Il cortometraggio del pratese Tommaso Santi, dal titolo Perché no?, sarà uno dei film che rappresenterà il cinema toscano alla 65esima edizione del Festival di Cannes, inserito nella sezione Cannes Court Métrage tra i cento lavori provenienti da vari paesi, che saranno presentati agli operatori internazionali. Il cortometraggio è stato realizzato in occasione del convegno “Comunicare è futuro”, grazie al contributo del Museo del Tessuto di Prato, organizzato per affrontare il tema della creatività giovanile.
“Il cortometraggio – afferma il regista Tommaso Santi – nasce dall'idea di volersi ribellare al momento attuale di crisi, nel quale, oltre alle cose materiali, viene tolta alle persone la possibilità di sognare, cosa a mio avviso di vitale importanza. Definirei il corto una rabbiosa dichiarazione di ribellione verso una società che vuole uccidere i sogni dei giovani”. Parte del cast tecnico è pratese: Daniele Botteselle, direttore della fotografia e Matteo Querci, operatore, montatore e addetto alla color correction.
Fiorentini sono invece Maurizio Lombardi, attore di cinema e teatro, interprete della compagnia Arca Azzurra di Ugo Chiti, e la piccola Tita Malerba, che esordisce sul grande schermo a soli 11 anni. Cannes Court Métrage ospiterà un altro corto firmato da un autore toscano. E' Lettera da Madras, di Irish Braschi, regista che ha realizzato I believe in miracle, un documentario sul tema del miracolo, girato sul set del film Miracolo a Sant'Anna di Spike Lee. Nel corto che sarà presentato a Cannes, in 15 minuti Braschi racconta la storia di un ragazzo indiano che ama segretamente una ragazza araba.
Quando riceve una lettera da Madras dai suoi parenti, decide di dichiarare il suo amore alla ragazza, contravvenendo al matrimonio organizzato da sua madre. La ragazza araba ricambia il suo sentimento, ma suo fratello si oppone con violenza a questo sogno d'amore. Nel cast, a fianco di Thakur Payel e Mimosa Campironi c'è il comico poliedrico e noto al grande pubblico Nino Frassica, nel ruolo inedito del cattivo. Il film è ambientato a Torino, una grande città con forte immigrazione che ben si presta a fare da cornice alla storia raccontata in Lettera da Madras.
“Mi piaceva raccontare un microcosmo di etnie – afferma Braschi - che vivono nel nostro paese, fatto di persone che nascono, studiano, lavorano in Italia, ma lo fanno spesso completamente nell'ombra, senza comunicare con la società che li ospita. Volevo dare voce a questo mondo sotterraneo del quale spesso nulla trapela nella società e nei media italiani”. La sceneggiatura del corto ha vinto il premio letterario Grinzane Cavour, dove ha partecipato nella sezione “Scrivere per il cinema”.
Prossimamente Irish Braschi sarà impegnato nella realizzazione del documentario Un amore per sempre. Didala e Chittò, una storia d'amore tra due partigiani, vincitore del Fondo incoming della Regione Toscana. Ma la presenza toscana sulla Croisette non si ferma qua. Lo scrittore e drammaturgo fiorentino Ugo Chiti firma come sceneggiatore il film Reality, l'unico film italiano in concorso alla 65esima edizione del Festival di Cannes, diretto da Matteo Garrone, lo stesso che quatto anni fa ha vinto il Gran Prix con il film Gomorra.
Prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, il film racconta di un pescivendolo napoletano che viene spinto dalla famiglia a cercare fortuna nel mondo dello spettacolo, il cui approdo più accessibile e ambito sembra essere quello del Grande Fratello. Il film è incentrato sugli aspetti macroscopici e paradossali del rapporto della società italiana con i media e in particolare con la televisione. Un rapporto talmente simbiotico, negli ultimi trent'anni, da portare quasi all'identificazione tra l'essere, l'esistere e l'apparire in tv. Ad interpretare il pescivendolo che fa di tutto per essere protagonista del reality, è Aniello Arena, attore-detenuto della Compagnia della Fortezza del carcere di Volterra.
Arena è stato notato da Garrone durante gli spettacoli diretti da Armando Punzo a Volterrateatro, rassegna che si svolge in estate dentro al carcere. Matteo Garrone, figlio di Nico Garrone, uno dei più accreditati critici teatrali degli ultimi tempi, direttore del festival estivo di Radicondoli, ha infatti frequentato spesso la rassegna volterrana. Non è la prima volta che Garrone si avvale di attori provenienti dal carcere. In Gomorra aveva infatti lavorato Salvatore Striano, che ha scontato una pena nel carcere di massima sicurezza di Rebibbia, ed è stato protagonista, nel ruolo di Bruto, del film dei fratelli Taviani Cesare deve morire. Stavolta sarà Aniello Arena a regalare alla pellicola di Garrone quella potenza espressiva che gli attori-detenuti, con il loro bagaglio di esperienze di vita, sanno esprimere al cinema. Le attività cinematografiche in Toscana sono supportate da Toscana Film Commission, lo sportello di accoglienza per le produzioni che scelgono di girare nella nostra regione.
Toscana Film Commission sarà presente alla 65esima edizione del festival di Cannes, all'Italian Pavillion, Riviera stand n° 130.