Oggi, alle ore 12 circa, l'ennesima aggressione nei confronti dei Baschi Azzurri del carcere lucchese. A farne le spese un sovrintendente ed un assistente capo che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso cittadino e ne avranno per almeno 10 giorni a testa. Prognosi trauma cranico, contusioni al viso ed agli arti. Ne dà notizia Donato Capece Segretario Generale del SAPPe, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. Questa volta l'autore del fatto è un detenuto di nazionalità algerina, A.
M., detenuto per furto aggravato che avrebbe concoluso la sua pena durante il corso del mese di maggio. A.M. dopo aver dato in escandescenze all'interno della sezione, proferendo ingiurie a chiunque tentasse di portarlo alla ragione, ha colpito all'improvviso e ripetutamente al volto il Sovrintendente della Polizia Penitenziaria, perché poco prima non era riuscito a parlare con il Comandante del Reparto. L'assistente accorso per contenere il facinoroso ha avuto la meglio al prezzo di 10 giorni di prognosi e contusioni agli arti. "Il carcere di Lucca non è nuovo ad episodi del genere ed anche se non è trapelato prima -spiega Donato Capece Segretario Generale del SAPPe- anche il primo di aprile si segnalava un altro episodio di violenza ai danni di un Basco Azzurro.
Esempio eclatante del fallimento del nostro sistema penitenziario attuale, specie quello Toscano. I quotidiani locali durante i mesi di febbraio e di marzo davano risalto alle nostre denunce di un carcere sovraffollato, che manca di 40 agenti e continua, come in uno stillicidio infernale, a ricevere detenuti da carceri improvvisamente chiusi in Toscana e da stipare nei propri gironi dei dannati. I nostri comunicati denunciano oggi come allora, aggressioni e violenze che vedevano anche 6 agenti alla volta condotti in ospedale.
Intanto a gennaio grazie al SAPPe l'emergenza carcere sbarcava persino in Consiglio Comunale a Lucca. Oggi siamo ancora a raccontare di un episodio che funge da denuncia nei confronti di un intero sistema penitenziario regionale, incapace di interrompere un'escalation di pericolosa violenza e di trovare concrete soluzioni agli istituti dell'intero distretto sempre più spinti verso l'orlo di un baratro impensabile. Cosa aspettiamo ad intervenire? Cosa deve accadere in Toscana ancora prima che da Roma qualcuno faccia la scelta, auspicata dai più a bassa voce, di sostituire il Provveditore Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria?"