Definitivo il risultato che, in Casentino, boccia il Comune unico. Sono infatti arrivati anche i dati da Montemignaio, impegnato anche nelle amministrative e con uno scrutinio ritardato per il referendum. La percentuale complessiva di “no” all’ipotesi di Comune unico in tutte le 13 comunità che erano chiamate al referendum è dunque salita al 56,43 (in voti assoluti: 8.863) mentre i “si” si sono fermati al 43,57% (in cifra assoluta: 6.843 voti). La percentuale dei votanti (15.875 su 38.290 iscritti) si è attestata al 41,46.
80 le schede bianche e 89 le nulle per un complesso di 15.706 voti validi. Da notare che sui 38.290 cittadini che avevano diritto a esprimere il proprio parere sulla istituzione del Comune unico ben 22.484 (sommando chi non è andato a votare, chi ha votato bianco e chi ha reso nulla la scheda) hanno scelto di non decidere. Solo 2, su 13, le comunità casentinesi che si sono espresse favorevolmente all’istituzione del Comune unico, nel referendum che si è svolto ieri e oggi: Bibbiena e Castel Focognano. Nel primo, che (con 9.424 elettori e 3.828 votanti) è il comune più popoloso, la percentuale dei “si” è salita al 70,32% (2.665 voti) con i “no” fermi al 29,68% (1.125 voti).
Nel secondo i “si” ce l’hanno fatta per un soffio con il 51,24 di percentuale contro il 48,76 (539 a 513). In tutte le altre comunità (Capolona, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio, Stia, Subbiano, Talla) hanno prevalso i “no”: dal 53,74% di Chiusi della Verna all’80,69 di Stia che così capeggia la “classifica” dei contrari al Comune unico. “Comune unico del Casentino respinto a furor di popolo”.
Con queste parole il consigliere regionale Dario Locci (Gruppo Misto), che fu l’unico ad opporre alcune obiezioni al referendum - sia di natura formale che sostanziale - in sede di Commissione e di Consiglio, commenta i risultati della consultazione casentinese. Al momento il no è in testa con il 53% e lo spoglio delle schede è quasi completato. Oltre 15.800 i votanti, su 38.274 aventi diritto. “I numeri parlano chiaro: alle urne – dichiara Locci – si è recato solo il 41,46%, meno della metà degli aventi diritto”.
Con alcune sostanziali differenze sul territorio: se a Montemignaio, dove il referendum si svolgeva insieme alle elezioni amministrative, la percentuale è arrivata al 69%, a Subbiano e Capolona è stato a malapena superato il 20% (rispettivamente con il 23 e 24%). Gli altri Comuni si attestano tra il 63% di Stia e il 39% di Chitignano. “Un segnale evidente del fatto che il Comune unico non era materia di interesse generale per il Casentino, così come sostenevano i promotori”. “Trattandosi di un referendum consultivo non c’era bisogno del quorum – continua il consigliere – ma la scarsa affluenza e il vantaggio del no la dicono lunga su quanto questa consultazione fosse necessaria e voluta dalla popolazione”. “Mentre sono ancora in corso gli accertamenti sulla validità delle firme raccolte dal comitato promotore – conclude Locci – è lecito chiedersi: quanti soldi pubblici sono stati spesi per attivare la macchina referendaria? Ricordiamo che solo per le schede elettorali e i manifesti la Regione ha stanziato 70mila euro.
In un periodo di crisi totale e totalizzante come quello che stiamo vivendo, sarebbe stato il caso di farsi qualche domanda a tempo debito”.