Disoccupato o immigrato, solo e giovane oppure con una famiglia numerosa. E' questo l'identikit dello sfrattato pratese secondo Abitare in Toscana, il primo report presentato dalla Regione che contiene un ampio focus su Prato, considerata un caso di rilevanza regionale, una provincia a rischio per l'incrocio fra numero di sfratti esecutivi e famiglie residenti. “Il confronto con le altre province toscane rivela purtroppo le pesanti difficoltà di Prato, che è la provincia con il maggior numero di sfratti per morosità in proporzione al numero di abitazioni in affitto – spiega l'assessore al Sociale Loredana Ferrara – Ciò che preoccupa è che si va ampliando la componente sociale della domanda abitativa, dalle famiglie a basso reddito a quelle numerose, a questo si aggiunge l'impatto della nuova figura, quella del disoccupato.
Ci vuole un patto per recuperare all'utilizzo gli immobili sfitti. Penso a un confronto con i proprietari, i loro rappresentanti (L'Unione piccoli proprietari immobiliari) e il Sunia per stabilire una linea comune in un momento di crisi che mette a rischio la tenuta sociale. E poi serve un accordo, a livello nazionale o locale, per bloccare gli sfratti”. E secondo l'assessore Ferrara l'arrivo dell'IMU non farà che rendere più esplosiva la situazione. “Il provvedimento del Governo mi pare molto lontano dalla realtà che le famiglie stanno vivendo – conclude – Mi auguro che almeno che il Governo stesso sia in grado di accertare l'evasione anche in questo settore, colpendo chi maschera le tante proprietà in suo possesso dietro prestanome o società fittizie”. A Prato l’area del disagio abitativo si è ampliata ed è diventata più complessa.
La crisi economica sta facendo emergere un’ampia area grigia della popolazione, che pur disponendo di un reddito non riesce a sostenere le spese dell’abitazione: famiglie a basso reddito (giovani soli, giovani coppie, immigrati, ecc.) e famiglie di grandi dimensioni. E, soprattutto, la nuova figura del disoccupato. La forte componente straniera rappresenta inoltre, per la debolezza che contraddistingue qualsiasi popolazione immigrata, un elemento di ulteriore criticità. Il rapporto dell'Osservatorio sociale regionale è stato realizzato dai ricercatori Asel Andrea Valzania, Andrea Francalanci, Paolo Sambo e Luca Caterino ed è disponibile sul sito web della Regione Toscana. GLI SFRATTI - Gli sfratti sono cresciuti negli ultimi anni in maniera preoccupante.
Nel 2010 si registrano 1.714 richieste di esecuzione (con 372 sfratti eseguiti) ma il territorio pratese è l’unico in Toscana, dal 2006 in poi (con una crescita esponenziale nel biennio 2009-2010), con richieste di esecuzione sopra le mille unità. Prato è la provincia toscana con il maggior numero di sfratti per morosità in proporzione al numero di abitazioni in affitto e in relazione al numero delle famiglie residenti. Nel 2010 uno sfratto ogni 266 famiglie (in Toscana uno ogni 610 famiglie). LO SFRATTATO TIPO - Lo sfrattato “tipo” è un padre o una madre di famiglia (spesso con figli a carico), che ha perso il lavoro, non sostiene più i costi della famiglia stessa scivolando pericolosamente nella marginalità.
Un'aggravante può essere quella di non essere cittadino italiano, con famiglia a carico, reti sociali più deboli, problemi sulla regolarità del soggiorno. Molto preoccupante la forte e crescente presenza di giovani coppie, che non riescono più a sostenere il mutuo e che oltre a perdere la casa finiscono per ritrovarsi nella difficile condizione di ritornare nella famiglia di origine, mettendo a rischio la vita stessa della coppia. Difficilmente, invece, si trovano tra gli sfrattati i pensionati, una categoria non certo economicamente forte, ma con un’entrata sicura. CHE SUCCEDE AGLI SFRATTATI – Possiamo individuare tre percorsi successivi allo sfratto.
Il primo, relativo per lo più alle situazioni di disagio familiare o di donne sole con figli, vede la presa in carico da parte dei servizi sociali. Il secondo, riguardante soprattutto cittadini italiani e giovani coppie, vede il ritorno di queste persone nella famiglia di provenienza. Il terzo, che interessa per lo più stranieri e italiani con scarso capitale sociale e pochi strumenti alternativi per gestire la situazione di crisi, apre invece scenari di disagio grave, con un incremento dei casi di coloro che finiscono nello stato di marginalità. GLI ALLOGGI DISPONIBILI – Considerando gli ultimi bandi di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica emessi a Prato, alla richiesta di accesso sempre crescente corrisponde una disponibilità complessiva del patrimonio insufficiente a soddisfarla.
Il patrimonio di edilizia pubblica del Comune di Prato è infatti costituito da 1.413 alloggi, cui se ne aggiungono 247 ubicati negli altri Comuni. Rispetto alle dimensioni del territorio e ai problemi sociali è un numero assai basso rispetto ad altre province. I dati del bando provinciale 2007 con validità biennale, ad esempio, la cui graduatoria è stata pubblicata nel luglio 2008, ci segnalano la partecipazione di 1.322 richiedenti con un totale di 1.073 domande accolte, a cui hanno fatto seguito un centinaio di assegnazioni.
All'ultimo bando (2010) hanno partecipato 1.614 persone di cui 1.321 residenti a Prato.