Trasparenza delle etichette, necessità di aumentare i volumi di export e Pacchetto Qualità: di questo e di come il sistema delle Dop e delle Igp si sia evoluto nel corso dei vent'anni della sua esistenza si è parlato ieri pomeriggio a Firenze durante l'assemblea annuale di AICIG - l'Associazione che rappresenta in valore circa il 93% delle produzioni italiane ad Indicazione Geografica raccolte in 56 Consorzi di Tutela riconosciuti dal Mipaaf - che ha avuto luogo a Palazzo Vecchio a Firenze alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Mario Catania e del Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro che si sono ampiamente confrontati - intervistati dal giornalista Giovanni Iozzia - sulle problematiche a livello sia nazionale che europeo e più in generale, sul pieno sostegno, il lavoro di squadra e l'importanza di AICIG, unico esempio a livello europeo di associazione che raggruppa tutte le filiere e le categorie merceologiche di prodotto a indicazione geografica. Ad aprire l'incontro, tra gli affreschi di Palazzo Vecchio, nella splendida Sala dei Duecento, dopo i saluti del Vice – Sindaco di Firenze Dario Nardella e dell’Assessore Regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, il Presidente di AICIG Giuseppe Liberatore, il quale prima di iniziare ha voluto esprimere parole di sostegno alle aziende socie dei consorzi interessate dal sisma in Emilia. “Celebrare oggi i vent'anni del sistema Dop e Igp – ha affermato Liberatore - ci consente di tracciare un bilancio incoraggiante sulle esperienze passate e di immaginare percorsi virtuosi per il futuro ribadendo con convinzione la centralità del settore agroalimentare nell'economia.
Al suo interno, i riconoscimenti Dop e Igp costituiscono l’eccellenza che, al di là del valore economico al consumo stimato in circa 10 miliardi di euro, è strategicamente importante per il patrimonio istituzionale, socio-culturale, ambientale e d’immagine. Con il sostegno delle istituzioni, sia a livello nazionale che europeo, dobbiamo mantenere alta l'attenzione sull'evoluzione del “pacchetto qualità” che prevede importanti novità per la tutela e lo sviluppo delle produzioni Dop e Igp: ciò che è stato giustamente concesso in materia di programmazione della produzione ai formaggi Dop, nel pacchetto legislativo europeo sul latte, dovrà essere necessariamente esteso anche a tutti i prodotti IG degli altri comparti agroalimentari.
Sarebbe incoerente una disparità di trattamento tra formaggi e altri prodotti trasformati. Occorre ridisegnare un modello unitario di ‘governance’ di settore e auspichiamo – ha concluso Liberatore - una maggiore trasparenza delle etichette, maggiore tutela dei nostri prodotti contro le contraffazioni e su questioni di natura internazionale, diffusione al consumatore delle caratteristiche di Dop e Igp e azioni da parte del Governo per offrire dei punti di riferimento e delle strutture operative che aiutino ad aumentare i valori dell’export”.
Sia il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Mario Catania che il Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro, durante l’incontro, hanno confermato il loro impegno affinché nel ‘pacchetto qualità’ venga inserita la disposizione sulla regolamentazione dei volumi produttivi già presente nel pacchetto latte. Aggiornato alla data odierna, il numero dei riconoscimenti a livello europeo è di 1056 prodotti, di cui 544 Dop e 512 Igp mentre i prodotti a indicazione geografica registrati in Italia (paese leader per numero di riconoscimenti) sono 241 di cui 152 Dop e 89 Igp.
Il settore con il maggior numero di riconoscimenti è quello dell'ortofrutta e cereali (96 prodotti), seguito dagli oli extravergine di oliva (43), formaggi (42), prodotti a base di carne (36), carne fresca (4) e altri settori che sommati contano altre 20 IG. In valori economici, il fatturato al consumo di Dop e Igp italiane, vale circa 10 miliardi di euro, di cui quasi 7,4 sul mercato nazionale, ed è curioso che la fetta più importante del fatturato si concentri su poche denominazioni (le prime dieci rappresentano da sole l'82% del totale) anche se sono in ascesa nuove promettenti denominazioni in particolare tra gli aceti balsamici e i prodotti ortofrutticoli. La distribuzione geografica premia il Nord Italia, dove si concentra quasi il 50% delle aziende agricole produttrici, anche se si registra un progressivo rafforzamento dei prodotti di qualità nelle regioni meridionali del Paese.
Le eccellenze agroalimentari italiane sono molto apprezzate anche all'estero, dove si dirigono prodotti per un valore di circa 2 miliardi di euro, in particolare formaggi e prodotti a base di carne, ma anche aceti e oli extravergine di oliva