Anche il telefono di monsignor Giuseppe Betori, creato Cardinale dal Papa il 6 gennaio, è stato sotto controllo. Per un mese e mezzo gli investigatori hanno ascoltato le conversazioni dell'arcivescovo di Firenze e dei suoi più stretti collaboratori dopo l'aggressione del 4 novembre 2011 in curia, per la quale è finito in carcere un pregiudicato, Elio Baschini. Betori si sarebbe lamentato e Benedetto XVI lo avrebbe rassicurato L'attentato all'arcivescovo di Betori si colora di un nuovo elemento a seguito dell'anticipazione diffusa da 'Panorama'.
Un particolare nuovo che, se confermato, aggiungerebbe ulteriori elementi di riflessione. Il Cardinale di Firenze si sarebbe lamentato "di essere finito sotto la lente degli inquirenti e, secondo quanto ha riferito lo stesso Betori a un amico, il Papa gli avrebbe dato 'rassicurazioni' e avrebbe promesso di 'sistemare la cosa'". Lo apprendiamo dalle intercettazioni contenute nelle indagini sull'attentato subito in Curia da Betori stesso nell'autunno scorso e pubblicate oggi su Panorama. "E' scandaloso quanto emerge dall'intercettazione, al di là di quanto la magistraura potrà ulteriormente appurare e chiarire -commenta Ornella De Zordo, consigliera comunale perUnaltracittà - lista di cittadinanza- Un cittadino italiano, quale Betori, che ha subìto un attentato mortale si rivolge ad un capo di stato straniero per sistemare la cosa, per fermare l'azione della polizia e della magistratura di uno Stato sovrano quale è, almeno teoricamente, l'Italia.
Hanno nulla da eccepire i vari personaggi della politica locale, al potere e non, sempre pronti ad ascoltare le parole di Betori? Sembra loro un atteggiamento laico e consono ad un paese civile? O apriranno bocca per omaggiarlo solo quando suoneranno le chiarine di Palazzo per l'ennesima parata istituzionale al cospetto del Cardinale?"