Firenze– Una riduzione della tassa automobilistica del 10 per cento a favore delle aziende che praticano autonoleggio senza conducente. Lo stabilisce una proposta di legge approvata dall’aula questa mattina a maggioranza, con il voto contrario di Dario Locci del Gruppo misto mentre i gruppi del Pdl e della Lega hanno annunciato la non partecipazione al voto. Come ha spiegato Marco Manneschi (Idv), presidente della commissione Affari istituzionali, illustrando la proposta di legge all’aula, “il provvedimento risponde al tentativo di evitare un danno erariale per l’eventuale migrazione di aziende verso altre regioni in cui la tassa automobilistica è meno onerosa, in un panorama nazionale squilibrato”.
Le regioni a statuto speciale del Trentino e del Friuli hanno infatti approvato modifiche statutarie recenti (nel 2009 e nel 2010) acquisendo competenze specifiche in materia. Di fatto possono variare a piacere l’aliquota minima, rispettando quella massima, in una corsa al ribasso per cui le regioni ordinarie saranno sempre perdenti. Questo ha fatto sì che alcune aziende toscane di autonoleggio minaccino di lasciare la regione, immatricolando le auto altrove, con la conseguenza della perdita di posti di lavoro e di un calo degli introiti che, secondo stime fatte dalla Giunta, potrebbe assestarsi sui 26 milioni già a partire da quest’anno.
“Da qui la decisione di intervenire”, ha spiegato ancora Manneschi, secondo il quale la proposta di legge “è comunque coerente e legittima sia per la tempistica, perché il fatto che i bolli vengano pagati anche per periodi di anno giustifica una modifica ad anno già iniziato, sia sul fronte dell’esclusività delle competenze attribuite allo Stato, visto che interviene su una categoria precisa e solo su quella”. Alessandro Antichi (Pdl), annunciando la non partecipazione al voto del suo gruppo, ha commentato: “Manneschi ha appena dato un mirabile saggio di come ci si può arrampicare sugli specchi con maestria, perché questa legge non può essere votata”.
Numerosi, secondo Antichi, i problemi. “A livello generale bisogna operare una riflessione sul fatto che si aumentino le tasse per racimolare di più e poi, quando ci si rende conto che l’effetto è quello contrario, se decida di fare marcia indietro”. Inoltre “questo è un provvedimento ‘ad aziendam’ ed è molto probabile un’impugnazione della proposta da parte del governo nazionale”. Dario Locci (Gruppo misto) ha dichiarato il suo voto contrario: “Questa proposta di legge non rispetta i principi della generalità e dell’astrattezza che le norme devono avere e viola il principio di uguaglianza – ha spiegato -.
Il rimedio rischia di essere peggiore del male e si vuole perseguire un obiettivo che non si sa se si riuscirà a raggiungere”. Anche secondo Antonio Gambetta Vianna (Lega Nord Toscana) “questa proposta, pur comprensibile, presenta un vulnus: è discriminatoria perché stabilisce uno sconto solo per una categoria. Piuttosto bisognava diminuire l’aliquota per tutti”. Gianfranco Venturi (Pd) ha sottolineato che “la necessità degli aumenti decisi per quest’anno era stata dettata dal fatto che in tre anni, a causa dei tagli dei trasferimenti alle Regioni, le risorse a disposizione della Toscana sono passate da 2 miliardi e 200 milioni a 1 miliardo e 700 milioni”.
Secondo il consigliere, inoltre, non vengono violati i principi di generalità e astrattezza, perché “ci si riferisce a una categoria che comprende tutti coloro che hanno determinate caratteristiche, e non a soggetti specifici”. Venturi ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo perché “in questo caso si tratta di una sfida tra forma e sostanza, ed è da privilegiare la soluzione di buon senso”. (cem/f.cio)