondo di perequazione” che consentirà, in seguito all’attuazione delle nuove norme, di “ridistribuire gli introiti relativi in funzione degli effetti sull’intero territorio interessato”. Cristina Scaletti tiene a sottolineare come, nel testo approvato, una “attenzione particolare” venga riconosciuta al “regime regolativo per l’apertura di grandi strutture di vendita: attualmente, infatti, vige un modello programmatorio fondato sulla determinazione di contingenti di superfici di vendita che non risulta più compatibile con il nuovo quadro nazionale ed europeo”.
Nella disciplina proposta per l’apertura delle grandi strutture, ”viene adesso eliminata la programmazione quantitativa e si interviene con nome di governo del territorio. Inoltre se fino a ieri si parlava di grandi strutture di vendita dai 2.500 metri di volume in su, ora questo limite scende a 1.500 per cui nella nuova legge diventa grande distribuzione tutto ciò che supera i 1.500 mq”. E’ una decisione – precisa Scaletti – “presa per evitare la proliferazione senza limite dei grandi centri, a maggior ragione in questo particolare momento di crisi che va nella direzione della difesa dei piccoli esercizi commerciali”. La Toscana è la prima regione in Italia a fare questa scelta (“E vorremmo essere d’esempio per molti altri”, aggiunge Scaletti) confermando anche molti altri provvedimenti che mirano a difendere il tessuto commerciale (“Già prima del decreto Salva-Italia le normative toscane tutelavano dallo sviluppo della grande distribuzione ed è questo il nostro modo di interpretare le liberalizzazioni volute dal governo: rimettere al centro il territorio rispetto alle logiche puramente commerciali”).