In una situazione di crisi degli alloggi che sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie in Toscana si avvertono le reazioni del mondo istituzionale. Una Emergenza che sfiora il Dramma. Mentre le istituzioni siglano accordi gli sfrattati occupano alloggi inutilizzati definendo l'azione messa in atto a Firenze in via Baracca una "riappropriazione sociale" “La casa non è più un’emergenza, ma un dramma quotidiano su cui occorre intervenire rapidamente”, lo ha detto Alfredo De Girolamo, che ha rivolto un appello al Governo Monti perché affronti il problema di finanziamenti per la casa che non sono ancora stati previsti.
Le proposte: una politica regionale che garantisca finanziamenti costanti, l’approvazione della legge sulla vendita del patrimonio erp, una corretta politica dei canoni bloccati dal 1996. Ieri pomeriggio, tre nuclei familiari di cittadini sfrattati hanno occupato una palazzina lasciata nel totale abbandono da numerosi anni, nel quartiere di Novoli, in Via Baracca 25. Con l'aumento esponenziale della crisi economica sono migliaia i nuclei in attesa di sfratto esecutivo, la morosità da canone d'affitto è una malattia contagiosa, di questi tempi. "Prima che sia troppo tardi, quando la depressione da sfratto, tasse, esclusione sociale, prenda il sopravvento e spinga a gesti autolesionisti - spiega il Movimento di lotta per la CASA - come accaduto di recente a Bari a due coniugi ultrasessantenni che si sono suicidati, lasciando questo biglietto: "vivere senza lavoro-reddito, specie in età avanzata, è peggio di avere un cancro: questa malattia ti conserva dignità e affetti, la disoccupazione oltre a spingerti a rinunciare alla vita, ti fà perdere dignità affetti e amici" "Le tre famiglie occupanti hanno agito per necessità, hanno esercitato il diritto alla legittima difesa.
Non sono marziani ma uomini e donne consapevoli dei loro diritti e della loro dignità" conclude la nota da parte degli occupanti. Una collaborazione ancora più stretta, articolata in 13 punti prioritari, per affermare il diritto all’abitare come diritto inalienabile. É questo lo scopo del protocollo d’intesa che Regione, CGIL, CISL, UIL, SUNIA (Sindacato Nazionale Unitario Inquilini ed Assegnatari), SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio), UNIAT (Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio) ed Unione Inquilini della Toscana hanno sottoscritto stamattina a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. “Il diritto ad avere una casa – ha spiegato l’assessore al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca – non può essere messo in discussione.
Purtroppo, invece, il disagio abitativo è un problema che sta mettendo sempre più a dura prova tantissime famiglie. In tutta Italia ogni anno vengono presentate 400 mila domande per il fondo di sostegno affitti e c’è una previsione di 200 mila sfratti per morosità incolpevole per i prossimi cinque anni. In Toscana i 2652 sfratti eseguiti nel 2010 e le oltre 24 mila domande per un alloggio Erp ancora in attesa sono dati che spaventano ma che, soprattutto, esigono una risposta ormai non più differibile.
Una risposta che abbraccia i diritti sociali, la salute, la qualità abitativa e le condizioni economiche dei cittadini. E che i comuni, con le risorse proprie, non sono in grado di garantire”. Di qui la necessità di sviluppare e far convergere idee, esperienze, risorse e competenze provenienti da tutti i soggetti, pubblici e privati, che operano sul territorio. “Se a questo quadro allarmante – ha aggiunto Allocca – aggiungiamo l’ulteriore drastica riduzione del fondo per il sostegno affitti, il perdurante mancato finanziamento del settore dell’edilizia pubblica ed il superamento, di fatto, di ogni regime fiscale di vantaggio per gli alloggi affittati a canone concordato, diventa indispensabile un’azione comune con tutti i soggetti coinvolti”. Il protocollo individua 13 punti, o aree di intervento, prioritari ed istituisce un tavolo di lavoro che analizzerà, periodicamente, le azioni da sviluppare.
Tra i punti più importanti, completare il percorso per la costituzione di un osservatorio regionale sul fabbisogno abitativo e sullo stato dell’edilizia residenziale pubblica, favorire il passaggio da casa a casa delle famiglie sottoposte a sfratto, allargare l’offerta abitativa in affitto a canone sociale per le fasce deboli e le nuove povertà, finanziare progetti e iniziative a sostegno della locazione privata a canone agevolato, favorire la costituzione di Agenzie casa a livello comunale e intercomunale per l’incontro domanda-offerta, sostenere i Comuni per la realizzazione di interventi di edilizia sociale attraverso piani di recupero di aree già edificate o aree demaniali a disposizione, specie quelle militari, di enti locali e Asl, proseguire nella promozione di progetti sperimentali di condominio solidale, favorire soluzioni abitative che rispondano a particolari bisogni legati a: fragilità, difficoltà motoria, socialità, sicurezza, servizi di prossimità, aggiornare il sistema normativo di settore, modificare la normativa sull’accesso all’Erp adeguando le norme alle mutate condizioni dei cittadini in stato di disagio abitativo e alle fasce deboli, affermare la validità del canone sociale secondo la progressività del reddito. "Una politica regionale che garantisca finanziamenti costanti, l’approvazione della proposta di legge sulla vendita del patrimonio Erp, una corretta politica dei canoni bloccati dal 1996".
Sono queste le richieste che le aziende del settore Casa di Confservizi Cispel Toscana rivolgono alla Regione Toscana per far fronte all’emergenza abitativa che ha ormai raggiunto le dimensioni di un forte allarme sociale. Le domande nelle graduatorie alloggi sono 22.000, mentre crescono le istanze di sfratto, oltre 18.800 nel biennio 2009/2011, con oltre 2.400 esecuzioni di cui 87% di morosità, in crescita costante: “Una situazione che si è aggravata a causa della crisi economica e che risente dell’assenza totale di politiche della casa nel nostro Paese – ha detto il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo – La casa non è più un’emergenza, ma un dramma quotidiano su cui occorre intervenire rapidamente”.
Per questo occorre un grande piano nazionale: “Rivolgo un appello al Governo Monti perché affronti il problema di finanziamenti per la casa che non sono ancora stati previsti”. Un dramma che colpisce i giovani: “ Sono circa 75.000 i giovani fra i 25 e i 34 anni che sono ancora nelle famiglie originarie, e che non hanno possibilità di uscirne, perché i loro redditi non consentono il pagamento di un affitto”, ha affermato il presidente di Confservizi Cispel Toscana. Nel commentare positivamente il fatto che “la Regione ha finalmente inserito il diritto alla casa e le politiche abitative nel programma regionale di sviluppo 2011 – 2015 e nel piano socio-sanitario integrato 2012”, De Girolamo ha avanzato una serie di proposte per far fronte in modo strutturale all’emergenza anche utilizzando le nuove tecniche edilizie per il risparmio energetico: “Diventa oggi indispensabile – ha detto – avere finanziamenti costanti inseriti in bilancio attraverso interventi mirati come potrebbe essere quello di destinare una quota del bollo auto ad un fondo per le politiche abitative”.
Occorre – ha aggiunto – “restituire ‘il prestito’ di 130 milioni di euro prima dedicati all’edilizia popolare e poi stornati per tamponare il taglio dei trasporti pubblici”. Il coordinatore del settore Casa di Confservizi Cispel Toscana, Lorenzo Bani, ha insistito soprattutto sulla necessità di sbloccare la proposta di legge regionale sulle vendite del patrimonio erp: “E’ necessario riprenderla e portarla a conclusione – ha detto – per gestire con più efficienza e redditività il patrimonio esistente; per garantire risorse future al settore dell’edilizia sociale; per sanare una situazione sui piani di vendita preesistenti che rischia di aprire contenziosi insanabili”. Bani ha sollecitato “una corretta politica dei canoni bloccati dal 1996”.
Mantenendo le tutele per le fasce deboli, devono essere adeguati i canoni delle altre fasce applicando un aumento percentuale variabile in funzione del reddito: “Si potrebbe prevedere per le fasce più alte l’inserimento di una quota legata alla superficie dell’alloggio ed in particolare alla sottoutilizzazione dello stesso”. Per quanto riguarda il riordino del sistema organizzativo Bani ha detto che “il livello della gestione dovrà essere necessariamente quello provinciale per garantire il governo del territorio, mentre dovrebbe essere premiato l’accorpamento fra diverse società in termini di funzione.
Inoltre il sistema casa in Toscana dovrebbe essere monitorato da un’autorità pubblica regionale”.