“L’uomo planetario. A vent’anni dalla scomparsa di padre Ernesto Balducci” è il titolo del convegno commemorativo che si è tenuto oggi alla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica a Roma, a vent'anni dalla morte del grande sacerdote e intellettuale, fiorentino d’adozione. All’evento, organizzato dall’associazione “Politica e società” e dal centro di Ricerca Ce.r.co., ha partecipato il vicesindaco Dario Nardella insieme a Vannino Chiti, Mauro Ceruti, Renato Schifani, Michele Ciliberto, Massimo Livi Bacci, Severino Saccardi, Albertina Soliani, con le conclusioni di Rosy Bindi. “Balducci è un uomo contemporaneo – ha detto Nardella nel suo intervento - Di lui abbiamo una lettura sempre più lucida a mano a mano che ci si allontana dalla sua epoca.
Fu un uomo di rottura con la cultura ormai sedimentatasi e dominante, e per questo spesso osteggiato: solo oggi comprendiamo appieno significato e potenzialità della sua opera. Nei suoi scritti troviamo le sfide del nostro presente, sfide che già allora Balducci vedeva di fronte a quello che definì l’Uomo Planetario. I grandi temi dei diritti umani e dell’ambiente, della solidarietà e della pace, degli errori derivanti da una visione eurocentrica del mondo, la necessità del superamento di ogni frattura culturale fra credenti e non, la netta distinzione fra religione e fede, tutto in lui era già chiaro”.
“Oggi sta a noi, amministratori, intellettuali, politici – ha affermato ancora il vicesindaco - stabilire quanto ancora profondo resti il solco di quel segno, per Firenze e per l'Italia intera con una consapevolezza. Che la crisi economica, culturale e politica globale di oggi ci mette avanti una sfida e ci costringe a giocarla. La sfida si racchiude ancora una volta in un interrogativo che Balducci evocava con insistenza già allora: È possibile, in una economia di mercato, costruire una società in cui tutto sia finalizzato all'uomo? Si tratta di una sfida che oggi possiamo tradurre nella lotta tra economia reale ed economia virtuale, tra un'economia fondata sul lavoro e un'economia finanziarizzata, tra una un'idea di società aperta all'integrazione alla multiculturalità, ai bisogni concreti delle classi sociali umili, ed un'idea di società chiusa, impaurita, intollerante.
Oggi più che mai, se ci soffermiamo sul dato preoccupante dell'astensione dal voto di centinaia di migliaia di italiani alle recenti elezioni amministrative, non possiamo eludere queste sfide e queste domande, per il bene dei nostri figli e dei nostri nipoti. La politica come servizio verso l'uomo, appunto avrebbe detto Ernesto Balducci”.